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Riunione BCE: Draghi ha fiducia, rischi in calo. Tutte le dichiarazioni

giovedì 9 marzo 2017, di Flavia Provenzani

Nel giorno della riunione BCE il Consiglio direttivo, guidato da Mario Draghi,ha rivelato che i di interesse e l’impostazione di politica monetaria sono rimasti invariati.

Di seguito sono disponibili tutte le dichiarazioni e aggiornamenti sulle parole di Draghi sull’inflazione, l’economia della zona euro, la diminuzione del rischio e sulla moneta unica.

Nonostante l’economia dell’Eurozona sia in buona forma e l’inflazione annua al 2%, sopra il target della banca centrale, la BCE non è ancora pronta a ridurre lo stimolo. L’Euro, tuttavia, ha inaugurato una forte salita contro il dollaro statunitense grazie ad un certo grado di fiducia espresso nelle parole del presidente Draghi sulle prospettive dall’Eurozona.

Le dichiarazioni del presidente della BCE durante la conferenza stampa in streaming sono state monitorate dai mercati in cerca di segnali su quando la Banca Centrale Europea avrà intenzione di implementare una stretta sul Quantitative Easing (QE) e iniziare il tapering dello stimolo di politica monetaria.

Draghi ha mostrato incertezza: lo stimolo rimarrà invariato ancora a lungo ma, certamente, l’economia sta migliorando in modo sensibile tanto da non rendere più necessario l’utilizzo di “tutti gli strumenti a disposizione” e di provvedimenti straordinari come le aste TLTRO.

Draghi, riunione BCE: stimolo serve, ma rischio è in calo

Mario Draghi ha difeso la necessità di mantenere lo stimolo della Banca Centrale Europea perché le pressioni inflazionistiche di fondo rimangono sottotono, anche se ha riconosciuto che la ripresa potrebbe stare acquistando slancio.

"I rischi che circondano le prospettive economiche della zona euro sono diventati meno pronunciati, ma rimangono delle correzioni al ribasso, e si riferiscono prevalentemente a fattori globali",

ha detto il presidente della BCE ai giornalisti a Francoforte giovedì, dopo che il Consiglio direttivo ha ribadito la sua intenzione di mantenere invariati i tassi di interesse e l’acquisto di obbligazioni comprese nel QE.

A due anni esatti di distanza dopo che la BCE ha iniziato a comprare titoli di Stato della zona euro, l’inflazione ha accelerato sopra il target della banca centrale a poco meno del 2 per cento, stimolando le richieste di ridurre lo stimolo. Draghi ha cercato di disinnescare la pressione facendo notare che l’accelerazione dei prezzi è in gran parte determinata dai costi energetici, e che i rischi politici, tra cui le elezioni nazionali in programma nel 2017, hanno il potenziale di spingere il recupero fuori rotta.

Draghi alza le stime sull’inflazione

Il presidente della BCE ha inoltre annunciato le previsioni sull’inflazione aggiornate, che supportano la necessità di procedere con lo stimolo come previsto. Nonostante la proiezione per quest’anno si stata alzata in modo considerevole all’1,7 per cento, dall’1,3 per cento stimato a dicembre, la crescita dei prezzi rimarrà sugli stessi livelli nei due anni successivi. Le prospettive per il prossimo anno sono per un aumento dell’1,6 per cento in salita dall’1,5 per cento, mentre per il 2019 la stima è stata mantenuta invariata all’1,7 per cento.

La BCE ha fiducia

Draghi ha anche ribadito che la BCE è pronta ad abbassare ulteriormente i tassi di interesse, se necessario, anche se ha poi confidato che il Consiglio direttivo ha avuto un confronto sulla possibilità di rimuovere tale impegno nella forward guidance. Il presidente ha osservato che la BCE ha volutamente eliminato una frase usata nelle precedenti dichiarazioni di apertura secondo cui la banca centrale era disposta ad utilizzare "tutti gli strumenti" nell’ambito del suo mandato, se necessario.

