Home > Altro > Archivio > Da Casini a Pisapia ecco il centrosinistra: la coalizione di Matteo Renzi (…)
Da Casini a Pisapia ecco il centrosinistra: la coalizione di Matteo Renzi oltre il 30%
mercoledì 22 novembre 2017, di
Matteo Renzi guarda avanti e cerca di stringere per quella che sarà la coalizione di centrosinistra. Nonostante i rifiuti ricevuti dal Partito Democratico da parte di Speranza, Fratoianni e Civati, si continua a lavorare per capire chi potrà essere della partita.
A rappresentare la parte più a sinistra dell’alleanza sarà quindi Giuliano Pisapia, con i centristi di Pier Carlo Casini e Carlo Calenda a riequilibrare la bilancia. Fulcro di tutto naturalmente il PD di Renzi che, assieme a diversi altri partiti pronti a unirsi, leggendo gli ultimi sondaggi elettorali sarebbe al momento alla guida di una coalizione stimata oltre il 30%.
La coalizione di Matteo Renzi
Ora che è stata definita la legge elettorale con l’approvazione del Rosatellum-bis e che ci si è messi alle spalle le elezioni in Sicilia, per tutti i partiti è giunto il momento di delineare quelle che saranno le alleanze alle prossime elezioni politiche.
Tranne il Movimento 5 Stelle che come è noto corre da solo, tutti gli altri partiti cercheranno di dare vita da qui a breve a coalizioni più ampie possibile visto il meccanismo del nuovo sistema di voto.
Grandi manovre quindi anche in casa Partito Democratico per cercare di dare forma al tanto evocato centrosinistra. Chi guardava con nostalgia alla rinascita di un possibile nuovo Ulivo rimarrà deluso, visto che una divisione nell’area è ormai inevitabile.
Movimento Democratico e Progressista, Sinistra Italiana e Possibile correranno da soli in un listone unico. Alla guida ci dovrebbe essere Pietro Grasso ma tutto si saprà dopo l’assemblea del 3 dicembre.
A sinistra poi c’è da registrare anche una ulteriore spaccatura: Rifondazione Comunista e “quelli del Brancaccio” capitanati da Anna Falcone e Tomaso Montanari non saranno della partita e, a questo punto, non si capisce ancora se andranno da soli oppure rimarranno a guardare.
Matteo Renzi di recente ha fatto notare come nella più che mai frammentata galassia del centrosinistra italiano ci siano più di venti formazioni politiche. Alla fine alcune di queste decideranno di correre alle prossime elezioni in tandem con il Partito Democratico.
Nonostante stia provando a fare il “duro”, Giuliano Pisapia avendo ormai la porta sbarrata a sinistra non potrà far altro che seguire l’ex premier. Campo Progressista così, assieme ai Verdi, andrà a rappresentare la parte più a sinistra della coalizione.
Per i centristi di sicuro saranno della partita Pier Ferdinando Casini e l’attuale ministro Carlo Calenda. In dubbio Angelino Alfano: dopo i pochi voti presi anche in Sicilia, il leader di Alternativa Popolare può rappresentare soltanto un peso per la coalizione e la sua presenza è a forte rischio.
Per il resto porte aperte anche ai Radicali, per i mal di pancia della Bonino alla fine vale lo stesso discorso fatto sopra per Pisapia, agli altoatesini del SVP e a ciò che resta del PSI e dell’Italia dei Valori.
Stando al più recente sondaggio pubblicato, questa coalizione al momento sarebbe al 30,6% staccata di poco meno di quattro punti percentuale dal centrodestra. Il resto della sinistra invece viene dato al 6,3%, con un centrosinistra unito che quindi sarebbe davanti a tutti.
Obiettivo Palazzo Chigi
Alla luce di questa ormai consumata divisione con la sinistra, quante speranze ha Matteo Renzi di poter vincere le prossime elezioni? La risposta è semplice: al momento le chance sono praticamente nulle.
Alla coalizione infatti servirebbe crescere di almeno un ulteriore 9% che, tradotto in numero di voti, corrisponde a più di 3 milioni di preferenze che devono essere recuperate. L’impresa dunque è più che ardua.
Nonostante che il suo segretario continui a ripetere che è possibile ottenere di nuovo il 40%, al Partito Democratico potrebbero bastare però anche solo 1 milione di voti in più, che equivalgono di solito a un 3%, per poter tornare in corsa per la guida del governo.
Il pareggio elettorale infatti è il risultato più probabile e un governo dalle larghe intese è l’unica soluzione se non si vuol tornare alle urne. Un comunque buon risultato da parte del PD potrebbe così proiettare Matteo Renzi in pole position per ricevere il mandato da Mattarella di formare un nuovo governo.
A quel punto però si dovrebbero trovare altri appoggi. Bersani ha detto in questi giorni che il dialogo con il PD potrà riprendere soltanto a urne chiuse. I numeri però potrebbero non bastare ugualmente, così si dovrebbe per forza guardare a Forza Italia e agli altri centristi.
Per Matteo Renzi quindi potrebbe essere questa l’unica prospettiva per poter tornare a Palazzo Chigi. Qualsiasi altra velleità di vittoria elettorale infatti al momento appare soltanto come un mero miraggio.