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Migranti, l’Europa abbandona l’Italia: ecco perché paghiamo gli errori fatti da Renzi

martedì 4 luglio 2017, di Alessandro Cipolla

Immigrazione: mentre non si arrestano gli sbarchi sulle nostre coste, l’Europa volta ancora le spalle all’Italia negando atti concreti nella gestione del flusso degli arrivi. Il problema di tutto questo però è a monte, risalente a quando al governo c’era Matteo Renzi.

Dopo la richiesta d’aiuto lanciata dall’Italia, l’Europa ha così risposto all’appello nostrano: Parlamento Europeo a Bruxelles deserto con tanto di lite tra Juncker e Tajani, rifiuto da parte di Spagna e Francia di accogliere i migranti nei loro porti e frontiere militarizzate da parte dell’Austria.

Oltre allo schiaffo politico che l’Europa dell’Unione sta dando all’Italia, il fatto che il problema in questione sia rappresentato da esseri umani in fuga dalla guerra e dalla miseria, rende l’idea della gravità e complessità della situazione.

In tutta questa battaglia più politica che sociale, il nostro paese però deve recitare anch’esso il mea culpa: la situazione attuale infatti è figlia di alcune opinabili scelte messe in atto da Matteo Renzi quando era a capo del governo.

Immigrazione: Italia sempre più sola

A seguito degli sbarchi record degli ultimi giorni, ma è dall’inizio dell’anno che non si arresta il flusso migratorio, la situazione nei maggiori porti del Sud del nostro paese è vicina al collasso.

Le nostre strutture di accoglienza infatti sono vicine al loro massimo limite di ricettività, soprattutto se i ritmi degli arrivi con la bella stagione dovessero continuare a essere quelli degli ultimi tempi.

Il ministero dell’Interno a riguardo sta cercando di mettere in campo misure straordinarie per la sistemazione degli immigrati, ma anche all’interno dei confini nazionali non è facile ripartire questi disperati viste le tante opposizioni messe in campo dai vari sindaci.

In tutto questo c’è la totale immobilità del resto dell’Europa che, tolte le solite frasi di circostanza, nel concreto sembrerebbe non avere intenzione di fare nel breve tempo nulla per darci una mano.

Le elezioni in Germania che si terranno a settembre di fatto stanno contribuendo al basso profilo di Angela Merkel, ben attenta a non esporsi in prima persona per cercare di trovare una soluzione nella ripartizione dei migranti.

Con un Parlamento Europeo ormai in vacanza e la Germania che non intende prendere in mano la situazione, i messaggi d’aiuto lanciati dall’Italia rischiano di rimanere inascoltati, con il nostro paese che così dovrà cercare di fronteggiare l’emergenza da solo.

Francia e Spagna infatti si sono subito affrettate a dichiarare di non accettare sbarchi di immigrati nei loro porti. Una situazione paradossale soprattutto se si pensa che navi iberiche scaricano le persone recuperate in Sardegna, quindi nelle immediate vicinanze delle loro acque territoriali.

Non è da meno poi l’Austria che, nonostante al momento non ci sia nessun assemblamento di migranti vicino al loro confine, stanno schierando 800 soldati e numerosi blindati per assicurarsi che nessun “indesiderato” entri nel loro territorio. Anche qui non è un caso che le elezioni si terranno tra qualche mese.

L’Italia quindi è al momento sola. Lo sforzo umanitario del nostro paese è enorme e sarebbe meritevole del Nobel, ma questa situazione poteva essere evitata se alcuni mesi fa il governo Renzi avesse messo in campo politiche internazionali ben diverse.

Migranti, le colpe di Renzi

Senza dubbio questo non è il momento migliore per trovare il colpevole interno di questa situazione, ma alcune considerazioni comunque vanno fatte per capire come si è arrivati in questa situazione.

Sul banco degli imputati per la questione immigrazione non può che esserci Matteo Renzi, che fino al dicembre 2016 è stato il nostro Presidente del Consiglio. I gravi errori dell’ex premier sono stati sostanzialmente due.

Il primo è stato di lungimiranza politica. Quando nel marzo 2016 è stato siglato l’accordo tra l’Unione Europea e la Turchia per il blocco della cosiddetta rotta balcanica, Renzi che è stato tra i firmatari del testo non ha calcolato bene le conseguenze di quell’intesa.

Con la chiusura della rotta balcanica, il Mediterraneo è tornato ad essere la principale porta d’ingresso verso l’Europa, con la Grecia e soprattutto l’Italia a rappresentare gli approdi naturali di questi viaggi della speranza.

Il risultato è stato che, mentre i flussi migratori in tutti gli altri paesi scendevano vistosamente, il trend sulle nostre coste è stato diametralmente opposto fino ad arrivare all’emergenza totale di questi giorni.

Il secondo errore è stato poi una conseguenza del primo. Vista la mutata situazione per quanto riguarda la geografia degli sbarchi, Matteo Renzi ha sbagliato in maniera totale il suo approccio in materia verso l’Unione Europea.

Il governo Renzi era un esecutivo abbastanza forte e il premier all’epoca ha cercato più di una volta di fare la voce grossa con Bruxelles. Peccato però che il segretario del Partito Democratico ha sbagliato totalmente gli argomenti.

Invece di chiedere in maniera energica che l’Europa facesse la propria parte in tema di distribuzione dei migranti, Renzi ha bussato alla porta di Bruxelles solo per chiedere con vigore maggiore flessibilità vista l’emergenza.

Ora invece che il nostro governo è più debole che mai, la minaccia dell’esecutivo guidato da Gentiloni di chiudere i nostri porti ha strappato con ogni probabilità più di un sorriso fuori dai nostri confini nazionali.

Questo semmai andava fatto quando in sella c’era Renzi, per obbligare però l’Europa a prendersi le proprie responsabilità e non per cercare di ottenere qualche soldo in più per finanziare misure altrettanto discutibili come il Jobs Act.

I tanti soldi poi spesi per addestrare e finanziarie autorità libiche per impedire le partenze, si potrebbe dire che siano stati spregati visto che nel paese africano al momento non c’è un governo. Non si capisce quindi con chi si vadano a rapportare nel caso le nostre istituzioni.

Adesso che la maggior parte dei paesi membri dell’Unione Europea ha risolto i propri problemi con la chiusura della rotta balcanica e che l’Italia ha ottenuto quella flessibilità economica richiesta, la frittata ormai sembrerebbe essere fatta.

In mezzo a questi giochi politici, ci sono le migliaia di disperati che rischiano la loro vita per cercare un futuro migliore e chi ogni giorno si adopera per cercare di accoglierli al meglio. Una situazione questa che non fa onore alla famigerata Europa dell’integrazione e della solidarietà.

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