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OCSE: gli altri Paesi cresceranno mentre l’Italia rimarrà in crisi

martedì 3 settembre 2013, di Vittoria Patanè

Buone notizie per gli altri, brutte per noi. Non è una novità diranno in molti, ma mentre il nostro Governo esprime ottimismo e fiducia nel futuro, le stime dell’OCSE, l’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico, dicono qualcosa di diverso, di molto diverso.

Secondo l’Ente internazionale che si occupa di studiare la situazione economica dei Paesi membri infatti, nel secondo semestre del 2013 le altre Nazioni registreranno finalmente una crescita, in alcuni casi anche considerevole, segno della fine della crisi. Noi invece, rimarremo bloccati nell’incertezza, segnando una contrazione dello 1.8%.

Le stime dell’OCSE

Secondo l’organizzazione parigina il secondo semestre di quest’anno segnerà la svolta per i maggiori Paesi europei ed extraeuropei Forti crescite e crisi alle spalle, dopo anni di fatica e privazioni.
Ecco quindi le stime:

  • Italia: crescita -1.8%
  • Francia: crescita +0%.
  • Germania: crescita +0.7%.
  • Gran Bretagna: crescita +1.5%.
  • Giappone: crescita +1.6%.
  • Stati Uniti: crescita +1.7%.

Ultima posizione dunque per la Francia che almeno riuscirà a mantenersi in pari, mentre, per quanto ci riguarda, perderemo per strada l’1.8%. Nonostante proclami e considerazioni ottimistiche, siamo ancora in crisi e qualsiasi misura l’attuale Governo stia mettendo in atto, abolizione dell’IMU, compresa, non è abbastanza.

Le considerazioni dell’OCSE

Bene dunque Stati Uniti, Giappone e Gran Bretagna, mentre l’Eurozona rimane fragile. La crescita c’è, ma servono ancora molti passi avanti.

Il consiglio è dunque quello di continuare con una politica monetaria forte ed espansiva che riesca a far ripartire le economie e a incrementare parallelamente le riforme strutturali all’interno dei singoli Paesi.

Discorso inverso invece per la Federal Reserve. Secondo l’organizzazione europea infatti, è il momento di mettere in atto il tapering, cioè una politica monetaria “un po’ più tranquilla” che riduca gradualmente gli stimoli degli ultimi anni. Gli Stati Uniti sono ormai fuori dalla crisi, il quantitative easing può andare in pensione.

Bisogna segnalare inoltre che le previsioni dell’OCSE sono state riviste tutte al rialzo rispetto ai dati diramati a maggio. Inutile dire però, quali dati sono rimasti invariati rispetto a 4 mesi fa: ovviamente quelli Italiani, ma ormai sembra superfluo anche dirlo.
Queste sono dunque le prospettive a breve termine dell’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico. Cosa dire: ad maiora.

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