Le regioni dove i ricoveri aumentano più in fretta (e rischiano la zona gialla)

Simone Micocci

03/08/2021

05/08/2021 - 15:42

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La curva dei contagi rallenta, ma aumentano i ricoveri negli ospedali. Quattro le regioni che rischiano di passare prima in zona gialla.

Le regioni dove i ricoveri aumentano più in fretta (e rischiano la zona gialla)

Da settimane ormai non si parla altro che di rischio zona gialla: c’è il timore, infatti, di dover rinunciare ad alcune delle libertà che abbiamo ottenuto con il passaggio di tutta Italia in zona bianca, come ad esempio la possibilità di rinunciare alla mascherina quando si è all’aperto.

E per capire quando c’è il rischio di passare in zona gialla non si guarda più tanto ai contagi, che comunque continuano a crescere seppur più lentamente rispetto alle scorse settimane, ma alla situazione negli ospedali: al pari di un’incidenza di oltre 50 casi ogni 100.000 abitanti, infatti, si tiene conto anche di un’occupazione dei posti letto negli ospedali che deve superare il 10% in terapia intensiva e il 15% nei reparti dell’area non critica.

I dati sui contagi da coronavirus dell’ultima settimana ci dicono che la curva cresce più lentamente rispetto alle settimane precedenti - quando c’è stata una vera e propria accelerata - ma che allo stesso tempo negli ospedali la situazione continua a peggiorare.

Ci sono, in particolare, delle regioni dove la situazione sta peggiorando più velocemente e dove il passaggio in zona gialla si avvicina sempre più. Guardiamo quali sono - ad oggi, martedì 3 agosto 2021 - le regioni che devono guardarsi da una crescita più veloce dei ricoverati e che quindi devono temere per un passaggio in zona gialla prima della fine dell’estate.

Dove i ricoveri in ospedale crescono più in fretta

Se volete tenere sotto controllo la situazione negli ospedali in una regione d’interesse - ad esempio dove avete prenotato le vacanze - potete farlo cliccando qui, dove trovate il servizio “portale Covid” dell’Agenas, l’Agenzia Nazionale per i Servizi Sanitari Regionali.

Questa ci dice che al momento in Italia la situazione è stabile in quanto siamo al 3% nelle terapie intensive e al 4% nelle aree non critiche. Nelle terapie intensive siamo molto lontani dall’area di rischio del 30%, ma ricordiamo che per il passaggio in zona gialla basta superare il 10%.

E chi si sta avvicinando di più a questa soglia? Sicuramente la Sardegna che secondo le rilevazioni del 2 agosto ha raggiunto la soglia del 10%, con un +1% rispetto al giorno precedente. E poco importa se nei reparti ordinari la situazione è stabile al 5%: per il passaggio in zona gialla è sufficiente che la soglia nelle terapie intensive superi il 10%. Una situazione da tenere sotto controllo, anche perché mercoledì scorso la Sardegna era ferma al 4%.

Inversa la situazione della Sicilia. Nell’altra isola, infatti, la situazione in terapia intensiva è ancora sotto controllo - 5%, invariata rispetto al giorno prima - ma nei reparti ordinari ci si sta avvicinando al 15% visto che a oggi siamo all’11% (+1% rispetto al giorno prima).

Altra Regione che deve guardarsi dalla crescita dei ricoverati in terapia intensiva è la Liguria, visto che nell’ultimo giorno c’è stato un aumento persino del 2%, arrivando al 6% e avvicinandosi alla soglia del 10%. E giovedì scorso questa era ferma al 3%.

Da tenere sotto controllo anche la situazione nel Lazio, nonostante non ci sia stata alcuna variazione - né in negativo né in positivo - rispetto al giorno prima. Qui, infatti, sia nelle terapie intensive che nelle aree non a rischio si è al 5%.

Nelle altre Regioni per il momento non sembrano esserci situazioni di allarme ma - spiega l’Agenas - quanto successo nelle ultime due settimane conferma “un cambio di tendenza rispetto alla precedente decrescita dei ricoveri per Covid in terapia intensiva”.

Quando le prime regioni rischiano di passare in zona gialla

Se questo trend non si fermerà ci sarà un momento in cui le prime regioni passeranno in zona gialla. La prima regione che rischia di farlo è sicuramente la Sardegna, ma da quando? Servirà che il monitoraggio dell’ISS - che ricordiamo viene pubblicato nel fine settimana ma guarda ai dati della settimana precedente - confermi che nel contempo, oltre a un’incidenza superiore ai 50 casi ogni 100.000 abitanti, ci sia un tasso settimanale dei ricoverati in terapia intensiva superi la soglia del 10% e che nel frattempo quella nelle aree non critiche superi la soglia del 15% (ma qui la Sardegna sembra essere fuori pericolo).

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