Home > Altro > Archivio > Banche: sofferenze lorde superano i 200 miliardi ma per Visco e Padoan va (…)
Banche: sofferenze lorde superano i 200 miliardi ma per Visco e Padoan va tutto bene
mercoledì 12 aprile 2017, di
Le sofferenze lorde in pancia alle banche italiane ammontano a più di 200 miliardi di euro, in aumento rispetto alle precedenti rilevazioni. Lo dice Bankitalia nel suo ultimo bollettino “Banche e moneta”. Un dato che fuga ogni dubbio circa il reale stato di salute del sistema bancario italiano, demolito da anni di bassa (bassissima) crescita.
Eppure, i membri dell’establishment politico ed economico italiano continuano imperterriti nell’affermare che “la situazione è tragica ma non seria”. Per il ministro dell’economia Pier Carlo Padoan, recentemente intervenuto al Salone del Risparmio, la situazione, benché difficile, resta del tutto “gestibile”.
Dello stesso parere il governatore di Bankitalia Ignazio Visco, il quale ha sostenuto di fronte ai banchi del Parlamento europeo che in merito alle sofferenze in pancia alle banche italiane “non si può parlare di bomba orologeria”. Ha inoltre prospettato l’istituzione (di moda qualche mese fa) di una bad bank incaricata di stoccare i Non performing loans accumulati dalle banche italiane negli ultimi anni.
La linea generale di Bruxelles e Francoforte resta comunque la cessione degli NPL sul mercato. Secondo la vulgata generale, la gestione in house delle sofferenze rischia di compromettere il flusso creditizio attivo delle banche. Tuttavia, il rischio è che si crei - come già sta avvenendo - un mercato apposito degli NPL in un contesto di bassa crescita. In altre parole, la premessa di una bolla.
Bankitalia: aumentano le sofferenze lorde in pancia le banche
I numeri parlano chiaro, anzi chiarissimo. Le sofferenze in pancia alle banche italiane hanno sfondato la barriera dei 200 miliardi (203,052, per l’esattezza). Gli analisti si aspettavano un calo (197 miliardi), in definitiva ampiamente disatteso. Un altro aspetto evidenziato dagli uffici di Via Nazionale è la stagnazione dei prestiti alle imprese (calati dallo 0,9% di gennaio allo 0,1%), cifra di un’economia lontanissima dai lidi messianici promessi dai menestrelli di Palazzo Chigi.
Su base annua la crescita delle sofferenze è stata del 7,5%, 3 punti percentuali in più rispetto alla rilevazione di gennaio. Stabile la crescita dei prestiti alle famiglie (2,2%). Calano anche gli impieghi nel settore privato: rispetto a gennaio, il dato in febbraio è calato dello 0,4%. Crescono i depositi ma diminuisce la raccolta obbligazionaria.
NPL: per Padoan e Visco sono un problema, ma situazione “gestibile”
Per il Ministro dell’economia Pier Carlo Padoan, di recente intervenuto al Salone del Risparmio, benché costellata di difficoltà che richiedono un impegno giornaliero la vicenda degli NPL è del tutto “gestibile”.
Il Ministro ha spiegato che il governo è in prima linea nella ricerca di soluzioni originali che accontentino tutti - le banche e le Istituzioni UE, le quali attendono per il mese di maggio, fra le altre cose, il piano di ricapitalizzazione di MPS.
“Stiamo innovando in Europa nell’uso di strumenti nuovi come la ricapitalizzazione precauzionale - ha aggiunto - L’Italia è all’avanguardia per rendere l’unione bancaria operativa.”
Naturalmente, la definizione dell’unione bancaria europea passa per la risoluzione dell’annosa questione delle sofferenze bancarie nell’Eurozona (l’Italia è al terzo posto nella grottesca classifica dei Paesi più sofferenti, dietro a Grecia e Cipro). Una velleità che Padoan spesso tende ad anteporre alle vere problematiche del Paese, come la bassa crescita.
Gli fa eco Visco, il quale ha recentemente affermato che le sofferenze non sono una “bomba orologeria”, benché rappresentino un problema di rilievo. Secondo il capo di Via Nazionale, è difficile pensare che le sofferenze (l’1% del PIL nazionale) rappresentino un vincolo pressante per l’avvenire economico dell’Italia.
“Abbiamo un complesso di sofferenze di circa 80 miliardi, ma stanno per la maggior in banche grandi, Intesa, Unicredit, Ubi e per una parte più piccola in quelle in difficoltà come Mps, le venete, dove abbiamo un complesso di sofferenze di 20 miliardi.”
Mercato NPL: rischio bolla?
Come hanno fatto notare molti osservatori, non è da escludere che l’ingente massa di NPL reimmessa sul mercato provochi l’esplosione di una bolla se la pratica dovesse essere ancora per lungo tempo accompagnata da una crescita troppo bassa dell’economia reale.
In altre parole, molte banche stanno cedendo (su intimazione implicita della BCE) le sofferenze sul mercato al fine di ricavarne un guadagno senza lasciare che marciscano ulteriormente. Naturalmente, sta sviluppandosi un mercato concorrenziale degli NPL che spinge i prezzi al rialzo. Le banche stanno profittando a tal punto che intermediari solidi (e avversi al rischio) come Banca Ifis ha di recente acquistato un portafoglio di NPL del valore di 2 miliardi di euro, solo per fare un esempio.
Ma qual è il rischio? Senza la crescita dell’economia reale i compratori potrebbero trovarsi in mano un pugno di mosche. Il prezzo degli NPL è al momento viziato da un’euforia che può presto tramutarsi in una pericolosa bolla.