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Pensioni news: Quota 41, Di Maio spiega la rivoluzione previdenziale dei 5 Stelle
giovedì 11 gennaio 2018, di
Pensioni news: c’è la Quota 41 per tutti in cima ai pensieri di Luigi Di Maio in materia previdenziale, con anche il leader del Movimento 5 Stelle che decide così di scoprire in anticipo le proprie carte come fatto dal centrodestra.
Anche se il programma del Movimento deve essere ancora ufficializzato, verrà presentato nei prossimi giorni, dopo le parole di Berlusconi sulla riforma Fornero le ultime pensioni news fanno registrare la volontà di Luigi Di Maio di garantire la Quota 41 per tutti e non solo per i precoci.
Pensioni news: Quota 41 per tutti
Nel complesso mondo della previdenza nostrana Quota 41 da anni rappresenta una delle poche certezze. Si tratta di un anticipo pensionistico riservato ai lavoratori precoci, ovvero tutte quelle persone che hanno lavorato almeno per 12 mesi, anche non continuativi, prima del compimento dei 19 anni.
Ancora per tutto il 2018 tutti i lavoratori che non fanno parte dei precoci possono andare in pensione di anzianità dopo 42 anni e 10 mesi di contributi per gli uomini e 41 anni e dieci mesi per le donne. Nel 2019 poi, a causa l’innalzamento dell’aspettativa di vita, la soglia salirà a 43 anni e tre mesi per gli uomini e 42 anni e tre mesi per le donne.
Indipendentemente dall’età anagrafica, i lavoratori precoci a differenza degli altri possono andare in pensione dopo 41 anni di contributi senza subire nel tempo gli innalzamenti per l’aumento dell’aspettativa di vita. Le ultime pensioni news ci parlano di una volontà del Movimento 5 Stelle di estendere questo diritto a tutti i lavoratori.
Intervistato dal TgCom, è stato il candidato premier pentastellato Luigi Di Maio ad anticipare quello che sarà il nocciolo del programma elettorale del Movimento 5 Stelle in materia di pensioni.
Noi presto presenteremo il nostro programma che si chiama "Quota 41", si basa su un concetto che tu dopo 41 anni di lavoro devi andare in pensione senza che ci sia il legame tra tempo di lavoro e età pensionabile.
Tornando poi sullo spinoso tema della riforma Fornero, Di Maio ha ribadito che “va abolita non solo per chi deve andare in pensione ma per tutti i giovani”. Non c’è dubbio che questa campagna elettorale si stia giocando sempre più sul tema delle pensioni.
La battaglia delle pensioni
La proposta di estendere la Quota 41 a tutti i lavoratori non è nuova nel Movimento 5 Stelle. Già in occasione della discussione riguardante la legge di Bilancio 2016 i parlamentari pentastellati provarono, senza successo, a far passare la norma.
Nella proposta presentata dai grillini, allora si parlava di un costo di circa 1,8 miliardi per far si che tutti i lavoratori potessero andare in pensione dopo 41 anni contributi indipendentemente dall’età anagrafica.
Per riuscire a finanziare questa misura, i 5 Stelle presentarono anche un piano economico che si basava sull’aumento delle tasse sul gioco, la diminuzione della spesa dei ministeri e del Fondo per interventi strutturali di politica economica.
Quando verrà ufficializzato il programma elettorale del Movimento, con ogni probabilità sapremo anche come a distanza di anni Di Maio e gli altri penseranno trovare i fondi necessari per l’estensione a tutti della Quota 41.
Anche per quanto riguarda la riforma Fornero i pentastellati sembrerebbero avere le idee chiare: va abolita seguendo un percorso di modifiche e non con un colpo di spugna immediato. Di Maio a tal proposito ha parlato di cinque anni di tempo per mandare la legge in soffitta.
In casa Lega Nord invece si continua a insistere che, nel caso dovessero andare al governo, il primo provvedimento che verrebbe fatto sarebbe la cancellazione della tanto odiata legge.
Molto più cauto è però l’alleato Silvio Berlusconi, che insiste per l’aumento a 1.000 euro delle pensioni minime e per modificare, non cancellare quindi, alcune parti della riforma Fornero che fu anche da lui votata a fine 2011.
Le pensioni saranno senza dubbio uno dei temi più caldi di questa campagna elettorale. La speranza per i pensionati e i lavoratori italiani è però, a prescindere, che una volta chiusi i seggi tutte queste promesse e proposte possano trovare concretezza, a patto che ci siano i soldi per realizzarle.