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Mercati: i quattro temi caldi della prossima settimana

venerdì 22 febbraio 2019, di Luca Fiore

Il primo marzo si avvicina

Tra una settimana inizia il mese di marzo, quando è prevista la scadenza della tregua tra Stati Uniti e Cina. Alla luce della complessità del tema e delle indicazioni positive arrivate nelle ultime sedute, è possibile, come già in parte preannunciato, che Trump posticipi il cessate il fuoco.

La sensazione è che le parti in causa, nonostante la lontananza, abbiano entrambe voglia di raggiungere un accordo. Anche perché l’alternativa, tariffe del 25% su 200 miliardi di “made in China” (oltre il doppio rispetto agli attuali livelli), non alletta nessuno.

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Dallo shutdown allo slowdown

Gioco di parole facile facile per indicare che la prima economia, messasi alle spalle il maggiore blocco delle attività federali di sempre, è pronta per entrare nell’era del rallentamento dell’economia (del resto già messo in conto dalla Fed nel corso dell’ultimo meeting).

Nuove indicazioni sullo stato di salute dell’economia statunitense arriveranno dagli interventi di Jerome Powell alla Camera e al Senato in calendario rispettivamente martedì e mercoledì.

Giovedì sarà invece la volta dei numeri relativi la crescita dell’economia nel quarto trimestre (la cui pubblicazione è stata rinviata proprio a causa dello shutdown). Gli analisti stimano un rallentamento dal 3,4% (dato rivisto dal 4,2%) al 2,4% trimestrale (dati annualizzati).

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Brexit: evitare il no-deal

Altra deadline campale è rappresentata dal 29 marzo, quando Londra dovrebbe uscire dall’Unione europea. A due settimane dall’ultimo voto, non sono stati registrati grandi cambiamenti.

L’ipotesi che si cerca di evitare è il “no-deal”: in alternativa il governo potrebbe proporre di negoziare un nuovo accordo per la Brexit (che inevitabilmente richiederebbe un’estensione dell’articolo 50), indire un nuovo referendum (anche in quest’ipotesi occorrerebbe un’estensione) o addirittura nuove elezioni. Un nuovo voto sull’accordo di uscita è in calendario il prossimo 27 febbraio.

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Inflazione europea sotto i riflettori

Nonostante il calo dell’indice Pmi sotto quota 50 punti, le ultime indicazioni arrivate dalle economie di Eurolandia fanno ben sperare.

Nel corso della prossima settimana importanti indicazioni macro per i Paesi aderenti la moneta unica arriveranno dai numeri relativi tasso di disoccupazione e inflazione. Se il primo dovrebbe confermarsi in quota 7,9%, la seconda potrebbe segnare un lieve rialzo dall’1,4 all’1,5 per cento (anche se il dato “core” è atteso stabile all’1,1%).

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