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USA, il PIL vola. È ora urgente il QE per l’Eurozona

venerdì 26 dicembre 2014, di Pierino Postacchini

Gli Stati Uniti danno una grande lezione all’Europa: con la crescita del Pil al 5% nell’ultimo trimestre e con la disoccupazione del 5,8% - percentuale più bassa dell’ultimo decennio - insegnano all’Europa che la ripresa dalla crisi è possibile. E molto probabilmente il trend positivo degli Stati Uniti continuerà a crescere anche nel 2015.
Grazie al successo della politica monetaria americana più che espansiva, gli Stati Uniti sono riusciti ad inondare di liquidità i mercati con il QE di 80 miliardi mensili, ridotto del 50% nell’ultimo anno.

Il successo degli Stati Uniti
La Fed ha pompato nel mercato americano oltre 3000 miliardi di liquidità, stessa mossa che a suo tempo fu consigliata alla BCE ma che, influenzata dalla politica imperialistica tedesca che non ha nessun interesse ad una politica monetaria espansiva nell’Eurozona, non ha ancora colto.
Infatti, con la scusa dell’azzardo morale e con la politica di bilancio dei "compiti a casa propria", la BCE finora ha solo propagato la crisi finanziaria all’economia reale e quindi al tessuto sociale.

Finalmente i fatti parlano da soli: gli Stati Uniti raccolgono oggi il successo della loro politica e la classe politica italiana che, ispirata da tale esempio, inizia a disprezzare il clima di austerità, non comprendendo che si dovrebbe semplicemente chiedere alla BCE di attuare quanto è stato già annunciato nel corso del 2014, alludendo all’arrivo del QE in più occasioni per poi deludere i mercati.

La situazione nell’Eurozona: il QE è urgente
Si dovrebbe passare subito dalle parole ai fatti: lo strumento non convenzionale di politica monetaria espansiva utilizzato dagli Stati Uniti può essere utilizzato subito dall’Eurozona.

La situazione più auspicabile per l’Europa è quella di smettere di rinviare l’arrivo del Quantitative Easing (QE) chissà quando nel 2015, ma riunire il prima possibile il consiglio della BCE, lanciare un QE mensile di 80 miliardi di euro sul mercato secondario, di titoli statali, proquota i singoli paesi dell’euro.

È una misura semplice: è sotto gli occhi di tutti il fatto che non occorrano studi particolari per capire che oggi i paesi del sud Europa stanno soffrendo per la mancanza di liquidità, la scusa delle riforme oramai non incanta più nessuno.
I danni della politica monetaria firmata BCE si sono propagati nell’economia reale dei singoli paesi: qui dovranno intervenire i singoli governi con politiche di sostegno alle imprese, il motore che potrà rilanciare lo sviluppo.

Italia: cosa dovrebbe fare Renzi
La soluzione che auspico per l’Italia è che Renzi intervenga immediatamente con il fondo centrale di garanzia per circa 100 miliardi, al fine di garantire i prestiti che le banche faranno alle imprese. In questo modo si ristabilirà la fiducia delle banche alle imprese e aumenterà la moneta bancaria in circolazione, riprenderanno i consumi, la produzione e aumenterà l’occupazione.
L’intervento dovrebbe essere portato avanti da un decreto legge, senza rinviare a decreti ministeriali attuativi.
Basta fare come fece Monti nel decreto salva Italia del 2011: lo stato aveva garantito con la legge tutto il collaterale che le banche hanno dato alla BCE per ottenere il prestito all’1%, un’intervento di garanzia di 250 miliardi a favore delle banche.

Oggi, se Renzi volesse, potrebbe portare avanti lo stesso l’intervento di garanzia per 100 miliardi alle imprese. Sono forti i dubbi che la Legge di Stabilità 2015 possa non bastare e che non possa avere molta efficacia nell’economia reale.
Occorrerebbe invece una politica di riduzione della spesa del 10% da attuare in due anni, un intervento di 70 miliardi nel biennio che dovranno servire alla diminuzione delle tasse, si potrebbe eliminare l’Irap e il suo nuovo modello 2015, e con la differenza si potrebbero esentare i redditi di lavoro più bassi.

Così, potrebbe prendere forma una vera politica di redistribuzione fiscale dalla rendita al lavoro, necessaria anche per compensare le patrimoniali tasse recentemente istituite, ovvero l’Imu e la Tasi. (Imu/Tasi ecc).

Il piano di investimenti europei di 300 miliardi, che si è scoperto privo di fondi, potrà essere finalmente attuato, attingendo le risorse al fondo salva-stati che, con l’attuazione del QE, non avrà più senso di esistere.

Renzi, quindi, dovrebbe:

  • chiedere ufficialmente chiedere alla Bce le misure monetarie esaminate in questo articolo e concretizzare il QE
  • chiedere al Presidente della Commissione europea di cambiare la destinazione del fondo salva-stati di 300 miliardi al fine di sostenere l’investimento in Europa
  • fare subito una legge interna per raggiungere gli obiettivi di riduzione della spesa e del carico fiscale a lavoratori e imprese.

I quotidiani riportano che Renzi si è riunito la notte scorsa con Taddei per studiare i provvedimenti da prendere.
Augurerei al presidente invece un buon riposo, affinché di giorno di possano concretizzare le iniziative che servono all’Italia.
Il resto e’ noia, come diceva Franco Califano. 

L’opinione espressa dal redattore dell’articolo è strettamente personale.

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