Debiti con Agenzia delle Entrate, cosa rischiano il coniuge e i figli?

Patrizia Del Pidio

5 Marzo 2024 - 18:58

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Se un soggetto ha debiti con il Fisco, figli coniuge e familiari corrono dei rischi? Vediamo cosa dice la legge al riguardo.

Debiti con Agenzia delle Entrate, cosa rischiano il coniuge e i figli?

Cosa rischiano coniuge e figli di colui che ha debiti con l’Agenzia delle Entrate? Chi non paga le tasse e ha pendenze con il Fisco può mettere a rischio anche i propri cari? La risposta a questa domanda può apparire scontata, visto che i debiti con il Fisco seguono le regole previste per la generalità dei debiti.

Bisogna però fare una distinzione sul fatto che il debitore sia ancora in vita oppure sia deceduto. In queste due casistiche differenti, infatti, gli obblighi di coniuge, figli e altri familiari potrebbero cambiare. Vediamo cosa prevede la legge al riguardo.

Coniuge e figli di un debitore cosa rischiano?

La legge italiana prevede che ognuno risponde dei propri debiti e non possono essere chiamati a saldare debiti contratti da un soggetto, fosse anche con il Fisco, eventuali coniugi, figli o altri familiari conviventi. Questi parenti non possono subire azioni esecutive da parte dell’Agenzia delle Entrate Riscossioni per debiti che ha contratto un congiunto. Lo stesso vale se i debiti provengono da tasse non pagate.

Il discorso cambia, però, se il debitore viene a mancare. In questo caso, infatti la maggior parte (escluse le sanzioni) dei debiti si trasferiscono sugli eredi, a patto che accettino l’eredità. Anche in questo caso, però, sono previsti dei limiti.

Per ereditare i debiti del coniuge, genitore o parente defunto, però, è necessario accettarne l’eredità. Se non si accetta, infatti, nessuna richiesta di tipo economico può essere avanzata sui familiari del debitore. Il problema, però, deve essere ricercato proprio nell’accettazione dell’eredità che può essere anche tacita.

Accettazione dell’eredità, attenzione a quella tacita

Per accettare l’eredità di un congiunto che viene a mancare non è necessario solo recarsi presso il notaio. Esiste anche un’accettazione tacita che non tutti conoscono. Se un figlio, un coniuge o un familiare utilizza beni del defunto, li vende o fa un prelievo dal suo conto corrente, sta tacitamente accettando l’eredità: in questo caso, pur senza accettare esplicitamente l’eredità si diventa lo stesso eredi e, quindi, si devono onorare anche i debiti del de cuius e pagare, quindi, le imposte che non aveva versato.

Ci sono solo due modi per tutelarsi dai debiti del congiunto e per farlo, però, bisogna in ogni caso attenderne il decesso. Il primo modo è quello di rifiutare l’eredità per non far trasferire anche il debito. Il secondo modo è quello di optare per l’accettazione dell’eredità con il beneficio di inventario poiché in questo modo si risponde dei debiti del defunto solo con i beni del debitore stesso e non con il proprio patrimonio personale. Si tratta del modo migliore per poter trarre il maggior beneficio dall’eredità: se dopo il pagamento degli eventuali debiti, infatti, resta una parte del patrimonio se ne potrà beneficiare.

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