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OCSE: non è l’Euro ad essere in pericolo dopo il voto della Grecia, è l’Europa

venerdì 3 luglio 2015, di Erika Di Dio

“L’euro non è in pericolo, è l’Europa ad essere a rischio. Ci sono voluti tutti questi anni per costruirla”, lo ha detto martedì scorso Angel Gurria, segretario generale dell’OCSE.

Questo problema greco è accaduto, perché un giorno di qualche anno fa abbiamo avuto un problema di arrotondamento. Hanno detto che avevano un deficit del 5%, invece era del 15%. Da allora stiamo lottando con questo problema.

Nel 2004, il governo greco ha ammesso di aver riportato non correttamente le cifre relative al disavanzo del paese quando lo stesso ha fatto richiesta per entrare nell’area euro.

Sì o no

I commenti di Gurria arrivano mentre tutti gli occhi sono puntati sul sondaggio greco di questo weekend, quando i cittadini voteranno “sì” per più austerità (ed effettivamente un futuro nell’Eurozona) o “no” e quindi una potenziale uscita dalla moneta unica.

L’ultimo sondaggio, condotto dall’Istituto ALCO e pubblicato sul quotidiano Ethnos venerdì, ha indicato un risultato vicino. Il “sì” a sostegno delle proposte di riforma dei creditori ha riportato il 44.8%, il “no” si è attestato al 43.4%, mentre l’1.8% ha dichiarato di essere ancora indeciso.

Tuttavia, ha anche mostrato che il 74% vuole rimanere nell’euro, contro il 15% che vorrebbe una “moneta nazionale”.

Gurria ha avvertito che era nell’interesse di tutti “mantenere intatta l’Europa”, anche se ha ammesso che ci sono stati vincoli politici, legali e finanziari per quanto riguarda gli organismi che sovrintendono il salvataggio della Grecia, ossia il FMI, BCE e Commissione Europea.

Ha aggiunto,

La soluzione verrà dalla comprensione di tali vincoli e allo stesso tempo, e credo che ciò sta in realtà per accadere, dal muoversi al di sopra degli interessi a breve termine, comprendendo che è nell’interesse di tutti mantenere intatta l’Europa.

Anche se i colloqui tra il governo di sinistra radicale in Grecia e i suoi creditori sono in corso dal mese di Febbraio, la crisi della Grecia ha raggiunto un picco lo scorso venerdì sera quando il primo ministro Alexis Tsipras ha annunciato un referendum.

Questa mossa ha spinto la BCE a coprire il suo finanziamento di emergenza per le banche greche e sono stati imposti i controlli sui capitali, che dovrebbero rimanere in vigore fino a dopo il voto. Ora le riserve di liquidità si stanno esaurendo, con la disponibilità giornaliera per i bancomat ridotta da 60 a 50 euro.

Fonti ufficiali hanno detto che i politici della BCE dovrebbero discutere di ulteriori finanziamenti di emergenza per le banche greche il prossimo lunedì.

“Troveremo un accordo”

A metà settimana ci sono state speranze secondo cui la Grecia sarebbe potuta essere pronta a scendere nella sua opposizione verso alcune importanti riforme e tagli alla spesa. Tuttavia, tutte queste speranze sono state deluse quando i creditori hanno detto che non ci sarebbero più stati colloqui fino a dopo il referendum e Tsipras ha esortato i greci a votare di “no” contro le riforme.

Giovedì, il FMI ha avvertito che la Grecia avrebbe bisogno di un compresivo allegerimento del debito e di un maggiore aiuto finanziario per i prossimi tre anni di oltre 50 miliardi di euro. All’inizio di questa settimana, il paese ha fatto default sul suo debito di 1.6 miliardi di euro, il che lo ha reso il primo paese sviluppato a risultare inadempiente.

Tuttavia, Gurria ha detto che nonostante l’impasse tra la Grecia e i suoi creditori, si può ancora trovare un accordo.

Ha infatti dichiarato,

La mia impressione è che a causa della volontà di entrambe le parti a trovare un punto d’accordo, non siamo troppo lontani dal raggiungerlo. Tutte le discussioni sembrano essere inutili per qualcuno, ma io credo che troveremo un accordo.

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