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Salvini vs Berlusconi: possono veramente governare insieme?
giovedì 22 febbraio 2018, di
Se fosse un film il rapporto tra Silvio Berlusconi e Matteo Salvini potrebbe essere la trama di una pellicola come La strana coppia oppure Nemici amici. Una commedia grottesca insomma, dove due personaggi molto diversi tra di loro si ritrovano a dover quasi forzatamente convivere.
Risate assicurate quindi, se non fosse che nello specifico stiamo parlando dell’alleanza tra i due maggiori partiti del Centrodestra nostrano, la coalizione data come grande favorita per la vittoria alle elezioni politiche del 4 marzo.
Possono veramente governare assieme i due? Una domanda questa che assomiglia più a una sciarada, ma vedendo tutte le volte che Berlusconi e Salvini si sono smentiti a vicenda negli ultimi mesi una convivenza al momento sembrerebbe essere tutt’altro che semplice.
Le differenze tra Salvini e Berlusconi
Non inganni la carta d’identità, le grandi differenze tra Silvio Berlusconi e Matteo Salvini non dipendono soltanto dall’età anagrafica anche se, in fondo, oltre alla fede milanista i due si può dire che siano accomunati da una sorta di egocentrismo patologico.
Per prima cosa è diverso il background che li ha portati a essere leader di un partito politico. La storia di Berlusconi è nota a tutti: geniale e discusso imprenditore che ha dato vita a un autentico impero economico, nel 1994 ha deciso di buttarsi in politica vincendo tre delle sei elezioni che si sono tenute da allora.
Salvini invece è cresciuto all’interno della Lega Nord, dove entrò giovanissimo diventando come capo dei Comunisti Padani. Dopo essere passato per Radio Padania, ha fatto tutti i classici step della carriera politica iniziando come consigliere comunale fino ad arrivare alla segreteria del carroccio.
Il primo quindi è un imprenditore di successo che ha strutturato il proprio partito come una sua azienda, il secondo invece è un politico più vecchio stampo nato e cresciuto all’interno delle sedi della Lega Nord.
Se Berlusconi da una parte è abituato a essere lui il gran capo e a prendere tutte le decisioni, Salvini al contrario è poco avvezzo a prendere ordini e a subordinarsi ad altri vista anche la forza del proprio partito.
Due personalità forti e ambiziose, che non hanno mai fatto nulla per nascondere una reciproca antipatia di fondo. I classici “due galli nello stesso pollaio” insomma che però sono chiamati a una convivenza forzata.
Soltanto unito infatti il Centrodestra può nutrire speranze di vincere le elezioni politiche. Siglata l’alleanza, Salvini e Berlusconi dovranno cercare di convivere fino alle ore 23 del prossimo 4 marzo. Passata questa ora X, ognuno sarà libero di prendere la propria strada ma non è detto che le due vie si debbano per forza separare.
Una smentita tira l’altra
Anche se la legge elettorale non lo richiede, il Centrodestra ha deciso comunque di presentare un programma elettorale condiviso dove si è cercato di inserire tutte le proposte avanzate dai partiti che compongono la coalizione.
Nonostante quindi la presenza di un documento condiviso, le opinioni riguardanti molti temi delicati e centrali, Europa e pensioni in primis, continuano ugualmente a dividere i vari leader che negli ultimi tempi sono stati più impegnati a smentire i propri alleati che a far campagna elettorale.
In ordine di tempo, l’ultimo screzio è stato quello sulla possibilità di imbarcare i rinnegati del Movimento 5 Stelle: mentre Berlusconi si è detto favorevole a un’apertura, Salvini ha subito bocciato questa ipotesi.
Lo scontro più aspro però è sulla legge Fornero. Anche se sul programma si parla di una cancellazione della riforma pensionistica, Silvio Berlusconi più di una volta ha espresso i propri dubbi riguardo un colpo di spugna immediato.
Una posizione questa che irrita un Matteo Salvini che, come un mantra, non fa altro che ripetere che la cancellazione della legge Fornero sarà il primo atto di un eventuale governo del Centrodestra.
Altro terreno di scontro è l’Europa. Anche qui il leader di Forza Italia è molto più cauto nell’andare a cercare una sorta di muro contro muro contro Bruxelles (l’azzurro Tajani è Presidente del Parlamento Europeo), mentre il segretario del carroccio è pronto a tutto pur di garantire maggiore sovranità all’Italia.
L’elenco delle smentite è però molto più lungo: dai vaccini dove Salvini vorrebbe togliere l’obbligatorietà con Forza Italia più che perplessa, fino all’ipotesi di un condono edilizio come paventato da Berlusconi e rinnegato dalla Lega.
L’interrogativo maggiore però riguarda quello del possibile premier di un governo targato Centrodestra. Se il carroccio dovesse prendere più voti degli azzurri, allora a Palazzo Chigi andrebbe diretto Matteo Salvini.
Se invece, come sembrerebbe essere più probabile, a finire davanti dovesse essere Forza Italia, vista l’incandidabilità al momento di Berlusconi l’ex premier ha proposto tutta una serie di figure che, puntualmente, sono state poi bocciate da Salvini.
Se questi sono i presupposti, difficile che una convivenza tra i due in un governo comune possa essere duratura. Dal canto suo, Berlusconi spera di poter ammorbidire Salvini come fece in passato con Bossi, scordandosi però che prima di riportare il Senatur nei ranghi ha dovuto subire il famoso ribaltone nel gennaio ‘95. Historia docet.