Home > Altro > Archivio > Pensioni, novità: Quota 41, bonus contributivo o Ape social, tutte le (…)

Pensioni, novità: Quota 41, bonus contributivo o Ape social, tutte le ipotesi per i precoci

venerdì 16 settembre 2016, di Chiara Ridolfi

Le novità per il pensionamento anticipato dei precoci non sembrano andare nella direzione sperata, la Quota 41 risulta troppo costosa e i fondi non sono sufficienti. Le ipotesi in campo per la riforma pensioni dei lavoratori precoci sono principalmente tre: la Quota 41, il bonus contributivo e l’Ape senza penalizzazione.
Ognuna di queste manovre ha però delle difficoltà e delle problematiche e soprattutto nessuna convince tutti.

Governo, sindacati e lavoratori sono divisi sulla questione della riforma delle pensioni e sulle manovre da applicare e la questione precoci è senza dubbio la più controversa. Le soluzioni per questa categoria di lavoratori sono le più costose e si devono quindi studiare bene le proposte avanzate.
La Quota 41 sembra però ormai solo un bel ricordo, dal momento che non si riescono a trovare coperture idonee ad attuarla.

La questione dei precoci verrà certamente discussa nel prossimo incontro tra Governo e Sindacati, ma al momento sembra chiaro che non si potranno accontentare tutti. I lavoratori precoci saranno probabilmente i più delusi dalla riforma delle pensioni.
Vediamo insieme le soluzioni che sono al momento sul tavolo delle discussioni per i precoci, quali sono le proposte migliori secondo i sindacati e quali coperture ha a disposizione il Governo.

Pensioni novità, precoci: Quota 41 inattuabile, ecco perché

La riforma delle pensioni deve studiare una soluzione per i precoci, tenendo conto delle richieste dei sindacati e dei fondi disponibile. Un’impresa che sembra inattuabile al momento, dato che i soldi non sono sufficienti e le manovre proposte dal Governo non soddisfano lavoratori e sindacati.

La Quota 41, soluzione con cui il lavoratore che iniziato il mestiere in giovane età può andare in pensione con 41 anni di contributi, non sembra attuabile. Le ultime dichiarazioni del Ministro Poletti però parlano chiaro: i soldi non ci sono per l’applicazione di questa riforma.
La categoria dei precoci sono senza dubbio i lavoratori che più sentono il peso della riforma Fornero e per questo si dovrà agire in fretta.

I lavoratori che hanno iniziato a lavorare prima dei 18 anni chiedo di poter andare in pensione senza tener conto dell’età anagrafica e di applicare la Quota 41. I sindacati li sostengono nella loro battaglia, ma al momento i problemi non sembrano trovare soluzioni.
I sindacati non conoscono le cifre specifiche della manovra e di conseguenza non possono strutturare delle ipotesi che vadano nella direzione della Quota 41.

Inoltre il Governo sembra interessato a destinare i soldi della manovra per la riforma del settore pensionistico all’aumento delle minime e all’estensione della Quattordicesima. Tutelando chi in pensione ci è già andato però non si hanno più i soldi per i precoci e di conseguenza per la Quota 41.

Pensioni novità: bonus contributivo o Ape social?

Messa da parte la Quota 41 non rimangono che due opzioni: l’Ape senza penalizzazioni e il bonus contributivo. Entrambe però non verrebbero applicate a tutti i lavoratori, ma solo a coloro che rientrano in determinati parametri.
Il bonus contributivo è ideato solo per coloro che hanno iniziato a lavorare prima dei 18 anni e prevede degli assegni contributivi per ogni 4-6 mesi di lavoro precedente alla maggiore età.

Per quanto riguarda invece l’Ape senza penalizzazioni la limitazione di cui si deve tener conto è il reddito del lavoratore. Si devono infatti prendere in considerazione i parametri che sono stati proposti dal Governo: 1500 euro di lordo per l’assegno pensionistico.
Chi sforerà questo tetto massimo non potrà usufruire degli sgravi e per andare in pensione anticipata dovrà pagare le penalizzazioni.

Un problema di non poco conto quello che il Governo dovrà risolvere prima dell’inserimento della manovra nella Legge di Stabilità 2017. I precoci sono la categoria che maggiormente è stata penalizzata dalla Legge Fornero.
In precedenza i lavoratori potevano andare in pensione anticipata una volta raggiunti i 35 anni di contributi, senza tener conto dell’età anagrafica.

Con la Legge Fornero la situazione è cambiata e ora i precoci devono attendere i 42 anni e 10 mesi prima di chiedere il pensionamento. Un tetto che risulta troppo alto per chi ha iniziato a lavorare in tenera età. Il problema è però l’aspettativa di vita che si è innalzata e di conseguenza i contributi versati non riescono più a coprire le spese per l’assegno.
Una revisione della riforma Fornero sarebbe la soluzione più veloce, ma il Governo non sembra prendere in considerazione questa ipotesi.

Il prossimo tavolo di discussioni e trattative è previsto per il 21 settembre e saranno stabilite e cifre esatte della manovra e la loro distribuzione. Si avranno altre notizie nei prossimi giorni e con l’avvicinarsi delle trattative di certo non mancheranno le dichiarazioni da entrambe le parti.

Un messaggio, un commento?

moderato a priori

Questo forum è moderato a priori: il tuo contributo apparirà solo dopo essere stato approvato da un amministratore del sito.

Chi sei?
I tuoi messaggi

Questo form accetta scorciatoie di SPIP [->url] {{bold}} {italic} <quote> <code> e il codice HTML <q> <del> <ins>. Per creare un paragrafo lasciate semplicemente una riga vuota.