"Questo è stato rimosso per segnalare che non c’è più quel senso di urgenza nell’intraprendere ulteriori azioni",

ha spiegato.

"L’urgenza richiesta dai rischi di deflazione non c’è", ha detto, aggiungendo che "la nostra politica monetaria ha avuto successo".

Riunione BCE oggi (9 marzo): aggiornamenti in tempo reale

15:29 - Si conclude la conferenza stampa
15:26 - Euro dollaro in forte rialzo

Il cambio euro dollaro registra un forte rialzo e torna in area 1.06.
Leggi l’analisi aggiornata sull’euro dollaro di Forexinfo.it.

15:06 - BCE indipendente, Germania non è manipolatrice

Il presidente della BCE sottolinea ancora che la Germania non sta pensando sulla politica monetaria perché la BCE è un’istituzione indipendente.
È stato poi dimostrato che il governo tedesco non è accusabile di manipolazione sulla valuta Euro.

15:01 - BCE rimuove la frase "tutti gli strumenti disponibili"

La BCE hanno rimosso frase in cui nella sua dichiarazione si dicevqa disposta ad utilizzare tutti gli strumenti disponibili.
La frase è stata rimossa perché non c’è più quel senso di urgenza nel dover utilizzare tali azioni, fattore che viene letto dal mercato come un atteggiamento "falco".

C’è stato, inoltre, un dibattito sulla possibilità di rimuovere la possibilità di "tassi più bassi". Quel che Draghi vuole sottolineare è che i rischi che mesi fa preoccupavano il Consiglio ora sono diminuiti ed è stato necessario modificare il linguaggio della dichiarazione per dimostrarlo.

15:00: lo stimolo ha avuto successo

Draghi elenca i successi derivanti dalla politica monetaria della BCE:

  • crescita costante, aumento dell’occupazione
  • recupero nell’ultimo trimestre di diversi settori e paesi
  • i rischi di deflazione sono in gran parte scomparsi
  • le aspettative di inflazione basate sul mercato sono aumentate ma rimangono al di sotto dei livelli che riflettono una ripresa sostenuta
14:54: Draghi ha fiducia, basta TLTRO

Draghi riferisce che non c’è più il senso di urgenza nell’utilizzare lo stimolo monetario, i rischi sono diminuiti.
A spiegazione, Draghi sottolinea che in sede di riunione odierna il Consiglio non ha neanche parlato di un nuovo round di prestiti TLTRO per sostenere le banche.

14:47 - Discorso Draghi: riassunto
  • Le misure di politica monetaria conserveranno ancora le condizioni di stimolo
  • le pressioni inflazionistiche core rimangono sottotono
  • la BCE deve guardare oltre i cambiamenti transitori dell’inflazione
  • è necessario un livello molto considerevole di stimolo
  • i dati sulla fiducia sono in espansione
  • la crescita aziendale è in aumento
  • le misure di politica sono di sostegno alla domanda interna
  • la ripresa degli investimenti è stimolata dalle condizioni di finanziamento favorevoli
  • ci sono segni di una forte ripresa globale
  • la crescita della zona euro è rallentata dalle lente riforme strutturali
  • i rischi sono meno pronunciati
14:40 - Nuove previsioni economiche della BCE

Le previsioni sulla crescita economica sono state riviste al rialzo per il 2017 e il 2018.

PIL

  • 2017: 1.8% vs 1.7% precedente
  • 2018 1.7% vs 1.6% precedente
  • 2019 1.6% vs 1.6% precedente

Inflazione

  • 2017 1.7% vs 1.3% precedente
  • 2018 1.6% vs 1.5% precedente
  • 2019 1.7% (invariato)

Secondo Draghi l’IPC è destinato a rimanere vicino al 2,0%. Il dato armonizzato, al netto dei prezzi dell’energia, rimarrà invece basso nel medio termine.

