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Catalexit: come le elezioni influiranno sui mercati
mercoledì 1 novembre 2017, di
La Borsa spagnola sta viaggiando sulle montagne russe: la scorsa settimana infatti l’indice Ibex ha seguito una traiettoria altalenante che ha evidenziato una situazione di profonda incertezza.
A contribuire a questo risultato sono state indubbiamente anche la dichiarazione unilaterale di indipendenza del Parlamento catalano e lo scioglimento della Camera da parte del governo Rajoy, che ha convocato le elezioni per il prossimo 21 dicembre.
È il ‘fine primo tempo’ (o almeno un punto e capo) di un conflitto che si è inasprito lo scorso 6 settembre, con l’approvazione da parte del parlamento catalano della legge che ha portato al referendum del 1 ottobre.
Oltre alla fuga da parte di numerosissime imprese che hanno spostato il loro domicilio sociale fuori dalla Catalogna, è stata anche la Borsa a pagare le conseguenze della crisi politica e istituzionale.
Cosa sta succedendo in Borsa
La Borsa inizierà la settimana in una situazione completamente inedita: di fronte ad un weekend istituzionalmente ‘caldo’, gli investitori hanno optato questo venerdì per una stasi, riducendo le loro posizioni sul reddito variabile per evitare sorprese all’apertura dei mercati.
È quello che opina la maggior parte degli analisti spagnoli: da una parte si sono scatenate le vendite ma dall’altra la situazione politica ha fatto sì che gli investitori abbiano deciso di non comprare.
Gli esperti coincidono nel sottolineare che, nonostante l’escalation della tensione istituzionale, il nervosismo non sia ancora arrivato ai grandi fondi di investimento stranieri. Il bottone rosso delle vendite folli non è ancora stato pigiato: l’IBEX ha aperto la settimana in rialzo di oltre il punto percentuale.
L’articolo 155 e i mercati stranieri
Per il momento, l’applicazione dell’articolo 155 rappresenta una copertura contro i rischi perché gli investitori stranieri si mantengano tranquilli. Già il fatto che si sia giunti ad una soluzione democratica, ponendo sul tavolo delle trattative la possibilità concreta di elezioni, rende il mercato molto più predisposto al rialzo.
L’Ibex infatti è quotato nella cosiddetta “zona di sostegno”: una volta che il conflitto politico si risolverà, l’indice della Borsa spagnola avrà tutto ciò che gli serve per risollevarsi. Molti analisti ritengono che la situazione si normalizzerà e gli investitori, vedendo ristabilirsi i fondamentali, si aspetteranno un mercato rialzista.
Altri analisti, invece, temono che la relazione fra l’articolo 155 e l’avanzamento dei mercati non sia così automatica come possa sembrare. La sospensione dell’autonomia è stata ben accolta e potrà comunque servire per recuperare fiducia nella Borsa spagnola a breve termine.
La grande paura, però, è che la tensione politica possa trasferirsi sui mercati. Un report recente di Barclays va proprio in questa direzione, sottolineando le difficoltà del governo Rajoy nel controllare il potere regionale di fronte ad una possibile disobbedienza dei funzionari. Basandosi su questa situazione, gli analisti più cauti prevedono una flessione compresa tra il 4% e il 5% nelle prossime settimane.
Nonostante le previsioni di una maggiore volatilità nella Borsa spagnola, in nessun caso gli analisti prevedono un contagio con il resto dei mercati europei. Il Dax si è notevolmente allontanato dall’Ibex ed è cresciuto di un 9% dallo scorso 6 settembre.
Dove si teme un possibile effetto domino è nei confronti dell’euro, che ha chiuso la settimana all’insegna di un’incertezza dilagante ed è scivolato di nuovo sotto 1,16. Nell’aria si percepisce il danno economico di queste settimane di instabilità riguardanti l’economia catalana (30% del PIL spagnolo).
Il PIL e le banche dopo Catalexit
A risentire di questa situazione sono, come sempre accade, le banche. BBVA, una delle principali banche spagnole, ha tagliato di tre decimi le previsioni di crescita della Spagna, sottolineando come il PIL crescerà sotto il 2,5% anche in caso di affievolimento del conflitto. A ciò si aggiunga poi che due delle maggiori banche catalane hanno portato il proprio domicilio fiscale fuori della ragione.
Oltre a quello del credito, altro settore colpito dalla Catalexit potrebbe essere quello energetico: un aumento della redditività dei titoli sovrani influirebbe negativamente sul costo dell’energia e quindi delle sue sovvenzioni. Se poi si aggiunge che le compagnie energetiche sono le più indebitate dell’Ibex, allora il quadro sembra essere ancora più preoccupante.