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Partita IVA 2015, dall’aliquota al 5% ai contributi previdenziali: ecco le prossime modifiche al nuovo regime forfettario
mercoledì 4 febbraio 2015, di
I fronti su cui il Governo potrebbe intervenire per rivedere la delicata questione del nuovo regime forfettario, in vigore dal 1 Gennaio 2015, per chi ha deciso di aprire Partita IVA, sono molti e toccano tutti gli aspetti del nuovo regime fiscale, compresa la spinosa questione delle aliquote previdenziali, ecco quali potrebbero essere le soluzioni adottate dal Governo il prossimo 20 Febbraio, nella seduta del Consiglio dei Ministri che dovrà ridefinire anche i termini della Delega Fiscale e le nuove tipologie contrattuali.
Aliquota fiscale
La nuova aliquota fiscale fissata al 15% è stata uno degli aspetti del nuovo regime forfettario che ha suscitato le proteste più accese da parte delle associazioni dei lavoratori autonomi e dei liberi professionisti. In tal senso le ipotesi di revisione in campo sono le seguenti:
- consentire l’opzione per il vecchio regime dei minimi al 5% per tutto il 2015, come proposto dal sottosegretario all’Economia, Enrico Zanetti e come richiesto anche da Scelta Civica in un emendamento al decreto Milleproroghe;
- ridurre l’aliquota del nuovo regime forfettario al 10%: si tratterebbe in questo caso di un intervento di natura definitiva, per il quale però devono ancora essere individuate le indispensabili comperture economiche;
Soglie dei compensi
Anche le soglie oltre le quali scatta il passaggio al regime ordinario sono state e continuano ad essere uno dei punti maggiormente contestati del nuovo regime forfettario. Mentre nel vecchio regime dei minimi la soglia dei ricavi era fissata a 30.000 euro annui, nel nuovo regime forfettario vengono definite differenti soglie la più bassa delle quali (per professionisti e autonomi) è fissata a 15.000 euro annui.
- L’unica proposta di revisione, enucleata su questo punto, è un’armonizzazione di tutte le soglie di ricavi a 30000 euro: in questo caso i freelance sarebbero quello che beneficierebbero maggiormente dell’intervento di revisione mentre i commercianti (la cui soglia è fissata a 40000 euro) sarebbero penalizzati;
Aliquota contributiva
Il fronte decisamente più scottante è però quello dei contributi INPS per il quale è previsto un aumento sempre più consistente nei prossimi anni, soprattutto per i lavoratori autonomi e i liberi professionisti che non sono iscritti a una cassa professionale e, quindi, sono soggetti alla gestione separata INPS. In questo caso, nel 2015 è stato previsto un passaggio dell’aliquota dal 27,72% al 30,72%, un aumento che dovrebbe essere sempre più consistente, dal momento che nel 2018 l’aliquota contributiva dovrebbe lievitare fino al 33,72%.
- In tal senso è stato proposto, dal Partito Democratico, un altro emendamento al Decreto Milleproroghe che dovrebbe evitare, per il solo 2015, l’aumento dell’aliquota contributiva, che in tal modo resterebbe al 27,72%. Anche in questo si tratta però, di un intervento tampone che risolve solo momentaneamente la situazione, senza definire una soluzione duratura;
Doppi redditi
Per chi ha un altro reddito oltre a quello ottenuto con il lavoro autonomo, la Legge di Stabilità ha fissato dei limiti più stringenti per l’accesso l nuovo regime forfettario. A tal proposito occorre, innanzi tutto, premettere che debbono essere considerati come redditi differenti da quello da lavoro autonomo non solo i redditi da lavoro dipendente e quelli assimilati ma anche i redditi da pensione.
In questa situazione è possibile accedere al nuovo regime forfettario e permanervi anche per l’anno successivo a condizione che i redditi conseguiti attraverso il lavoro autonomo siano prevalenti rispetto ai redditi ottenuti con lavoro dipendente, assimilito o con la pensione. Tale condizione non deve essere ottemperata nella sola ipotesi in cui la totalità dei redditi (da lavoro autonomo e da lavoro dipendente) ottenuti in un periodo d’imposta non superino i 20000 euro annui o nel caso in cui il lavoro dipendente sia cessato.
Criteri di determinazione del reddito
Un altro fronte di intervento, su cui si è recentemente pronunciata anche l’Agenzia delle Entrate è quello dei criteri per la determinazione del reddito ottenuto nell’anno precedente a quello nel quale si intende accedere al nuovo regime forfettario. In tal caso il Fisco ha chiarito che:
- i contribuenti che nell’anno precedente hanno applicato il regime ordinario, per determinare il reddito d’impresa, utilizzano il principio di competenza per verificare i propri redditi;
- chi, invece, nell’anno precedente ha applicato il vecchio regime dei minimi, verifica il proprio reddito in base al principio di cassa (secondo quanto incassato) e, qualora sia necessario (eventualmente per il raggiungimento del 35° anno di età), in base a tale verifica decidono se possono accedere al nuovo regime forfettario o se devono collocarsi in regime ordinario;