14:37 - Draghi sull’economia

Il PIL è in aumento, la BCE ha fiducia sull’economia. Lo stimolo sta aiutando la ripresa economica. Gli investimenti sono incentivati dalle condizioni facilitate.
L’occupazione sta avendo un buon impatto sul reddito dei cittadini.
Ci sono segnali di ripresa mondiale.

14:36 - Draghi sull’inflazione

Gli indicatori sulla fiducia indicano che l’economia sta migliorando, come l’inflazione. Soprattutto grazie al prezzo del petrolio.
Tuttavia, l’inflazione di base rimane bassa. I prezzi al consumo hanno ancora bisogno dello stimolo di politica monetaria. La BCE si conferma pronta ad amplificare il QE se necessario.

14:34: i punti chiave del discorso di Draghi

Secondo l’analisi economica, la BCE ha mantenuto i tassi invariati. Rimarranno tali per un lungo periodo di tempo, e ben oltre il QE.
Circa lo stimolo straordinario, la BCE conferma di voler proseguire con gli acquisti. Confermato: da aprile l’importo mensile del QE scenderà a 60 miliardi di euro, come da dichiarazione.

14:32 - Inizia la conferenza stampa

Dopo le fotografie di rito, Mario Draghi inizia a leggere il suo discorso preparato.

14:27 - Sta per iniziare la conferenza stampa di Draghi

Pochi istanti alla conferenza stampa di Mario Draghi, in cui il presidente della BCE riferirà sulla salute dell’economia dell’area euro e le nuove previsioni economiche su inflazione e il PIL.

Segui qui la diretta in streaming.

14:21 - Germania accusa la BCE

Markus Ferber, un eurodeputato conservatore tedesco, critica la scelta della Banca Centrale Europea di non aver aumentato i tassi di interesse oggi.
Ferber sostiene che la BCE avrebbe dovuto rispondere al recente aumento dell’inflazione nell’area dell’euro al 2%.

"Il tasso di inflazione è in ripresa e l’economia europea è in forte crescita. Ora sarebbe il momento perfetto per Mario Draghi per mostrare un po’ di coraggio e dare fine fine al periodo dei tassi di interesse pari a zero. La brama di denaro a buon mercato è come una dipendenza che deve fermarsi ora. Tanto più che la politica monetaria negli Stati Uniti e nell’Unione europea è a rischio deriva".

14:02 - BCE: il QE continua (dichiarazione)

La Banca centrale europea ha inoltre dichiarato che continuerà con il suo programma di stimolo.
E nonostante le pressioni dei falchi inizino a pesare, la BCE insiste che potrebbe aumentare la potenza di fuoco dell’acquisto di obbligazioni, se necessario.

La BCE afferma:

Per quanto riguarda le misure di politica monetaria non convenzionali, il Consiglio direttivo conferma che continuerà a fare acquisti nel quadro del programma di acquisto di asset (APP) con l’attuale ritmo mensile di 80 miliardi di euro fino alla fine di questo mese e che, dal mese di aprile 2017, gli acquisti di asset netti sono destinati a continuare ad un ritmo mensile di 60 miliardi di euro fino alla fine di dicembre 2017, o oltre, se necessario, e comunque fino a quando il Consiglio direttivo non vedrà una regolazione costante nel percorso di inflazione in linea con il suo target di inflazione.

Gli acquisti netti verranno effettuati insieme al reinvestimento dei pagamenti di capitale dai titoli acquistati nell’ambito dell’APP. Se la prospettiva diventa meno favorevole, o se le condizioni finanziarie diventano incompatibili con ulteriori progressi verso una regolazione costante nel percorso di inflazione, il Consiglio direttivo è pronto ad aumentare il programma in termini di dimensioni e/o durata.

