Reddito di Cittadinanza: cosa prevede la Legge di Bilancio 2022

Simone Micocci

20 Ottobre 2021 - 16:05

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Nella Legge di Bilancio 2022 ci sarà ampio spazio dedicato al reddito di cittadinanza. Stanziati nuovi fondi; misura confermata ma urge una revisione.

Reddito di Cittadinanza: cosa prevede la Legge di Bilancio 2022

La Legge di Bilancio 2022 parlerà anche di reddito di cittadinanza.

Con l’approvazione del Documento programmatico di bilancio da parte del Consiglio dei Ministri, viene fatta finalmente chiarezza sul destino della misura tanto contestata da una parte della maggioranza, con Lega e Italia Viva che in più di un’occasione hanno chiesto al premier Draghi di fare un passo indietro sul reddito di cittadinanza, bloccando i finanziamenti alla misura.

Il problema, noto ai più, è che per il 2022 non ci sono a disposizione abbastanza risorse per riconoscere il reddito di cittadinanza senza prima apportare dei tagli all’importo. Per evitare un tale scenario servirà intervenire e da parte del Governo c’è l’impegno a farlo.

Tuttavia, con la Legge di Bilancio ci saranno anche dei cambiamenti alla misura che nel marzo prossimo “festeggerà” i primi tre anni. Vediamo, nell’attesa che venga approvato il testo vero e proprio della Legge di Bilancio 2022, quali sono le novità attese.

Reddito di cittadinanza: nessun problema di fondi per il 2022

Un problema risorse per il reddito di cittadinanza c’è ma verrà risolto con la prossima Legge di Bilancio. Ne troviamo conferma nel testo del Documento programmatico di bilancio, con il quale viene istituito un fondo aggiuntivo per il reddito di cittadinanza, così da far fronte all’aumento della spesa.

Nel 2022, infatti, il reddito di cittadinanza costerà più di quanto era stato preventivato inizialmente. Causa pandemia - che da una parte ha ridotto i redditi di molte famiglie portandole in una condizione di povertà, e dall’altra ha impedito la ricollocazione di chi già beneficiava di questa misura - il numero dei beneficiari del reddito di cittadinanza è aumentato e di conseguenza anche la spesa.

A tal proposito, l’articolo 12, comma 9, del decreto 4/2019, stabilisce che in caso di esaurimento delle risorse:

  • viene ristabilita la compatibilità finanziaria mediante rimodulazione dell’ammontare del beneficio;
  • l’acquisizione di nuove domande e le erogazioni sono sospese.

Questi scenari comunque non si concretizzeranno. All’interno del Documento programmatico di bilancio, infatti, il reddito di cittadinanza viene rifinanziato con 1 miliardo di euro. In totale, la spesa complessiva per il prossimo anno è di 8,8 miliardi di euro (che di fatto è quanto è costato il beneficio nell’anno corrente).

Revisione del reddito di cittadinanza

L’aumento di risorse, però, non sarà indolore. Anche perché Mario Draghi non può non tenere conto delle pressioni di Lega e Italia Viva che chiedono perlomeno una revisione del reddito di cittadinanza.

Ed effettivamente una riforma del beneficio ci dovrebbe essere, come spiegato da Federico D’Incà, Ministro dei rapporti con il Parlamento. Questo, tramite un post pubblicato su Facebook, ha annunciato che insieme allo stanziamento aggiuntivo di risorse sono stati anche valutati dei “correttivi per punire i cittadini disonesti che pensano di poter fare i furbetti”.

Come prima cosa, dovrebbe esserci un rafforzamento dei controlli preventivi antecedenti al riconoscimento della misura. Grazie alla varie banche dati a disposizione, quindi, l’INPS valuterà se effettivamente quanto dichiarato corrisponde alla realtà, verificando dunque il reale possesso dei requisiti. In questo modo un minor numero di “furbetti” dovrebbe arrivare a percepire la misura, di fatto alleggerendo il lavoro della Guardia di Finanza.

Novità per l’offerta di lavoro congrua

Oggi la normativa sul reddito di cittadinanza stabilisce che:

  • nei primi 18 mesi di fruizione il rifiuto di tre offerte di lavoro congrue comporta la perdita del beneficio;
  • nei successivi periodi, quindi in seguito a un rinnovo, il rifiuto di una sola offerta di lavoro congrua comporta la perdita del beneficio.

Nei primi 18 mesi, dunque, non ci sono sanzioni per chi rifiuta una o due offerte di lavoro. Semmai scatta un meccanismo per cui il raggio di ricerca dell’offerta di lavoro si allarga, tant’è che la terza offerta può arrivare da ogni parte d’Italia.

A tal proposito, con la riforma dovrebbe esserci un meccanismo per cui l’assegno verrebbe decurtato già al primo rifiuto, un po’ come succede nel caso di assenza alle convocazioni del Centro per l’Impiego.

Allo stesso tempo, potrebbe esserci una ridefinizione dell’offerta di lavoro congrua, con requisiti meno severi rispetto a oggi.

Novità per la politica attiva

I beneficiari del reddito di cittadinanza rientreranno nel programma GOL, il nuovo progetto di politica attiva pensato dall’attuale Ministro del Lavoro, Andrea Orlando.

Un meccanismo che potrebbe vedere maggiormente coinvolte le agenzie private, anche se comunque il ruolo del centro per l’impiego non verrà sminuito, come garantito da Orlando stesso.

A proposito di politica attiva, bisognerà decidere il futuro dei navigator: il loro contratto è in scadenza il 31 dicembre 2021, con la Legge di Bilancio 2022 dovrebbe arrivare una proroga oppure la loro avventura terminerà qui.

Le altre novità attese

Ma non sono questi gli unici aspetti che verranno riformati. Si parla, ad esempio di:

  • rivedere i parametri di calcolo, dando una maggiore rilevanza alle famiglie numerose;
  • il rimborso riconosciuto per la quota di affitto dovrebbe tener conto del costo della vita nel territorio dove si vive;
  • eliminazione del mese di sospensione per le famiglie con minori a carico;
  • eliminazione del vincolo dei 10 anni di residenza in Italia per gli stranieri.

Queste alcune delle indiscrezioni, ma bisognerà attendere le prossime settimane per saperne di più. Continueremo a monitorare la situazione, così da aggiornarvi su qualsiasi novità.

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