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Fed: addio al rialzo tassi a dicembre con Trump presidente, Yellen a rischio

giovedì 3 novembre 2016, di Livio Spadaro

La vittoria di Donald Trump alle elezioni presidenziali statunitensi non è più tanto un’utopia, soprattutto dopo lo scoppio dello scandalo emailgate riguardante la Clinton e la sua Fondazione. Da quando l’Fbi ha annunciato di aver riaperto il caso delle email, l’ex-first lady ha visto crollare i consensi nei sondaggi, soprattutto in quegli Stati in cui il vincitore è ancora incerto (i c.d. “Swing States”).

I mercati finanziari si sono accorti che il tycoon americano ha molte più possibilità di vittoria di quanto i media statunitensi volessero far credere, ed hanno iniziato a prezzare l’evento memori anche di quanto accaduto con la Brexit.

In tutto questo, l’attenzione degli operatori per i prossimi movimenti della Federal Reserve è sempre ai massimi soprattutto dopo la riunione di ieri che ha lasciato ancora una volta la porta aperta per una stretta monetaria a dicembre. In caso di vittoria di Trump, tuttavia, cosa farà la Fed?

Presidenziali USA: Trump molto vicino alla Clinton

Donald Trump avanza sempre più nei sondaggi per la corsa alla Casa Bianca. Il tycoon ha recuperato parecchio terreno nei confronti della rivale democratica, Hillary Clinton, dopo che l’Fbi ha annunciato la riapertura delle indagini sulle email dell’ex-first lady.

La popolarità di Trump cresce sempre più, nei sondaggi emerge infatti che l’imprenditore gode di maggiore credibilità rispetto alla Clinton visto che quest’ultima è stata investita da numerosi scandali resi noti dalle email rubate da Wikileaks al capo della campagna elettorale di Hillary, John Podesta.

Real Clear Politics questa mattina ha tracciato la mappa dei seggi per Stato in mano ai rispettivi candidati e la situazione che emerge vede una netta ripresa di Trump:

Fino a pochi giorni fa la distanza tra i due era nettamente in favore della Clinton mentre adesso la situazione è molto più equilibrata e in bilico. Una vittoria di Trump non è quindi da escludere e va tenuta in altissima considerazione dato che l’evento è considerato tra i “cigni neri” del 2016, con un potenziale di ribasso di gran lunga superiore a quanto visto con la Brexit.

Mercati innervositi dalla rimonta di Trump e da possibile rialzo tassi Fed

I mercati ultimamente si sono innervositi dopo la rimonta nei sondaggi di Trump, anche se le decisioni della Fed restano un driver importante. Nella riunione di ieri, il board dell’isituto centrale statunitense ha tenuto ancora una volta la porta aperta ad un rialzo dei tassi per la riunione di dicembre, anche se saranno i dati macro a fare da ago della bilancia.

Fatto sta che, dopo ieri, il mercato prezza una probabilità di rialzo dei tassi al 78%. In caso di uno shock politico, però, cosa farà la Federal Reserve?

Federal Reserve: con Trump presidente Yellen pronta a dimettersi?

Nelle prime settimane di settembre, Trump ha lanciato un feroce attacco verso la Banca Centrale americana, rea a suo parere di tenere i tassi artificialmente bassi per favorire l’attuale inquilino della Casa Bianca, Barack Obama.

Il tycoon nel corso di quel mese non si è risparmiato nel criticare direttamente il governatore della Fed, Janet Yellen, ritenendo che questa abbia preso decisioni politicizzate in passato che creeranno grossi problemi all’economia americana.

L’imprenditore è infatti convinto che a Wall Street, così come sull’economia, sia presente una grande bolla che prima o poi dovrà esplodere.

Trump ha infatti dichiarato, sempre a settembre, che quando l’istituto centrale dovrà alzare i tassi di interesse, anche di poco, creerà scompiglio sui mercati, drogati dalle politiche dei bassi tassi di interesse ormai diffuse in quasi tutto il globo.

Ciò che pensa il tycoon in realtà è un pensiero che già aleggia nei corridoi della finanza globale, le politiche monetarie accomodanti delle banche centrali hanno contribuito alla formazione di bolle finanziarie visto che i governi non hanno attuato riforme volte a recepire gli stimoli dei rispettivi istituti centrali.

Non è escluso, quindi, che la Yellen possa dimettersi in caso di vittoria di Trump alle presidenziali USA, il che rimanderebbe certamente una nuova stretta monetaria da parte della Fed.

Tassi USA: rialzo incerto con esito caotico delle presidenziali - Intesa SanPaolo

Gli analisti di Intesa SanPaolo, proprio oggi, hanno fatto notare che la mano ferma della banca centrale statunitense nella riunione di ieri sia stata dettata più dal timore di uno shock proveniente dall’esito dell’Election Day piuttosto che da un deterioramento del quadro macroeconomico.

Gli esperti della banca torinese ritengono che i parametri macroeconomici statunitensi siano arrivati ai target ricercati dalla Fed, il che permetterebbe una stretta monetaria a dicembre.

Tuttavia, fanno notare gli esperti di Isp, la vittoria di Trump o la possibilità che l’elezione della Clinton possa essere contestata, riducono i margini di manovra dell’istituto centrale statunitense.

Tassi USA: improbabile rialzo tassi con shock dei mercati - State Street

Dello stesso avviso State Street che reputa improbabile una manovra a rialzo della Fed in caso di un forte shock sui mercati finanziari. L’istituto centrale in quel caso sarebbe costretto a mantenere i tassi bassi per evitare ulteriori shock sulle Borse.

La Fed quindi avrebbe margine di manovra solo in caso di regolare svolgimento delle elezioni (con Clinton vincitrice) e senza vittorie contestate. Una cosa per ora è certa: di qui ai prossimi giorni c’è da attendersi un aumento sensibile della volatilità.

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