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Occupazione femminile: ecco gli incentivi della Fornero. A chi sono rivolti?
venerdì 12 aprile 2013, di
Sono ormai tristemente noti i dati record della disoccupazione, soprattutto giovanile. Nell’UE a 27 il tasso supera il 23% (dati aggiornati a febbraio 2013). I paesi più colpiti sono Spagna, Portogallo, Grecia e Italia il cui tasso di disoccupazione, relativo ai giovani fino a 25 anni, è pari al 37,8%. A questi dati va ad aggiungersi quello di oltre un milione di licenziamenti nel 2012.
I dati Istat fotografano un’Italia disillusa e scoraggiata: 5,7 milioni di disoccupati, di cui 2,8 milioni senza lavoro e 2,9 milioni che neanche lo cercano più perché sicuri di non trovarlo.
Alla luce di questi dati il bilancio della riforma Fornero è presto fatto: promossa o bocciata? Forse bocciata.
Ad ogni modo il ministro ancora in carica continua il suo lavoro. Dopo essersi occupata dei diritti della lavoratrice madre, grazie ai voucher baby sitter e asili nido, Elsa Fornero torna a guardare all’universo femminile, in particolare all’occupazione femminile per cui sono previsti degli incentivi. A chi sono rivolti? In una nota del Ministero del Lavoro si legge infatti che il ministro Fornero ha firmato
“il decreto ministeriale che rende operativa la possibilità di riconoscere significativi incentivi per l’assunzione - a decorrere dal 1° gennaio 2013 - di donne disoccupate in settori produttivi caratterizzati, negli assetti occupazionali, da rilevanti disparità di genere”.
Quali sono gli incentivi?
Il pacchetto di incentivi per l’occupazione femminile previsto dalla Fornero prevede la riduzione dei contributi che il datore di lavoro deve versare nella misura pari al 50% per 12 mesi (con possibilità di proroga fino a 18 mesi nel caso in cui il rapporto di lavoro si trasforma in tempo indeterminato) e segue il provvedimento di “sblocco” degli incentivi per contratti che favoriscono l’occupazione femminile, in particolare di donne residenti in zone svantaggiate.
A chi sono rivolti?
Gli incentivi per l’occupazione femminile potrebbero essere un passo avanti, ma non abbastanza. Infatti le aziende interessate saranno:
- aziende che assumono donne di qualsiasi età prive di un impiego regolarmente retribuito da più di 6 mesi (residenti in regioni ammissibili ai finanziamenti nell’ambito dei fondi strutturali dell’Unione europea);
- aziende che assumono donne prive di un impiego regolarmente retribuito da più di 24 mesi (ovunque residenti);
- aziende attive in settori produttivi caratterizzati da una forte disparità di genere. Con riferimento ad un regolamento della Commissione (n. 800/2008), suddetta disparità esiste quando in uno specifico settore il rapporto tra uomini e donne supera del 25% la media nazionale.
Settori-tipo interessati da questi incentivi saranno:
- il settore delle costruzioni, in cui gli uomini superano dell’88% le donne;
- alcuni segmenti dell’industria, dove la disparità tra uomini e donne supera il tasso del 50%.
UGL: bisogna fare di più
Loretta Civili, responsabile del Dipartimento della Famiglia, Politiche dei diritti e delle Pari opportunità dell’UGL ha così commentato l’introduzione di incentivi per l’occupazione femminile:
“L’iniziativa del ministro Elsa Fornero è importante perchè può aiutare a rafforzare la presenza femminile nel mercato del lavoro ma da sola non è sufficiente per superare la crisi economica. Occorrono incentivi all’occupazione, ma anche servizi di cura dell’infanzia e della non autosufficienza ed una migliore conciliazione dei tempi di vita e di lavoro. L’occupazione femminile cresce se si mettono in campo una serie di azioni convergenti, come emerge dagli Stati generali delle donne in corso al Cnel. Apprezziamo il via libera al decreto attuativo della norma contenuta nel legge 92, ma si deve pensare anche ad altro”.