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Occupazione e consumi: ecco 5 soluzioni per ripartire

mercoledì 22 maggio 2013, di Valentina Pennacchio

Occupazione e consumi sono due aspetti indispensabili per tornare a crescere. L’Italia registra una soglia di disoccupazione giovanile che tocca quasi il 40% e un crollo dei consumi senza precedenti.

Secondo Confcommercio si tratta della situazione più critica degli ultimi 13 anni, nel mese di marzo la contrazione è stata pari al 3,4% in termini tendenziali. In particolare si è assistito ad un calo del 2,2% nella domanda di servizi e del 3,9% nella spesa per i beni. La situazione fortemente critica è dimostrata da una netta diminuzione nei consumi di:

  • beni e servizi ricreativi: -5,6%;
  • alimentari, bevande e tabacchi: -3%;
  • alberghi, pasti e consumazioni fuori casa: - 2,8%;
  • beni e servizi per la casa: -2,7%.

Puntare sulla ripresa del mercato interno è indispensabile per frenare una crisi “eccezionalmente lunga”. Secondo il parere di Confesercenti:

“Il calo dell’1,6% previsto per il 2013 è l’ultimo atto di una contrazione dei consumi che ha portato le famiglie a ‘tagliare’ 85 miliardi nei cinque anni precedenti (2008-2012), metà dei quali (più di 43) solo nel 2012. Un taglio di 3.500 euro per ciascuna famiglia italiana: è con questa eredità pesantissima che si deve fare i conti”.

In Italia si è innescato un triste circolo vizioso: le imprese chiudono, la disoccupazione aumenta, i consumi e il potere d’acquisto crollano. Come arginare questo fenomeno? Ecco 5 soluzioni per ripartire.

Le 5 soluzioni

Confesercenti ha sottolineato che “se le PMI non saranno in grado di riemergere, l’occupazione rimarrà un miraggio” e ha proposto 5 soluzioni per interrompere un “circuito fortemente negativo”. Quali?

  • bloccare l’aumento dell’IVA e tornare all’aliquota del 20%;
  • diminuire la pressione fiscale su famiglie e imprese tramite interventi incisivi che individuino risorse grazie a coraggiosi tagli di spesa e riduzione dei costi della politica;
  • ripristinare gli incentivi per favorire le assunzioni e i benefici contributivi per le PMI che assumono dalle lista della piccola mobilità;
  • ridurre i costi del lavoro, che in seguito alla Riforma Fornero sono aumentati dell’1,4% per quanto riguarda: assunzioni a tempo indeterminato, risoluzione dei contratti e irrigidimenti per alcune forme di contratti flessibili. Inoltre, le PMI terziario e del turismo hanno bisogno di una riduzione dei costi del lavoro per sostenere la produttività e i livelli di occupazione. La soluzione in tal senso potrebbe essere quella di avvalersi delle gestioni previdenziali in avanzo (Inail, prestazioni temporanee INPS, contribuzione Fondo di solidarietà INPS), razionalizzando l’intero sistema;
  • rilanciare un piano per le opere infrastrutturali necessarie al Paese, “senza demagogie”, creando nuove occasioni di investimento e lavoro.

Famiglie in crisi

Ecco i dati del Censis, aggiornati al mese di aprile 2013, sulle famiglie in crisi.

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