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Diritto di voto a 16 anni: a chi conviene la proposta del M5S? Prospettive e sondaggi elettorali
lunedì 8 maggio 2017, di
Diritto di voto esteso ai sedicenni: la proposta fatta da Beppe Grillo tramite il suo blog sembra ricevere i consensi di Partito Democratico e Lega Nord, e per questo potrebbe essere ben presto realizzata.
Lo stesso Matteo Renzi nel corso della campagna elettorale che lo ha portato alla rielezione come segretario del Partito Democratico ha infatti ribadito la sua intenzione riguardo ad un ragionamento sull’ipotesi di “abbassare l’età del voto” che passerebbe così dai 18 ai 16 anni.
“Sarebbe bello coinvolgere di più e meglio i ragazzi, perché i Millennials hanno un sacco di valori”, ha dichiarato il nuovo segretario del Partito Democratico, pur consapevole che l’estensione del voto ai giovani potrebbe danneggiare il centrosinistra. Come possiamo notare dall’analisi dei risultati del referendum costituzionale del 4 dicembre, infatti, sono stati proprio i giovani ad aver contribuito alla vittoria del No, visto che l’81% degli elettori della fascia d’età 18-34 hanno votato contro la riforma.
Anche la Lega Nord dimostra di essere favorevole a questa proposta, visto che lo stesso Matteo Salvini nel 2015 dichiarò di aver presentato una proposta di legge per estendere il diritto di voto a chi ha più di 16 anni in quanto “i sedicenni di oggi non sono più come quelli di un tempo, ma sono molto più formati e coinvolti”.
“L’Italia è l’unico Paese dove i cittadini devono attendere 25 anni per il pieno godimento dei diritti politici”, ha dichiarato invece Beppe Grillo sul suo blog, aggiungendo che nel mondo si vota “quasi ovunque dai 18 anni con 27 eccezioni tra i 16 e i 21 anni”. Eccezioni rappresentate da Austria, Argentina e Brasile, dove il diritto di voto spetta al compimento del 16° anno di età.
A questo punto in molti si chiedono quali sarebbero le conseguenze politico-elettorali nel caso in cui il diritto di voto in Italia venga esteso ai sedicenni. Una possibilità che ha buone chance di andare in porto visto quanto espresso da tre delle quattro forze politiche con più seguito in Italia e che potrebbe cambiare lo scenario politico in vista delle prossime elezioni del 2018.
Vediamo quali potrebbero essere le conseguenze politiche di questa proposta tramite un’analisi degli ultimi sondaggi politici e dei risultati delle più recenti elezioni politiche.
Diritto di voto a chi ha 16 anni: cosa cambia?
Se questa proposta si tramutasse in Legge, in Italia ci sarebbe 1 milione in più di aventi diritto al voto.
Questi si andrebbero ad aggiungere ai circa 51 milioni di aventi diritto presenti oggi in Italia. Circa il 2% in più quindi; ma verso quale forza politica andrebbero i voti dei giovani?
Difficile a dirsi visto che, naturalmente, non ci sono sondaggi sulle intenzioni di voto dei minorenni. Possiamo comunque immaginare che il voto di chi si trova nella fascia d’età 16-17 non sia molto differente da quello dei “più grandi” diciottenni.
Secondo i più recenti sondaggi politici che hanno analizzato le intenzioni di voto su Movimento 5 Stelle, Partito Democratico e Centrodestra in base alle fasce d’età, circa il 40% dei giovani votanti sceglierebbe il M5S.
Da segnalare però che tra i 18enni l’astensione al voto è molto alta, poiché stimata a circa il 55%. Da questi dati proviamo a fare una stima di quello che potrebbe succedere alle prossime elezioni politiche facendo un confronto con gli ultimi sondaggi.
Diritto di voto a chi ha 16 anni: a chi conviene?
Nel 2013 furono circa 35 milioni gli italiani che si recarono alle urne, il 75% degli aventi diritto. Se anche nel 2018 dovesse andare così, sarebbero 38 milioni e 250 mila gli elettori che decideranno del futuro politico del Paese. A questi però bisogna aggiungere i giovani della fascia d’età 16-17, sempre se la proposta mossa dal Movimento 5 Stelle dovesse andare in porto.
1 milioni di aventi diritto, ma stando a quanto rilevato dai sondaggi sull’interesse al voto da parte dei diciottenni, solamente 450 mila potrebbero presentarsi alle urne. Di questi, circa il 40% potrebbe votare per il Movimento 5 Stelle, mentre il restante 60% potrebbe distribuirsi in egual misura tra Centrosinistra e Centrodestra.
Vediamo quindi in che modo andrebbero ad influire questi nuovi elettori in base a quanto già rilevato dagli ultimi sondaggi politici elettorali. Secondo Emg Acqua, se si votasse oggi la situazione sarebbe la seguente:
- Movimento 5 Stelle: 28,6% (10.925.200 elettori);
- Partito Democratico: 27,4% (9.266.680 elettori);
- Forza Italia: 12,7% (4.851.400 elettori);
- Lega Nord: 12,5% (4.775.000 elettori);
- Fratelli D’Italia: 4,9% (1.871.800 elettori).
Ad oggi nessuna delle forze politiche in campo, così come un’eventuale e possibile coalizione, ha i numeri per poter governare l’Italia. Situazione che non cambierebbe neppure con l’estensione del voto ai giovani di fascia d’età compresa tra i 16 e i 17 anni.
In questo caso infatti il Movimento 5 Stelle avrebbe circa 180mila voti in più, 135mila il PD e altrettanti il Centrodestra.
Il Movimento 5 Stelle quindi guadagnerebbe nei confronti di Partito Democratico e Centrodestra, confermandosi la prima forza politica del Paese con il 29% dei consensi. Un +0,4% in più, troppo poco per sperare di governare il Paese (sempre se si votasse con questa legge elettorale). L’estensione di voto ai 16enni quindi converrebbe al Movimento 5 Stelle, ma difficilmente sarà determinante ai fini del voto.