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Segreto bancario: anche il Liechtenstein esce dalla black list grazie all’accordo fiscale con l’Italia

venerdì 27 febbraio 2015, di Simone Casavecchia

Dopo la Svizzera tocca al Liechtenstein, un fazzoletto di terra incastonato tra la Confederazione Elvetica e l’Austria che pochi conoscono se non per la sua fiscalità particolarmente generosa e riservata nei confronti di dei correntisti che trasferiscono nelle banche di questo principato i loro guadagni.

Questa situazione però, muterà presto come è già avvenuto per la vicina Svizzera, dal momento che nella giornata di ieri il ministro dell’Economia e delle Finanze Pier Carlo Padoan e il suo omologo, Adrian Hasler (che è anche primo ministro del Liechtenstein) hanno firmato un accordo che prevede lo scambio di informazioni bancarie a fini fiscali.

Accanto all’accordo è stato firmato anche un protocollo aggiuntivo relativo alle richieste di gruppo. Per quanto riguarda l’accordo vero e proprio, invece, l’intento generale è stato quello di

"sviluppare ulteriormente la cooperazione amministrativa tra i due Paesi e quindi rafforzare il contrasto all’evasione fiscale"

In tal modo si porrà fine al segreto bancario attualmente vigente nel Liechtenstein che, pertanto uscirà dalla black list dei Paesi considerati come paradisi fiscali dallo Stato Italiano. L’accordo sullo scambio di informazioni bancarie sarà effettivamente applicato solo dopo la ratifica del Parlamento Italiano e di quello del Liechtenstein, anche se la sua validità decorrerà dalla data della firma dell’accordo, quindi da ieri.

L’accordo che prevederà lo scambio di informazioni sui movimenti bancari posti in essere dal 26 Febbraio 2015, è basato sul modello Ocse di Tax Information Exchange Agreement (Tiea) e fa sì che sia possibile scambiare informazioni di natura fiscale sulla maggior parte delle imposte in vigore nei due Stati. Per questo, qualora un ente fiscale italiano o del Liechtenstein richiedesse informazioni necessarie ad accertare il pagamento di imposte sui redditi o sui patrimoni, l’altro stato, a cui sono richieste le informazioni non potrà rifiutarsi di fornire all’ente richiedente quelle stesse informazioni, ponendo come motivazione il segreto bancario o la mancanza di interesse ai propri fini fiscali.

Per quanto riguarda il protocollo aggiuntivo che regola le richieste di gruppo, occorre specificare che le richieste di informazioni presentate dalle autorità fiscali italiane potranno riguardare anche

"comportamenti che fanno presumere l’intenzione dei contribuenti di nascondere al fisco italiano patrimoni o attività detenute irregolarmente nel Liechtenstein"

Ai fini della voluntary disclosure il Liechtenstein viene ora considerato dal fisco italiano un Paese "non black list", sarà quindi possibile per i contribuenti italiani che intendono accedere alla procedura di collaborazione volontaria usufruire di tutti i vantaggi fiscali previsti (imposte dovute per intero ma sanzioni ridotte) per dichiarare i capitali finora nascosti al Fisco e per effettuare anche l’eventuale trasferimento di questi ultimi in Italia.

Oltre all’accordo fiscale e al protocollo, i due ministri hanno firmato anche una Dichiarazione Congiunta di natura politica, con la quale Italia e Liechtenstein applicheranno anche lo scambio automatico di informazioni fiscali (standard globale Ocse) dal 2017. Quest’ultimo documento impegna i due Paesi anche a prevedere in futuro, un ulteriore accordo contro le doppie imposizioni che sarà presumibilmente stipulato dopo l’effettiva entrata in vigore dell’accordo fiscale e del protocollo.

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