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Lira turca più debole dopo il rialzo dei tassi Fed

giovedì 14 giugno 2018, di Marco Ciotola

La lira turca si è indebolita contro le rivali dei mercati sviluppati, dopo che ieri la Fed ha alzato i tassi di interesse.

Ad aggravare una situazione già poco rosea per la valuta sono state poi le preoccupazioni per il futuro politico del Paese, che stanno spaventando i mercati in vista delle elezioni anticipate da Erdogan al 24 giugno.

L’aumento del tasso di interesse Fed di 25 punti base e le previsioni circa futuri aumenti, hanno spinto i rendimenti dei Treasury statunitensi più in alto e hanno aggravato la situazione dei mercati emergenti - che fanno affidamento sui finanziamenti statunitensi.

Secondo Omer Esiner, capo analista presso Commonwealth FX, i Paesi con un elevato fabbisogno di finanziamenti esterni come Turchia, Sudafrica e Argentina, sono i più vulnerabili alla crescita dei tassi di interesse negli Stati Uniti.

Il dollaro più forte e gli aumenti del costo del denaro stanno mettendo sempre maggiore pressione alle valute dei mercati emergenti. Ma la situazione della Turchia è diversa rispetto agli altri Paesi visto che detiene uno dei maggiori debiti in valuta estera, e la normalizzazione della politica monetaria statunitense rende il suo debito più costoso.

Giù tutte le valute emergenti, ma la Turchia soffre di più

Anche se, durante la giornata di mercoledì, il dollaro USA si è deprezzato nei confronti delle rivali dei Paesi sviluppati, esso ha comunque scambiato in rialzo contro la lira turca.

Dall’inizio del secondo trimestre, la Banca centrale turca è intervenuta tre volte, alzando i tassi di interesse per aiutare la valuta in difficoltà. Ha inoltre semplificato il proprio quadro operativo e consentito il rimborso di alcuni debiti in lire a un tasso prestabilito. Ha aumentato il suo tasso repo settimanale al 17,75% dal 16,5% precedente.

Le elezioni lampo organizzate da Erdogan

La Turchia andrà al voto il 24 giugno, ben un anno e mezzo prima delle elezioni originariamente previste per il 2019. Dalle urne probabilmente uscirà vincitore il presidente Erogan, che ha lui stesso stabilito le elezioni anticipate lo scorso aprile, in quello che è stato interpretato da molti come un tentativo di rafforzare la sua leadership.

Il presidente turco, che ha criticato apertamente la banca centrale, ha dichiarato di recente che vorrebbe essere più coinvolto nella politica monetaria, accrescendo le preoccupazioni sull’indipendenza della TCMB dal governo.

Secondo Lukman Otunuga, analista di ricerca presso FXTM, è proprio l’ansia crescente per le imminenti elezioni presidenziali e parlamentari in Turchia della prossima settimana ad aver reso la lira “vulnerabile ai rischi al ribasso”.

A peggiorare le cose anche l’inflazione a due cifre del Paese, a maggio attestatasi sul 12,1%. Gli operatori di mercato temono che i prezzi al consumo non diminuiranno presto, in parte a causa del drammatico crollo della lira di quest’anno, che è calata di oltre il 22% nei confronti del dollaro:

“La grande preoccupazione per inflazione e instabilità turca probabilmente continuerà, allontanando sempre di più gli investitori dalla lira, la cui debolezza potrebbe restare un tema ricorrente nel mercato”.

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