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Riforma pensioni 2016, il calendario lavori del Governo Gentiloni

sabato 17 dicembre 2016, di Anna Maria D’Andrea

Riforma pensioni 2016, con il Governo Gentiloni continua il cammino della riforma del sistema previdenziale italiano e sono in calendario i lavori per l’attuazione delle novità pensioni 2016. Con la crisi di governo che ha portato alle dimissioni di Matteo Renzi e al nuovo incarico affidato all’ex Ministro degli Esteri, non sono stati in pochi a tempere il flop della riforma.

La riforma pensioni 2016 che, si ricorda, è stata approvata lo scorso 7 dicembre con l’approvazione al Senato in via definitiva della Legge di Bilancio 2017, ha apportato importanti cambiamenti alla struttura del sistema previdenziale italiano.

In programma, per Gentiloni, i decreti attuativi alla riforma pensioni con i quali stabilire le indicazioni operative che determineranno beneficiari, requisiti e avvio della pensione per precoci Quota 41, lavori usuranti, la proroga di Opzione donna e il nuovo anticipo pensionistico, l’Ape volontaria e l’Ape Sociale.

Le novità che dovranno essere rese esecutive con i decreti del Governo Gentiloni riguardano una platea molto ampia di lavoratori che, raggiunti i requisiti contributivi previsti dal testo di riforma pensioni 2016, potranno accedere al prepensionamento.

Nello specifico si tratta dei 6 decreti attuativi che dovranno esser predisposti entro marzo 2017, termine entro cui verrà dato ufficialmente avvio alla riforma pensioni 2016. Tra le eredità dell’ex premier Matteo Renzi c’è anche la fase due della riforma: in programma per il Governo Gentiloni il confronto con i sindacati e le parti sociali sui correttivi da apportare alla riforma Fornero.

Ecco il calendario dei lavori per Gentiloni sulla riforma pensioni 2016, decreti attuativi e confronto con i sindacati nel 2017.

Riforma pensioni 2016, il calendario lavori del Governo Gentiloni

Per l’avvio delle novità in materia previdenziale contenute nel testo di riforma pensioni 2016 sono necessari i decreti attuativi e il Governo Gentiloni non prevede, ad oggi, rallentamenti circa l’entrata in attivo delle novità che coinvolgeranno i lavoratori prossimi alla pensione.

Il Governo Gentiloni ha già messo in programma per l’Esecutivo un calendario di lavori e nel dettaglio ha predisposto quali saranno i termini entro cui emanare i decreti attuativi della riforma pensioni 2016.

Il termine è fissato ad oggi al 1° marzo 2017, quando il Presidente del Consiglio dei Ministri, il Ministro del lavoro e delle politiche sociali e il Ministro dell’economia e delle finanze dovranno emanare il decreto attuativo Ape.

Il testo del decreto determinerà le modalità di finanziamento e di restituzione del prestito pensionistico che, si ricorda, sarà erogato dalle banche nei confronti dei lavoratori dipendenti con 63 anni e 30 anni di contributi. Si potrà andare in pensione 3 anni e 7 mesi prima ma, al raggiungimento del requisito anagrafico ordinario, il prestito dovrà essere restituito alla banca, con una decurtazione ventennale sull’assegno pensionistico.

Il decreto attuativo dell’Ape volontario è molto atteso non soltanto dai contribuenti ma anche da banche, Inps e assicurazioni, chiamati a giocare un ruolo chiave per la riuscita della riforma pensioni 2016.

Con i decreti attuativi nelle mani del Governo Gentiloni si stabiliranno anche le modalità operative delle ulteriori novità previste dalla riforma pensioni 2016: l’attuazione del prepensionamento per i lavoratori precoci, la Quota 41, i requisiti e le modalità relative ai lavoratori di categorie usuranti.

Ecco nel dettaglio quali gli ulteriori decreti attuativi in programma per il Governo Gentiloni, da predisporre entro il mese di marzo 2017.

Riforma pensioni 2016: programma Gentiloni per Quota 41, Ape Sociale, usuranti

I decreti attuativi in programma per il Governo Gentiloni non riguardano soltanto l’Ape. Oltre all’anticipo pensionistico volontario, entro il mese di marzo 2017 Gentiloni avrà il compito di predisporre gli ulteriori decreti attuativi che l’Esecutivo dovrà emanare per evitare rallentamenti alla riforma pensioni 2016.

Il calendario del Premier Gentiloni prevede che entro il 1° marzo 2017 dovranno essere emanati i Decreti del Presidente del Consiglio dei Ministri relativi ai lavoratori che avranno accesso all’Ape Sociale e alla Quota 41. Più nel dettaglio si attendono indicazioni su quelli che sono i documenti che i lavoratori ammessi alle modalità di prepensionamento della riforma pensioni 2016 dovranno produrre per l’accesso ai benefici previdenziali.

Stesso discorso per quel che riguarda i lavori usuranti, ovvero le categorie di lavoratori che potranno avere accesso alla pensione anticipata e senza penalizzazioni. Con i decreti attuativi alla riforma pensioni 2016 in programma per il Governo Gentiloni dovranno essere stabiliti quali sono i documenti da presentare e sono attese semplificazione per quel che riguarda i dati da presentare all’Inps per dimostrare di rientrare nella categoria.

Leggi anche -> Riforma pensioni 2016: testo definitivo approvato al Senato. Ecco tutte le novità

Riforma pensioni 2016, fase 2: nel programma Gentiloni confronto con sindacati

Il programma del Governo Gentiloni dovrà tener conto anche della fase 2 della riforma pensioni 2016, concordata con i sindacati dal Governo Renzi e sottoscritto con l’accordo quadro del 28 settembre.

La fase 2 della riforma e le successive novità pensioni che si attendono riguardano la riforma del sistema di calcolo contributivo. La richiesta dei sindacati è quella di rendere il sistema più equo e flessibile, soprattutto in favore dei giovani con redditi bassi e discontinui. Inoltre, sul tavolo delle trattative che dovranno essere prese in mano da Gentiloni, lo sviluppo della previdenza integrativa e l’introduzione della pensione contributiva di garanzia, legata agli anni di contributi e all’età d’uscita dal lavoro. L’obiettivo dei sindacati è quello di garantire pensioni adeguate anche ai contribuenti penalizzati dal sistema contributivo.

La fase 2 della riforma pensioni 2016 giocherà un ruolo fondamentale su quello che sarà il sistema previdenziale italiano a partire dal 2017 perché, affermano i sindacati, oltre alle uscite anticipate dal lavoro, è necessario intervenire sul sistema di calcolo contributivo e incoraggiare gli investimenti dei fondi pensione nell’economia reale.

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