Come correggere errori in dichiarazione dei redditi 2023 e cosa fare per non perdere i rimborsi

Patrizia Del Pidio

22 Giugno 2023 - 12:51

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Può capitare di inviare una dichiarazione dei redditi con degli errori o don delle omissioni. Vediamo cosa fare per non perdere i rimborsi spettanti.

Come correggere errori in dichiarazione dei redditi 2023 e cosa fare per non perdere i rimborsi

Cosa fare se la dichiarazione dei redditi 2023 già inviata all’Agenzia delle Entrate ha degli errori o delle omissioni? Se si dimentica di inserire nel quadro E qualche onere detraibile o deducibile, o se si dimentica di aggiornare il quadro dei familiari a carico, il rischio che si corre è quello di perdere eventuali rimborsi spettanti. Basta una distrazione anche piccola per sbagliare l’inserimento di dati relativi alle spese mediche, per esempio, così come non controllare con attenzione che le informazioni precompilate inserite in automatico dall’Amministrazione Finanziaria siano corrette.

Proprio per questo è importante controllare sempre ogni dato prima di inviare il modello 730/2023 o il modello Redditi Pf. Ma errare è umano e anche a chi controlla e ricontrolla tutto prima della trasmissione può capitare di sbagliare.

In caso di errori, però, il contribuente può sistemare la situazione inviando il 730 integrativo o il modello redditi Pf. Cosa cambia, come scegliere tra i due modelli? Rispondiamo a queste domande e vediamo quali sono le scadenze da rispettare.

Errori in dichiarazione dei redditi: con quale modello correggerli per non perdere i rimborsi?

La scadenza per inviare il modello 730 (precompilato oppure ordinario) all’Agenzia delle Entrate è fissata al 2 ottobre 2023. Per correggere gli errori presenti nel 730 già trasmesso al fisco, il contribuente ha due opzioni: il modello 730 integrativo oppure il modello redditi Pf.

Ma come scegliere? Ci sono regole precise. Il modello 730 integrativo va usato se, con le correzioni da fare, la dichiarazione risulta a credito o a minor debito, cioè a favore del contribuente. Attenzione però, perché il 730 integrativo può essere trasmesso solo dal Caf o dal professionista abilitato, quindi il contribuente che si è reso conto di aver commesso degli errori non può procedere da solo con l’invio della nuova dichiarazione all’Agenzia delle Entrate.

Se, invece, con le integrazioni da apportare la dichiarazione risulta a sfavore del contribuente, bisogna usare il modello Redditi per le persone fisiche.

Le scadenze per correggere gli errori in dichiarazione dei redditi

Il modello 730 integrativo e il modello Redditi Pf seguono un calendario diverso. Il 730 integrativo, infatti, va inviato entro la scadenza del 25 ottobre. Il modello Redditi, invece, ha una scadenza più lunga: il termine ultimo per l’invio è il 30 novembre.

Un altro elemento da prendere in considerazione nella scelta del modello da inviare per correggere gli errori in dichiarazione dei redditi, quindi, è -semplicemente- il calendario. Che significa? Vuol dire che se un contribuente si accorge di aver fatto errori nel 730, e che correggendoli la sua situazione fiscale migliorerebbe (avendo diritto, per esempio, a un rimborso più cospicuo, oppure di fronte a un debito più basso) dovrebbe usare il 730 integrativo. Tuttavia, se il contribuente prende coscienza della sua situazione dopo la scadenza del 25 ottobre, quindi oltre il termine ultimo per questo specifico modello, può comunque correggere la propria situazione usando il modello Redditi persone fisiche.

Inoltre, è prevista anche la possibilità di presentare un modello Redditi persone fisiche entro il 31 dicembre del quinto anno successivo a quello in cui è stata presentata la dichiarazione: in quest’ultimo caso l’importo a credito potrà essere utilizzato in compensazione, ai sensi dell’articolo 17 del decreto legislativo n. 241/1997, per eseguire il versamento di debiti maturati a partire dal periodo d’imposta successivo a quello in cui è stata presentata la dichiarazione integrativa.

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