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Banche centrali scaricano l’Euro, è corsa verso la Sterlina
lunedì 3 aprile 2017, di
Le banche centrali stanno scaricando l’euro dalle loro riserve in scia delle preoccupazioni per l’instabilità politica, la crescita debole e la politica dei tassi di interesse negativi della Banca Centrale Europea - preferendo detenere la sterlina come un’alternativa più stabile nel lungo termine.
Nonostante l’incertezza derivante dalla Brexit - attivata formalmente la scorsa settimana dal primo ministro Theresa May - le banche centrali di tutto il mondo vedono il Regno Unito come un contesto dalla prospettiva più sicura per i loro investimenti di riserve valutarie rispetto all’Eurozona, come rilevato da un sondaggio riportato dal Financial Times.
Banche centrali, il sondaggio: gestori scaricano l’euro, troppe insicurezze
Secondo un sondaggio pubblicato lunedì, i gestori delle riserve presso 80 banche centrali, che insieme sono responsabili di investimenti del valore di quasi €6.000 miliardi, vedono la stabilità dell’unione monetaria come la loro paura più grande per il 2017.
I risultati dello studio - realizzato dal Central Banking Publications e dalla banca HSBC all’inizio di quest’anno - mostra che alcuni gestori hanno tagliato tutta la loro esposizione verso l’euro, mentre altri hanno hanno ridotto le partecipazioni in investimenti denominati in euro al minimo indispensabile. Più di due terzi delle 80 banche centrali oggetto del sondaggio hanno modificato la propria allocazione di portafoglio, come anche la durata dei loro investimenti.
Le banche centrali dei mercati in via di sviluppo ed emergenti, alcune delle quali sono tra i titolari delle riserve valutarie più grandi del mondo, sono state più disposte rispetto alle banche centrali delle economie avanzate a scaricare l’euro dalla propria allocazione.
Banche centrali: Brexit non influenza la view positiva sulla sterlina
La decisione del Regno Unito di uscire dall’UE non ha influenzato la popolarità della sterlina come valuta di investimento fino ad ora, con il 71 per cento degli intervistati che definisce rosee le aspettative sulla sterlina nel lungo periodo.
Nonostante alcune banche centrali avessero riferito che sarebbero diventate più caute verso l’investimento nella sterlina nel corso dei prossimi anni, l’indagine ha mostrato che in molti credono che la Brexit possa fornire l’occasione giusta per diversificare i propri portafogli più avanti nel futuro. Quasi l’80 per cento degli intervistati ha riferito che l’elezione di Donald Trump a presidente degli Stati Uniti non ha cambiato la loro visione d’insieme sul dollaro statunitense.
Euro: pesano tassi negativi e incertezza politica
Poco più di un terzo degli intervistati, circa la metà dei quali lavora per banche centrali di Paesi emergenti, ha riferito che le preoccupazioni per l’area euro nascono dalla crescente instabilità politica in Europa, che ha visto i partiti anti-europei in tutto il continente conquistare un grande sostegno popolare negli ultimi anni.
La politica dei tassi di interesse negativi della BCE - con l’obiettivo di stimolare la crescita nella zona euro - è stata identificata come un fattore chiave del disinvestimento in euro. La politica di stimolo, attiva dall’estate del 2014, ha innescato un clima di avversione da parte delle banche private di tutta Europa, che vedono erodersi i propri profitti.
Il tasso sui depositi nella zona euro al momento è a meno 0,4 per cento - il che significa che i creditori in effetti pagano per avere depositi presso le casse della Banca Centrale Europea.