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Il “Salva Bonus 80 euro” nella Legge di Bilancio 2018

giovedì 12 ottobre 2017, di Simone Micocci

L’esito positivo del rinnovo del contratto dei dipendenti pubblici dipende per buona parte dalla prossima Legge di Bilancio. Con questa manovra finanziaria, infatti, lo Stato dovrà stanziare le risorse mancanti per garantire l’aumento stipendiale - pari a 85 euro medi e lordi - promesso ai dipendenti pubblici.

Le risorse aggiuntive riguardanti il rinnovo del contratto dovrebbero essere - come indicato nel DEF - pari a 1,6 miliardi di euro, ma con la Legge di Bilancio il Governo dovrà trovare la soluzione ad un altro importante problema, quello della sterilizzazione del bonus 80 euro dagli effetti dell’aumento stipendiale.

Come anticipato da La Stampa, infatti, l’esecutivo sta riflettendo su come salvare il bonus 80 euro, visto che gli statali che ad oggi si trovano nella fascia di reddito compresa tra i 23mila e i 26mila euro rischiano di perdere il diritto al contributo una volta che gli aumenti stipendiali saranno effettivi.

Bonus 80 euro: chi ne ha diritto?

Ricordiamo che il Bonus 80 euro spetta nella misura intera - pari a 960 euro annuali - ai lavoratori del settore pubblico e privato con un reddito annuo compreso tra gli 8mila e i 24mila euro.

L’importo viene rimodulato, invece, per i dipendenti che si trovano nella fascia di reddito compresa tra i 24mila e i 26mila euro. E sono proprio questi che potrebbero essere “penalizzati” dal rinnovo contrattuale, dal momento che l’aumento di stipendio comporterebbe un aumento del reddito annuo e una perdita - parziale o totale - del diritto a ricevere il contributo.

Il risultato potrebbe essere un’assenza di vantaggi dal rinnovo contrattuale, visto che gli aumenti stipendiali verrebbero annullati dalla perdita degli 80 euro in busta paga. Per questo motivo il Governo sta pensando all’introduzione di una clausola “salva bonus” nella Legge di Bilancio.

Bonus 80 euro, Mattarella: “No alla soluzioni tampone”

Secondo le anticipazioni de La Stampa nella Legge di Bilancia verrà inserita una sorta clausola di salvaguardia per il bonus di 80 euro. Nel dettaglio il contributo verrà “sterilizzato” dagli effetti dell’aumento stipendiale, ciò significa che i dipendenti pubblici continueranno a riceverlo per lo stesso importo anche una volta che il loro contratto verrà rinnovato.

Il problema è che ciò comporterebbe una disparità di trattamento tra i dipendenti pubblici e quelli privati, poiché quest’ultimi in caso di aumento dello stipendio rischiano di superare la soglia di reddito prevista perdendo il diritto al bonus.

Per questo motivo il Governo sta valutando un’altra opzione, ma di difficile realizzazione: aumentare le risorse destinate al rinnovo del contratto. In questo modo l’aumento di stipendio medio salirebbe a circa 90 euro, compensando - in parte - la perdita del bonus. Una soluzione che però non ci sembra realizzabile, specialmente se il Ministero dell’Economia continuerà ad essere risoluto nel non concedere ulteriori risorse per il rinnovo contrattuale.

Una cosa però è certa, qualsiasi soluzione non dovrà essere “temporanea” ma orientata verso obiettivi di “medio e lungo termine”.

Una richiesta che arriva direttamente dal Presidente della Repubblica Mattarella, il quale intervenuto di fronte all’assemblea dell’Anci ha sottolineato l’importanza di “passare da una logica di emergenza, di interventi tampone, a una logica di medio e lungo periodo. Tenendo, naturalmente, conto che le risorse si recuperano anche evitando, a tutti i livelli, sprechi e migliorando gli standard di efficienza”.

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