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Pisapia: “D’Alema divisivo”. Sta già per tramontare il progetto del nuovo Ulivo?

mercoledì 4 ottobre 2017, di Alessandro Cipolla

Giuliano Pisapia non risparmia critiche a Massimo D’Alema, mostrando di nuovo quindi tutte le crepe che ci sarebbero all’interno del cosiddetto Ulivo 2.0, ovvero quella coalizione di centrosinistra che al momento non vedrebbe la presenza del Partito Democratico.

Al centro c’è la delicata questione al Senato del Def, il fondamentale documento economico che per passare a Palazzo Madama ha il necessario bisogno sia dei voti del Movimento Democratico e Progressista che di quello dei senatori più vicini a Pisapia.

Gli scissionisti hanno deciso di non votare la relazione del Def, uscendo di fatto dal governo e passando all’appoggio esterno, ma hanno garantito il loro sostegno sullo scostamento di bilancio: il governo così potrà andare avanti e presentare la manovra Finanziaria.

Intervistato da Massimo Giannini sulle frequenze di Radio Capital, Giuliano Pisapia ha poi accolto con favore alla fine il gesto di responsabilità di MDP, attaccando però Masimo D’Alema che per l’ex sindaco di Milano avrebbe voluto invece un voto contrario anche sullo scostamento di bilancio.

Pisapia contro D’Alema

Non c’è pace per il turbolento centrosinistra italiano. Ad agitare le acque in questo momento è il Documento di economia e finanza, una sorta di linea guida programmatica che è l’anticamera di quello che sarà la manovra Finanziaria.

Il grande obiettivo al momento del governo Gentiloni è quello di approvare la legge di Bilancio entro la fine dell’anno, evitando così l’aumento dell’Iva e blindando di fatto l’esecutivo fino al termine naturale della legislatura di febbraio.

Come già avvenuto in commissione MDP ha votato contro la relazione del Def. Una decisione questa che ha comportato le dimissioni del bersaniano Filippo Bubbico da viceministro dell’Interno, con gli scissionisti che così di fatto sono usciti dal governo passando così all’appoggio esterno.

Il punto focale però è il voto sullo scostamento di bilancio. Senza i voti del Movimento Democratico e Progressista al Senato non ci sarebbero i numeri. Una bocciatura comporterebbe con ogni probabilità la caduta del governo e l’addio alla manovra Finanziaria nei tempi stabiliti.

Ragion per cui per “senso di responsabilità” MDP ha garantito il proprio voto a Palazzo Madama, allineandosi così con le posizioni dei senatori che in questo momento sono vicini a Giuliano Pisapia.

Tutta la vicenda però ha lasciato non pochi strascichi a sinistra. Senza giri di parole, Pisapia intervistato da Massimo Giannini durante il suo programma in onda su Radio Capital ha puntato il dito contro Massimo D’Alema.

D’Alema? Deve fare un passo di lato perché anche lui, come Renzi, è divisivo. D’Alema sa perfettamente che io sono a disposizione di un progetto unitario e invece lui continua a fare dichiarazione che dividono. Faccio un esempio: lui era favorevole che oggi non si votasse lo scostamento di bilancio che avrebbe portato all’aumento dell’Iva mentre io e altri abbiamo voluto fare un percorso diverso. Io sono dell’idea che chi non ha obiettivi personali potrebbe fare un passo di fianco, bisogna essere in grado di unire. Lo dico per tutti, anche per me

Per l’ex sindaco di Milano ci sarebbero stati alcuni senatori MDP che, spinti da D’Alema, erano pronti a votare contro lo scostamento di bilancio. Un atteggiamento questo considerato divisorio anche se poi alla fine tutto in Senato si sarebbe risolto.

Spostando poi lo sguardo verso il futuro, Giuliano Pisapia si pone come obiettivo la costruzione di una sinistra di governo per impedire alle prossime elezioni una vittoria del centrodestra oppure del Movimento 5 Stelle.

Quale è il mio prossimo obiettivo? Una sinistra di governo. Vedo posizioni differenti ma per un pò vado avanti, poi vedrò, nessuno è indispensabile. Queste settimane sto girando l’Italia per sentire persone, amministratori e sindaci. Le divisioni che sono emerse sono più di ceto politico che tra le persone perché chi è in Parlamento ha più problematiche mentre in giro per l’Italia sento le persone che dicono di andare avanti per l’unità.

Una situazione questa molto complessa per il centrosinistra, che si va a intrecciare in maniera inevitabile con il discorso della legge elettorale, altra materia molto calda che approderà alla Camera la prossima settimana.

Che futuro per l’Ulivo?

Mentre gli ultimi sondaggi politici elettorali fanno registrare una situazione di stallo per quasi tutti i partiti, all’interno del centrosinistra italiano la confusione sembrerebbe ancora una volta regnare sovrana.

Il voto favorevole sullo scostamento di bilancio ha ricomposto la spaccatura tra Pisapia e i bersaniani, ma le parole al veleno dell’ideatore di Campo Progressista verso D’Alema potrebbero lasciare strascichi.

Nonostante una compatta schiera di oppositori in Parlamento, alla fine il Rosatellum-bis potrebbe farcela a vedere la luce facendo così ritornare in auge le coalizioni alle prossime elezioni, con una soglia di sbarramento prevista per questo tipo di alleanze del 10%.

MDP più d’una volta ha dichiarato che questa legge elettorale era fatta su misura per mettere la sinistra fuorigioco. Viste le crepe che poi si starebbero creando in quello che nei progetti era un Ulivo 2.0, la strada sembrerebbe essere tutta in salita.

Mentre l’asse tra Pisapia e Bersani appare saldo, le ruggini con D’Alema non mancano. Se poi ci aggiungiamo anche le titubanze di Sinistra Italiana di Fratoianni e i veti dei movimenti guidati da Anna Falcone e Tomaso Montanari verso l’ex sindaco di Milano, ecco che l’unione al momento appare lontanissima.

Sullo sfondo poi c’è sempre il Partito Democratico, con Matteo Renzi che sarebbe pronto ad accogliere soltanto Pisapia, anche se l’avvocato più volte ha rifiutato le proposte provenienti dall’ex premier.

Questo nuovo Ulivo in pratica sembrerebbe essere destinato a seccarsi prima ancora di essere piantato, anche se per capire bene quali saranno le strategie future dei vari partiti prima si dovrà sapere quali saranno le regole del gioco di queste elezioni.

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