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2015: un anno da dimenticare per gli investitori?
giovedì 1 ottobre 2015, di
Per gli investitori di tutto il mondo il 2015 si sta rivelando un anno da dimenticare. La maggior parte delle azioni e delle materie prime sono in rosso da inizio anno e anche i guadagni contenuti degli investimenti obbligazionari perdono significatività grazie all’inflazione globale.
L’indice MSCI All Country World Index (azioni) è in ribasso del 6,6% nel 2015 includendo i dividendi erogati, il Dow Jones-AIG Commodity Index è sceso del 16% nel corso dell’anno, mentre l’indice che raggruppa il debito globale (Bank of America Corp.’s global debt index) ha guadagnato l’1% a fronte di un inflazione globale rilevata dal Fondo Monetario Internazionale del 2,5%.
Dopo tre anni di aumento dei prezzi azionari e allentamenti monetari, gli emergenti sono il nuovo problema
Nel terzo trimestre 2015 l’indice MSCI sull’azionario globale è sceso del 10% circa, mentre il bloomberg index sulle materie prime ha perso il 14%, la più grande discesa dalla crisi finanziaria globale di sette anni fa. L’indice VIX, che misura la volatilità registrata nel mercato, è ai livelli massimi dall’agosto 2011, quando esplose la crisi del debito sovrano europea.
La Cina è stata la principale fonte di preoccupazione per gli investitori. Lo Shanghai Composite Index è sceso del 29% nel terzo trimestre 2015, e lo yuan si è indebolito di circa il 2,5% dopo che le autorità locali hanno svalutato la moneta cinese nel mese di agosto.
Le azioni dei mercati emergenti sono scese ai minimi degli ultimi 4 anni, mentre il Real brasiliano è caduto a un minimo record a settembre dopo che il rating del Brasile è stato tagliato a junk da parte di Standard & Poor.
Negli Stati Uniti, lo Standard & Poor 500 Index è sceso di circa il 7% dalla fine di giugno in scia alla contrazione degli utili e del taglio delle stime sui profitti delle società da parte degli analisti.
Per quel che riguarda le materie il rame ha toccato il prezzo minimo da sei anni, mentre il platino è sceso del 15% nel terzo trimestre 2015, anche a causa dello scandalo Volkswagen ( il metallo è utilizzato per ridurre le emissioni inquinanti dei motori diesel).
Glencore Plc, multinazionale che si occupa di estrazioni minerarie, ad oggi registra uno spaventoso -69% da inizio anno al London Stock Exchange.
La FED tra necessità di interrompere gli stimoli e preoccupazione per l’economia globale
Gli analisti hanno tagliato le loro stime sulla crescita globale per il 2015 al 3% dal 3,5% di inizio anno, costringendo le banche centrali ad allungare i loro piani di stimolo monetario.
Janet Yellen ha rinviato a fine anno l’aumento dei tassi d’interesse previsto dai traders a settembre, Mario Draghi sarà probabilmente chiamato ad allungare il QE europeo dopo i dati non incoraggianti sull’inflazione europea (-0,1%).
Nonostante le turbolenze, la Presidente FED ha affermato nella giornata di ieri che l’economia statunitense è abbastanza solida, facendo presagire che siamo vicini al primo aumento dei tassi di riferimento da anni.
L’aumento di questi ultimi, che dovrebbe essere di 25 punti base, è ancora in dubbio proprio per le turbolenze economiche mondiali, poiché se il dollaro dovrebbe ulteriormente apprezzarsi, gli Stati Uniti si troverebbero nella scomoda posizione di dover vedere diminuire le esportazioni verso il più grande consumatore mondiale di materie prime, la Cina, e affossare ancor di più le economie emergenti che sono indebitate in valuta statunitense.