13:50 - 3 punti chiave da monitorare

1. Inflazione
Il problema più grande di tutti. Con l’inflazione che continua a salire , Draghi deve affrontare una battaglia contro chi vuole dire addio allo stimolo.

2. Riduzione QE ad aprile
Il mese scorso Draghi ha detto che il consiglio stava ancora discutendo su quali asset tagliare gli acquisti a partire da aprile. Siamo a marzo, il tempo stringe. Draghi potrebbe anche aspettare la riunione del 21 aprile.

3. Previsioni economiche

13:45 - Tassi e QE invariati

BCE: tassi e QE invariati nella riunione di marzo, tapering lontano

La Banca centrale europea ha lasciato i tassi di interesse invariati nella riunione odierna, e mantenuto il suo impegno a tagliare di nuovo in futuro, se necessario.

Ciò significa che gli oneri finanziari restano ai loro minimi storici attuali, nonostante l’inflazione si salita al 2% questo mese.

Così:

  • il tasso principale rimane allo 0,0%
  • il tasso sui depositi rimane a -0,4% (cioè alle banche commerciali viene addebitato un importo se desiderano lasciare i propri fondi presso le casse della BCE).
  • il tasso di rifinanziamento marginale, caricato sulle banche quando prendono dei prestito dalla BCE, rimane allo 0,25%

Non c’è nessun cambiamento nell’impegno a mantenere bassi gli oneri finanziari.
La BCE afferma:

Il Consiglio direttivo continua ad aspettarsi che i tassi d’interesse di riferimento della BCE rimarranno ai livelli attuali o inferiori per un lungo periodo di tempo, e ben oltre l’orizzonte degli acquisti di asset netti.

Riunione BCE: le aspettative

Il presidente della BCE Mario Draghi e il suo Consiglio direttivo sembrano impostati nel voler proseguire con il programma di stimolo dell’economia in occasione della riunione BCE di oggi, impegnati a valutare se la ripresa dell’inflazione sia stabile o semplicemente guidata dal rialzo dei prezzi dell’energia e attendendo l’impatto dei risultati delle elezioni in Francia e in Olanda.

La quasi totalità degli esperti prevede che Draghi e la BCE manterranno tutto l’assetto invariato in occasione della riunione di marzo, anche dopo la recente impennata dell’inflazione sopra il target della banca centrale.
Nonostante la crescita degli ultimi tre anni e i prezzi al consumo sopra gli obiettivi, Mario Draghi sembra pronto a reprimere le richieste di ridurre il sostegno monetario nell’area dell’euro.

A seguito della riunione BCE il Consiglio pubblicherà le previsioni aggiornate su crescita e inflazione su base trimestrale per i prossimi tre anni, fino al 2019.

Dopo che il tasso di inflazione è riuscita a quadruplicarsi fino al 2% in soli quattro mesi, è nata una certa pressione sui politici affinché venga tracciata al più presto una via d’uscita dallo stimolo non convenzionale iniziato nell’estate del 2014. Draghi sostiene che la ripresa dell’inflazione è dovuta principalmente all’aumento del prezzo del petrolio e che la ripresa dell’indice armonizzato rimane debole, esortando ad avere pazienza dato l’ambiente globale ancora incerto.

Circa un terzo degli economisti intervistati in un sondaggio di Bloomberg ha riferito che il Consiglio direttivo cambierà la sua valutazione dei rischi a giugno, mentre il 27% punta su una variazione questa settimana. La valutazione attuale della BCE è che i rischi per le prospettive rimangono orientati al ribasso.

Riunione BCE, marzo: quali novità da Draghi?

I membri del consiglio vorranno aspettare almeno fino a giugno prima di aggiornare la propria valutazione dei rischi alla ripresa della zona euro e non annunceranno una nuova riduzione degli acquisti di obbligazioni fino a settembre, secondo la maggior parte degli intervistati.
Il tapering del quantitative easing e l’inizio del rialzo dei tassi di interesse non arriveranno prima della fine del prossimo anno e, più probabilmente, non prima del 2019.

