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Accordo fiscale Italia - Svizzera sempre più vicino: la firma entro un mese
giovedì 8 gennaio 2015, di
Da quanto si apprende da fonti a conoscenza dell’evoluzione dei negoziati, sembra sempre più vicina la chiusura dell’accordo fiscale tra Italia e Svizzera per far emergere i capitali italiani depositati nella Confederazione Elvetica. L’accordo dovrebbe essere firmato entro 60 giorni dall’entrata in vigore della Legge sul rientro dei capitali (Voluntary Disclosure), quindi entro il 2 Marzo, dal momento che questa norma è entrata in vigore il 2 Gennaio.
La chiusura dell’accordo, al quale i rappresentanti dei due Paesi stanno lavorando da più di due anni, dovrebbe essere molto vicina e dovrebbero essere definiti solo alcuni dettagli. Nelle previsioni più ottimistiche la firma potrebbe arrivare già nei prossimi giorni mentre, se ultime limature dovessero richiedere più lavoro, il tempo massimo per la firma dell’accordo fiscale potrebbe essere di un mese. In ogni caso, sono previste più fasi di attuazione che disciplineranno diversi aspetti della normativa fiscale.
E’ stata proprio la firma della legge sull’emersione dei capitali detenuti illecitamente all’estero a far accelerare i tempi per la chiusura dell’accordo, dal momento che la stessa norma, approvata dal Parlamento Italiano, contempla tra le sue misure anche un provvedimento di sicuro favore per le banche svizzere: i contribuenti italiani che regolarizzeranno i capitali detenuti all’estero, denunciandone l’esistenza, non dovranno necessariamente riportarli in Italia e, in base all’accordo in via di definizione, saranno tenuti al pagamento di sanzioni più basse per i capitali detenuti in Svizzera, rispetto alle sanzioni previste per i capitali detenuti nei Paesi Black List.
I tempi della chiusura dell’accordo sono strettamente dettati dalla norma italiana sul rientro dei capitali e sulla voluntary disclosure, dal momento che il 2 Marzo è il termine fissato dal provvedimento per siglare accordi fiscali tra i l’Italia e i Paesi Black List che, in tal modo, saranno "spostati" nella white list e consentiranno ai contribuenti italiani che hanno depositato capitali nei loro istituti bancari di pagare sanzioni ridotte, dopo averne denunciato la presenza.
L’obiettivo complessivo del Governo è quello di mettere in campo un’azione congiunta contro gli evasori, dal momento che l’accordo fiscale tra Italia e Svizzera dovrebbe impedire agli evasori di nascondersi mentre la norma sulla Voluntary Disclosure dovrebbe facilitare sia la regolarizzazione dei capitali detenuti all’estero che il loro rientro. L’effetto desiderato dall’esecutivo è quello di racimolare nuove risorse, stimate tra i 5 e i 6,5 miliardi di euro, per effetto delle sanzioni e della tassazione dei capitali emersi.
Nella road map dei provvedimenti sul rientro dei capitali è opportuno ricordare anche la scadenza di fine Gennaio, momento nel quale dovrebbero essere disponibili presso l’Agenzia delle Entrate gli specifici modelli da compilare per aderire alla procedure di collaborazione volontaria. Dopo la compilazione di tale modulo, i contribuenti italiani in possesso di capitali all’estero in nero o di fondi non dichiarati in Italia, avranno tempo fino al 15 settembre per autodenunciarsi. In tal modo, pur dovendo dichiarare la propria identità e dovendo provvedere al pagamento di tutte le imposte dovute, le sanzioni e le pene saranno più ridotte e si eviterà di essere perseguiti per il nuovo reato di autoriciclaggio.
