Pensione anticipata con 42 anni e 10 mesi di contributi: c’è rischio di ricalcolo contributivo?

Lorenzo Rubini

23 Febbraio 2022 - 19:24

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Quali sono i rischi di vedersi ricalcolare la pensione anticipata ordinaria con il sistema contributivo nel 2023?

Pensione anticipata con 42 anni e 10 mesi di contributi: c’è rischio di ricalcolo contributivo?

La riforma pensioni preoccupa i lavoratori. Soprattutto quelli che hanno raggiunto il diritto al pensionamento e non l’hanno esercitato o quelli che sono in procinto di raggiungerli. Il problema principale, da una parte, è quello che si teme che possa essere modificata la legge Fornero o che possa essere eliminato del tutto il sistema misto di calcolo della pensione per redirigere tutti i pensionati verso un calcolo totalmente contributivo dell’assegno.

Rispondiamo ad un lettore di Money.it che ci scrive:

“Buonasera, sono un lavoratore che ha maturato i 42 anni e 10 mesi lo scorso ottobre. Ho deciso di continuare a lavorare perché il mio lavoro mi piace ma anche per cercare di incrementare l’assegno che mi spetterà di pensione. Ma ora sono preoccupato perché si parla di rischio di ricalcolo contributivo anche per chi accederà alla pensione con la legge Fornero. Quello che vorrei sapere da voi è se avendo cristallizzato il diritto alla pensione nel 2021 con la legge Fornero se si dovesse procedere ad un ricalcolo contributivo per tutti a me spetterebbe ancora quello misto. Posso stare tranquillo?”.

Pensione e rischio ricalcolo contributivo

Prima di rispondere alla sua domanda bisogna fare una doverosa premessa. La cristallizzazione del diritto alla pensione stabilisce che una volta raggiunti i requisiti di accesso ad una misura si ha diritto di accedere alla stessa alle condizioni previste al raggiungimento del diritto. E questo anche se interviene una legge che modifica o abolisce la misura in questione.

Ma c’è da sottolineare due aspetti importanti. La cristallizzazione stessa può essere oggetto di modifica o abolizione e questo cambierebbe le carte in tavola. Inoltre c’è da tenere conto del fatto che la legge 335 del 1995 prevede che il calcolo misto-retributivo possa essere modificato, così come previsto anche per tutte le altre norme previdenziali, da una successiva legge.

Questo per dirle che l’unica garanzia che può avere di ricevere la pensione calcolata con il sistema misto è quella di andare in pensione prima della fine dell’anno, ovvero con la legge attualmente in vigore.

Poi, ovviamente, possiamo fare le nostre considerazioni. Ovvero che difficilmente con la riforma di cui si sta discutendo si andrà a modificare la legge Fornero o si andrà ad estendere il solo calcolo contributivo a tutti. Le intenzioni del governo, infatti, sono quelle di applicare l’annunciato ricalcolo contributivo soltanto a chi volontariamente sceglierà il pensionamento flessibile che si sta cercando per il 2023.

Questo, al 99%, dovrebbe tranquillizzare quanti temono che possa essere in qualche modo stravolto il metodo di pensionamento a cui desiderano accedere. Ma resta quell’1% per il quale nessuno, se non la prossima legge di Bilancio o il decreto che introdurrà la riforma pensioni, potrà darle alcuna garanzia.

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