Primarie Pd: Prodi pronto ad appoggiare Orlando?

Primarie Pd: Andrea Orlando avrebbe incassato l’appoggio di Romano Prodi nella corsa alla segreteria del partito. Matteo Renzi comunque si può consolare però con la vicinanza degli ex lettiani.

Ormai la partita delle primarie Pd è sempre più un puzzle dove a mano a mano si vanno componendo i vari schieramenti. Matteo Renzi, Andrea Orlando e Michele Emiliano si sfideranno domenica 30 aprile, con l’esito che non appare assolutamente così scontato.

Matteo Renzi è il grande favorito, ma gli oppositori ad una sua nuova elezione come segretario del partito non mancano. Si infittiscono quindi gli incontri e gli accordi, come quello che ci sarebbe stato tra Prodi e Orlando.

L’ex Presidente del Consiglio avrebbe infatti garantito l’appoggio dei suoi a Orlando, vedendo il lui la persona giusta per creare un nuovo Ulivo, conditio sine qua non secondo molti per poter vincere alle prossime elezioni.

Primarie Pd: Prodi con Orlando

Ad inizio settimana si sarebbe svolto un incontro tra Romano Prodi e Andrea Orlando. Tema della chiacchierata ovviamente le primarie del Pd, che vedono nell’attuale ministro della Giustizia lo sfidante più accreditato di Matteo Renzi.

Durante il faccia a faccia privato, l’ex Presidente del Consiglio avrebbe garantito l’appoggio dei parlamentari che a lui fanno riferimento per le prossime primarie. La deputata prodiana Sandra Zampa a breve dovrebbe rendere pubblica una nota dove si dovrebbe annunciare la scelta di sostenere Orlando.

Prodi quindi non si esporrebbe in prima persona in favore del ministro della Giustizia, ma il suo non grande feeling con Matteo Renzi è noto da tempo. Con la scissione dei bersaniani, è infatti praticamente crollato il sogno di ricreare un nuovo Ulivo 2.0.

Al momento l’unico che potrebbe riportare la pace tra le varie anime del centrosinistra sarebbe Orlando, ma prima ci sono le primarie da vincere. Dettaglio non da poco, ma il ministro continua ad aumentare i consensi.

Mentre Michele Emiliano preferisce il palcoscenico televisivo per sponsorizzare la propria candidatura, Orlando invece sta optando per una strategia più dal basso profilo, ma non per questo meno efficace.

Oltre alla Finocchiaro, sono diversi i parlamentari che hanno deciso di sostenerlo in queste primarie, con l’appoggio di Romano Prodi che sarebbe un po’ come una investitura emblematica.

Nella vicenda Consip Orlando ha deciso, in virtù anche del suo ruolo di ministro della Giustizia, di rimanere fuori dalla ridda di dichiarazioni. Il candidato alla segreteria ha più volte ribadito di volersi misurare con Renzi ed Emiliano solo sui temi da proporre al paese.

I sondaggi sulle primarie del Partito Democratico finora sono agrodolci per Orlando. Una grossa mano però potrebbe darla il regolamento del Pd a riguardo, ma nel frattempo Matteo Renzi non sta certamente rimanendo a guardare.

I lettiani con Renzi

Se Romano Prodi sembrerebbe essere quindi intenzionato a sostenere Andrea Orlando, Matteo Renzi si può comunque consolare con l’appoggio dei parlamentari vicini all’ex premier Enrico Letta.

Non è che tra Renzi e Letta corra buon sangue, visto che l’ex sindaco di Firenze ha praticamente scalzato il suo vecchio compagno di partito da Palazzo Chigi, ma nella corsa alle primarie i lettiani avrebbero fatto cadere la propria preferenza sul buon Matteo.

Renzi negli ultimi giorni deve far fronte a numerosi attacchi provenienti sia da fuori che da dentro il Partito Democratico. L’inchiesta riguardante il padre Tiziano e il suo fedelissimo ministro Luca Lotti è una di quelle da titoli in prima pagina.

Nonostante questo, Matteo Renzi ancora verrebbe accreditato al 55% dei consensi alle primarie Pd del 30 aprile. Una stima che basterebbe all’ex premier per venire rieletto al primo turno, ma il margine per la maggioranza assoluta non è molto rassicurante.

Il vecchio establishment del partito è con Orlando, con il ministro che sta raggruppando tutto il variegato fronte degli anti renziani. La partita quindi al momento sembrerebbe apertissima, con le primarie che si stanno trasformando sempre più in una sorta di referendum pro o contro Renzi.