La tempistica prevista dal sondaggio tra gli analisti di settore dà alla BCE un arco temporale per giudicare i rischi, anche gli effetti dei movimenti populisti all’interno delle elezioni in Europa di quest’anno e l’impatto delle politiche economiche del presidente degli Stati Uniti Donald Trump.

Nessun economista prevede una qualche modifica al QE o ai tassi questo giovedì, quando il Consiglio direttivo si riunisce a Francoforte. Una minoranza prevedere un cambiamento significativo nella retorica della dichiarazione, o un nuovo round di aste per l’erogazione di prestiti a lungo termine alle banche dell’Eurozona.

Le prossime intenzioni della BCE

Più della metà degli intervistati prevede che il Consiglio annuncerà a settembre delle modifiche al suo programma di QE da €2.240 miliardi.

Una riduzione del volume dell’acquisto mensile e un’estensione oltre il 2017 compongono lo scenario previsto 82% dei partecipanti al sondaggio, che è stato condotto rea il 27 febbraio e il 2 marzo.

Quasi tre quarti degli economisti ritiene che il tapering inizierà nel primo trimestre del 2018, per una durata in media di sette mesi. Gli intervistati si dividono equamente sulla possibilità che la BCE si impegni pubblicamente dichiarando anticipatamente il ritmo graduale del taglio agli acquisti piuttosto che preferisca annunciare i cambiamenti una riunione per volta.

L’impatto delle elezioni in Olanda e Francia

Gli sviluppi politici potrebbero ancora rendere incerta la linea temporale che sarà decisa dalla banca centrale. Sei giorni dopo la riunione della BCE di marzo, avranno luogo le elezioni nei Paesi Bassi, occasione in cui potrebbe venir confermata un’ascesa degli euro-scettici. In quella stessa settimana, il G20 si riunisce a Baden-Baden, in Germania, in cui si farà il punto della situazione sul modo in cui gli Stati Uniti implementeranno i cambiamenti voluti da Trump sulla regolamentazione del commercio mondiale.

Il punto focale rimane comunque la Francia, dove Marine Le Pen ha promesso di rinegoziare l’adesione del Paese all’Unione europea e alla moneta unica qualora venisse eletta presidente in occasione del secondo turno di elezioni, in programma il 7 maggio. I tedeschi, invece, si recheranno alle urne a settembre.

I possibili cambiamenti della BCE al QE appaiono subordinati al risultato delle elezioni francesi, ogni eventuale disordine politico potrebbe comportare un rinvio delle novità di politica monetaria implementate da Draghi.

BCE: a quando l’aumento dei tassi di interesse?

Le variazioni sui tassi di interesse rimangono molto lontane. Il 60 per cento degli economisti si aspetta che entro dicembre la BCE cambierà la sua guida per cui i tassi rimarranno ai livelli attuali o inferiori per un periodo lungo di tempo. Quasi la metà degli esperti, invece, vede gli oneri finanziari rimanere invariati fino al 2019 o oltre.

Per quanto riguarda la valutazione del lavoro di Draghi come presidente della BCE, un numero crescente di economisti è convinto che riuscirà a lasciare la sua carica con un senso di “missione compiuta”. Più dell’80% degli intervistati prevedere l’inflazione raggiungerà obiettivo della BCE - un ritmo sostenuto nel medio termine di poco inferiore al 2% - prima che il suo mandato giunga a termine ad ottobre 2019. La percentuale è in rialzo del 74% rispetto alla rilevazione precedente.

Per il momento, però, la pressione sui prezzi armonizzati continua ad essere debole, rendendo necessari i livelli attualmente bassi dei tassi di interesse.
Se la BCE dovesse discutere di tapering troppo presto, i tassi di interesse aumenterebbero troppo velocemente e potrebbero mettere a rischio la ripresa economica.

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