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Riunione Bce: il duro compito di Draghi, fra rallentamento crescita Eurozona e pressioni inflazionistiche

mercoledì 25 aprile 2018, di Alessio Trappolini

Domani la riunione della Banca centrale europea (Bce) con a seguire la conferenza stampa del presidente Mario Draghi, per la quale si preannuncia un livello di attenzione altissimo. Sebbene inizialmente la riunione di aprile non aveva catalizzato l’adeguato audience, le recenti figure macroeconomiche rilevate da Eurostat e dai principali istituti del Vecchio Continente hanno fatto scattare qualche campanello di allarme di troppo nelle stanze dell’Eurotower.

L’aspetto in assoluto più interessante sarà la valutazione del Consiglio direttivo sullo stato di salute della crescita economica nell’Eurozona dopo che venerdì scorso lo stesso Draghi aveva sostenuto che la crescita dell’Eurozona potrebbe aver già raggiunto il suo picco.

In effetti le ultime figure macroeconomiche hanno messo in luce in maniera chiara un significativo rallentamento della crescita manifatturiera (il dato Pmi sulla manifattura uscito lunedì ha mostrato una flessione sui minimi da 14 mesi) e un peggioramento degli indici di fiducia (drastico crollo degli indicatori Zew e Ifo).

Nelle mani del Presidente Mario Draghi

Sebbene il mercato non si aspetta nessuna variazione concreta di politica monetaria, l’attenzione sarà rivolta a come Draghi giudicherà le figure macro più recenti, ma non solo. Il Governatore Bce non potrà trascurare neanche il forte rialzo dei prezzi degli energetici che a lungo andare potrebbe alimentare pressioni inflazionistiche non omogenee fra i Paesi dell’Eurozona.

In questo scenario dagli equilibri quanto mai delicati il Presidente Bce dovrà essere astuto nel far passare al mercato il messaggio di un atteggiamento comunque meno accomodante nei prossimi mesi. Questo è il pensiero condiviso dagli analisti dell’Ufficio studi di IG, secondo i quali con ogni probabilità il numero uno di Francoforte potrebbe dire che uno dei due elementi (rallentamento crescita economica o accelerazione inflazione) sia di carattere temporaneo.

I toni che saranno utilizzati dal governatore Mario Draghi saranno caratterizzati da una forte cautela in quanto lo scopo del Governatore è quello di temporeggiare su un possibile cambio della forward guidance. Per farlo farà leva proprio sui principali downside risk, ovvero una moneta unica forte sui mercati valutari e il possibile sviluppo di una guerra commerciale globale, oppure ragionando sul carattere temporaneo dell’aumento delle pressioni sui prezzi”, ha scritto Filippo Diodovich, market strategist di IG, aggiungendo di aspettarsi anche un qualche commento in riferimento al piano di acquisto di titoli di stato.

In questo quadro il mercato sembra reagire allontanando la data del primo rialzo dei tassi da parte della Bce. Per Diodovich è possibile che il primo aumento del costo del denaro venga implementato nella seconda parte del 2019, “probabilmente in uno degli ultimi meeting guidati da Draghi (scadenza mandato ottobre 2019)”, ha concluso lo strategist di IG.

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