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Partita IVA 2015: aliquota al 5% fino a Gennaio o estesa a tutto l’anno? Le soluzioni in campo
mercoledì 21 gennaio 2015, di
Sembra non essere ancora tutto definitivamente deciso sul fronte del nuovo regime dei minimi che, con l’entrata in vigore della Legge di Stabilità, ha ridisegnato le regole per i cittadini che decideranno di aprire la Partita IVA nel 2015.
La necessità di rivedere e correggere le norme attualmente in vigore sembrano crescere di giorno in giorno a causa della vera e propria ondata di proteste che sono arrivate contro il nuovo regime forfettario. Da un lato i titolari di partita IVA, anche vecchi, hanno incominciato a ritenere sempre più appetibile l’ipotesi di abbandonare la gestione separata INPS, dal momento che l’aliquota contributiva subirà sempre maggiori aumenti nei prossimi anni; dall’altro il regime fiscale che innalza al 15% la tassazione dei redditi (la base imponibile non corrisponde comunque alla totalità dei redditi perché questi ultimi vengono ridotti grazie a un coefficiente di redditività che varia in base alle differenti categorie professionali) è stato ritenuto un fiasco anche dall’Esecutivo di cui, a tal proposito, non si continuano a comprendere gli intenti. Che si tratti di lacrime di coccodrillo? Lo diranno i fatti; per ora è più utile considerare quali sono le attuali ipotesi di modifica sul campo.
Le proposte politiche
Nei giorni scorsi già il sottosegretario al Ministero dell’Economia, Enrico Zanetti, aveva proposto di estendere a tutto il 2015 le vecchie regole mentre ieri la stessa proposta è stata formalizzata da Scelta Civica (primo firmatario Giulio Sottanelli) che in un emendamento al Decreto Milleproroghe chiede che la soglia del 5% venga ancora applicata per l’anno corrente per tutti i detentori di Partita IVA che totalizzano ricavi inferiori ai 30000 euro nel periodo d’imposta in corso (il testo della Legge di Stabilità prevede soglie diverse, in base ai differenti settori professionali): si tratterebbe di una possibilità ulteriore accanto a quella attualmente vigente che i contribuenti potrebbero scegliere, qualora la ritenessero più conveniente. Il costo di questa alternativa, sarebbe stimato in 15 milioni di euro per il 2015 e in 30 milioni di euro per il 2016; si tratta ora di capire, se l’emendamento potrebbe ricevere il placet anche del Governo.
Agenzia delle Entrate
Recentemente interpellata in proposito, l’Agenzia delle Entrate ha, intanto, gettato acqua sul fuoco, affermando che, in base all’art. 35 del Decreto IVA (Dpr 633/1972) è ancora possibile optare per il vecchio regime dei minimi con aliquota al 5%, dal momento che sarebbero concessi ulteriori 30 giorni di tempo, in cui rimarrebbero valide le vecchie regole, per far aprire la partita IVA a chi ha deciso di avviare un’attività autonoma negli ultimi giorni del 2014. Il Decreto recita, infatti, che
"i soggetti che intraprendono l’esercizio di un’impresa, arte o professione nel territorio dello Stato, o vi istituiscono una stabile organizzazione, devono farne dichiarazione entro trenta giorni ad uno degli uffici locali dell’agenzia delle Entrate ovvero a un ufficio provinciale dell’imposta sul valore aggiunto della medesima Agenzia"
Dal momento che sono previsti 30 giorni per effettuare la dichiarazione di inizio attività all’Agenzia delle Entrate, avrebbero, ad esempio, tempo fino a oggi quei contribuenti che hanno scelto di avviare un’attività autonoma lo scorso 22 dicembre. Contribuenti che in tal caso godrebbero dei benefici del vecchio regime dei minimi e conserverebbero tale beneficio fino ai 35 anni di età (come prevedeva la precedente normativa Decreto Legge 98/2011). Ciò potrebbe scatenare un’ulteriore corsa all’apertura di Partita IVA, dopo quella già verificatasi a Novembre e a Dicembre scorsi.
Associazioni professionali
Sul fronte dell’aumento del prelievo contributivo le associazioni dei liberi professionisti come Acta, Confassociazioni e Alta Partecipazione hanno protestato pesantemente richiedendo il blocco dell’aumento dell’aliquota INPS al 30,72%. A tal proposito è stato già presentato un emendamento del PD che richiede che, per il 2015, il prelievo contributivo, per i liberi professionisti che non hanno una Cassa previdenziale legata a un Ordine Professionale e che, quindi sono iscritti alla Gestione Separata INPS, rimanga invariato al 27,72%.
