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FMI, Lagarde: guerra di valute? Solo un timore, i veri problemi sono altri

lunedì 18 febbraio 2013, di Federica Agostini

Il capo del Fondo Monetario Internazionale (FMI), Chrisitine Lagarde, al G20 di Mosca ha scartato via con forza ogni preoccupazione relativa alla possibilità di una guerra di valute, invitando piuttosto a riflettere (ma soprattutto agire) per contrastare i veri problemi dell’economia mondiale.

"Si è parlato molto di guerra di valute, ma non abbiamo alcun segno che questa si stia verificando. Fino ad ora abbiamo sentito parlare del timore di una guerra di valute, ma non di una guerra vera e propria". Non c’è stato scontro, spiega Lagarde, ma "dialogo e confronto e questo G20 è stato estremamente produttivo e d’aiuto."

I commenti rilasciati da Christine Lagarde fanno eco a quelli rilasciati più in generale dai partecipanti al meeting del Gruppo dei 20 che, in sostanza, hanno dichiarato che la guerra di valute non esiste, decolpevolizzando infine anche il Giappone, fortemente criticato per le operazioni di politica monetaria che hanno portato al ribasso la valuta nipponica.

Squilibri fiscali: il caso USA e Giappone

D’accordo sul fatto che la svalutazione competitiva non sia una minaccia, il G20 ha espresso grandi preoccupazioni in merito agli squilibri fiscali tra le economie più grandi; a tal proposito la Lagarde ha espresso la necessità che paesi come Giappone o Stati Uniti perseguano obiettivi e riforme a medio termine, necessari a dissipare l’incertezza e dimostrare come le ostilità politiche possano essere superate nelle decisioni di ri-aggiustamento sul lungo termine.

L’agenda fiscale in Giappone e negli Stati Uniti, nota Christine Lagarde, è piuttosto critica e dovrà eliminare ogni possibile incertezza.

Negli Stati Uniti, infatti, il temuto fiscal cliff è stato evitato grazie al American Relief Act of 2012, tuttavia, il governo deve ancora affrontare la sfida sul più lungo termine dovendo gestire i 16 mila miliardi di deficit tra la forte divisione politica e tentando di recuperare la crescita economica.

Nel frattempo, il governo giapponese ha raggiunto i 77 miliardi di dollari di deficit commerciale, mentre allo stesso tempo combatte per portare l’economia fuori da un decennio di deflazione ed economia stagnante.

Christine Lagarde ha espresso l’urgenza che la classe politica contribuisca alla riduzione del deficit e al consolidamento fiscale che "dovrà essere specifico per ogni paese e andare di pari passo con la politica monetaria," perché, ha spiegato il capo del FMI "la politica monetaria accomodante è pensata per supportare gli sforzi [del governo] nel consolidamento fiscale."

Flussi di capitale: impatto sulle economie emergenti

Riguardo alle tematiche di guerra di valute, alcuni paesi hanno espresso poi le loro preoccupazioni in merito all’impatto che la manipolazione valutaria sta avendo sui flussi di capitale diretti alle economie emergenti.

I funzionari del Sud Corea e dell’India, ad esempio, hanno pubblicamente parlato delle loro preoccupazioni in merito ai flussi di capitale.

Il governatore della Bank of Korea, Kim Choong-soo, ha espresso al Wall Street Journal la sua preoccupazione relativa al progressivo indebolimento dello Yen e agli effetti di questa tendenza sull’economia del proprio paese, sottolineando come la sicurezza finanziaria sia un pre-requisito per la fiducia degli investitori nei confronti delle nazioni più piccole.

Il governatore della Reserve Bank of India, Duvvuri Subbarao, ha invece espresso alla CNBC la preoccupazione relativa ai movimenti dei tassi di cambio e il loro possibile effetto sui flussi di capitale.

Sui flussi di capitale, Christine Lagarde conferma che il FMI sta ultimando le linee guida per la regolamentazione dei flussi (capital control) che "dipendono da molti fattori. Abbiamo leggermente modificato i nostri consigli guida per tener conto sia del tasso di cambio, sia della bilancia dei pagamenti nel determinare se ci siano abbastanza coerenza e fair value," ha infine detto il capo del FMI.

Prossimamente, il Fondo Monetario Internazionale pubblicherà il report sul settore esterno del 2013, valutando gli squilibri tra le valute del mondo, a seguito dell’annuncio della Lagarde lo scorso dicembre e relativo al fatto che il FMI vorrebbe porsi come "arbitro" al controllo dei flussi di capitale, piuttosto che imporre restrizioni unilaterali ai singoli paesi.

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