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Richetti: “Alle elezioni il PD in un listone con Alfano e Pisapia, Renzi candidato premier”

venerdì 1 settembre 2017, di Alessandro Cipolla

Il futuro del Partito Democratico sarà quello di guida all’interno di un’ampia coalizione di centrosinistra, che parta dai centristi come i ministri Carlo Calenda e Angelino Alfano fino ad arrivare alla parte più a sinistra rappresentata da Giuliano Pisapia, l’ideatore del Campo Progressista.

Questa è l’idea e la speranza di Matteo Richetti, deputato del PD che dopo le primarie di fine aprile è diventato il nuovo portavoce dei dem, rinsaldando così il suo rapporto con Matteo Renzi dopo un periodo di incomprensioni.

Quanto al prossimo candidato premier della coalizione Richetti blinda l’amico Renzi, che a breve partirà col suo tour in treno per l’Italia, aggiungendo che figure che stanno ricevendo molti apprezzamenti come Gentiloni e Minniti sono delle risorse per il partito, ma che sulla leadership non ci sono dubbi.

Il Partito Democratico quindi punterebbe a ripetere a livello nazionale quello che si sta delineando per le elezioni regionali in Sicilia, dove il candidato Fabrizio Micari sarà sostenuto dai centristi e con ogni probabilità anche da Pisapia, che così si allontanerebbe in maniera definitiva dal resto della sinistra e dai movimenti guidati da Anna Falcone.

Richetti e il futuro del Partito Democratico

Essendo da maggio il portavoce del Partito Democratico, sono molto importanti le parole dette durante un’intervista al quotidiano La Stampa da Matteo Richetti, uno dei capofila dei rottamatori e da sempre molto vicino a Matteo Renzi.

Parlando delle prossime elezioni politiche, Richetti si auspica che il PD possa avere la lungimiranza di allargarsi, a prescindere da quale sarà la legge elettorale, ad altre forze centriste e del mondo della sinistra.

Alle politiche mi auguro che il Pd sappia andare oltre se stesso e ospitare esperienze liberaldemocratiche da una parte e progressiste dall’altra. Diciamolo con chiarezza. Che la legge elettorale richieda lista o coalizione, l’esigenza di allargarci per noi rimane. E senza giri di parole, da una parte Calenda e l’esperienza che sta costruendo sui valori dell’Europa e della liberal-democrazia, e dall’altra Pisapia con l’esperienza di un Campo progressista e solidale sono non solo alleati, ma eventuali compagni di strada in una lista unica laddove il sistema continuasse a prevedere questo.

Porte aperte poi naturalmente anche ad Angelino Alfano, visto che il cambio di nome da Nuovo Centrodestra ad Alternativa Popolare per Richetti può aprire a un’alleanza con forza progressiste così come sta avvenendo in Sicilia.

Un centrosinistra quindi che parta da Alfano e arrivi fino a Pisapia, questa è la speranza politica di Richetti in vista delle elezioni. Candidato premier naturalmente per il portavoce è Matteo Renzi, con altre rampanti figure come Gentiloni e Minniti che rimarranno comunque nei ranghi del prossimo ipotetico esecutivo.

Che forza avrebbe questa coalizione?

La grande speranza di Matteo Richetti quindi è di vedere il Partito Democratico alla guida di una grande coalizione di centrosinistra. Se teniamo conto degli ultimi sondaggi politici pubblicati, l’alleanza tra Renzi, Alfano e Pisapia arriverebbe al 32%. Se poi ci aggiungiamo anche altre forze politiche moderate e le Autonomie, si potrebbe superare anche il 33%.

Allo stato attuale delle cose quindi sarebbe un testa a testa con il centrodestra unito, attestato anch’esso al 33%, mentre il Movimento 5 Stelle sarebbe più indietro ma sempre con una cospicua fetta di voti stimata attorno al 27%.

L’unica altra forza politica capace di entrare nel prossimo Parlamento sarebbe una coalizione di sinistra alternativa al PD, che potrebbe anche andare oltre al 6% ottenendo così un onorevole numero di deputati e senatori.

Visto che il premio di maggioranza scatta al raggiungimento del 40%, nessuno al momento neanche si andrebbe ad avvicinare a tale soglia. Ecco quindi che la soluzione più probabile sarebbe quella di una implosione del centrodestra.

Forza Italia a quel punto farebbe fronte comune con il centrosinistra, mentre Salvini e la Meloni guarderebbero ai 5 Stelle. Chi alla fine tra i due poli riuscirà ad avere i numeri per poter costruire una maggioranza di governo potrebbe allora ottenere il mandato da Mattarella, dando via così a un governo dalle larghe intese che ormai appare inevitabile.

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