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Titoli di Stato: boom di investimenti sui PIGS. Volano i BTP in asta

mercoledì 30 gennaio 2013, di Vittoria Patanè

Fino a qualche mese fa PIGS era un acronimo dispregiativo utilizzato per designare quei paesi in crisi che potevano trascinare nel baratro l’intera economia globale.

Portogallo, Italia, Grecia e Spagna: questi sono i PIGS, quelle Nazioni a rischio default vittime e in qualche modo artefici della crisi internazionale.

Oggi questi stessi paesi si sono trasformati in un’opportunità per coloro che, in cerca di alti rendimenti, vogliono investire i propri capitali, riuscendo tra l’altro a catalizzare la fiducia dei risparmiatori sull’intera eurozona.

Nel 2012 ben 100 miliardi di euro di investimenti sono stati riversati sui PIGS. E l’ondata positiva continua.

Le opinioni internazionali

Mario Draghi, presidente della BCE parla di “contagio positivo”; Robert Turner, dirigente di Turner micro cap, uno dei più importanti fondi di investimento al mondo, utilizza i termini “esuberanza razionale”.
Scelta non casuale quella di Turner, dato che con "esuberanza irrazionale" veniva designato il febbrile entusiasmo registrato durante la New Economy.

Carl Norrey, dirigente del trading europeo alla JP Morgan, parlando al Financial Times, ha sostenuto che:

"Questi sono investitori che vengono da fuori, non europei, attratti da una rinnovata fiducia nel progetto dell’eurozona".

Per la prima volta, secondo Norrey, gli investimenti sui PIGS rappresentano qualcosa di significativo, perché sono capitali derivanti dai veri risparmiatori e non da prestiti delle banche centrali.

Quali sono le cause di questa esuberanza?

Dietro quest’ottimismo globale ci sono, secondo gli analisti, tre cause principali:

  1. Il superamento della “questione fiscal cliff” che ha scongiurato la crisi del colosso americano, rasserenando gli investitori.
  2. La ripresa dell’economia cinese, la seconda al mondo, che è servita da motore anche per gli altri paesi.
  3. Le banche centrali: BCE, Federal Reserve, Bank of Japan ecc. ecc. stanno applicando una politica monetaria molto generosa (tra l’altro per alcune di loro, non esente da critiche) che sta invogliando gli investitori.

Asta BTP

Positivo l’esito dell’asta odierna dei BTP. Tutti venduti infatti i 6,5 miliardi di euro di Titoli di Stato a 5 e 10 anni, con i tassi che scendono ai minimi da ottobre 2010.

Il rendimento sui BTP decennali, con scadenza 1 novembre 2022, si è assestato a quota 4,17%, dal 4,48% fatto registrare nell’asta di dicembre scorso, mentre sul quinquennale (scadenza 1 novembre 2017) è sceso al 2,94% dal 3,26% precedente (anche in questo caso ai minimi dal 2010).

Entrambe le offerte sono state ampiamente sottoscritte dagli investitori istituzionali italiani e stranieri a dimostrazione del ritrovato entusiasmo per il nostro paese.

Alla luce dei collocamenti di ieri e oggi, gli analisti si dichiarano fiduciosi e
confermano il permanere dell’interesse del mercato sui titoli di stato italiani che, insieme a quelli spagnoli, possono offrire rendimenti ancora molto invitanti.

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