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Medicina, test d’ingresso verso il definitivo addio? Pronti altri 6 mila ricorsi degli specializzandi, mentre avanza l’ipotesi francese per il 2015
lunedì 10 novembre 2014, di
Test d’ingresso alla facoltà di Medicina e alle scuole di specializzazione: il 2014 rischia di essere ricordato come l’anno del tracollo del numero chiuso, abbattuto a colpi di errori, ricorsi alle vie legali e successive riammissioni. E’ questo, infatti, il quadro che si delinea a poca distanza di tempo dal conclamato flop della prova d’accesso alle scuole di specializzazione medica: uno sbaglio grossolano (l’inversione delle 30 domande relative all’area medica e a quella dei servizi clinici) ha, di fatto, non solo scatenato le inevitabili proteste, ma anche aperto la strada a una montagna di ricorsi.
Possibili 6.664 ricorsi
Dal canto loro, l’Unione degli universitari e la Cgil Medici hanno fatto sapere già ieri che stanno organizzando una maxi operazione legale per chiedere al Tar l’ammissione in sovrannumero di tutti i candidati esclusi dalla graduatoria: ben 6.664 persone. Le polemiche in merito non si sono ancora placate – in particolare si continuano a chiedere a gran voce le dimissioni del ministro Stefania Giannini – mentre gli specializzandi che hanno superato la prova si chiedono con preoccupazione quanto gli effetti di questo ricorso rischiano di ripercuotersi sulla qualità del loro nuovo percorso formativo.
Il precedente del test d’ammissione a Medicina
Già ai tempi del pasticciaccio riscontrato durante il classico quizzone per l’ammissione alla facoltà di Medicina, infatti, molti rettori universitari non avevano mancato di esprimere le loro perplessità sulla sostenibilità di un numero aperto, seppur calmierato da una successiva selezione. Le ammissioni imposte dal Tar, infatti, sembrano aver scoperchiato un vero e proprio vaso di Pandora: non ci sono risorse, aule e docenti per tutti, soprattutto in un’ottica di frequenza obbligatoria. Eppure, la titolare del dicastero dell’Istruzione sembra voler proseguire lungo la strada dell’abolizione della prova (“Stiamo lavorando con il governo all’ipotesi dell’eliminazione del test d’ingresso”, ha fatto sapere) e in questi giorni si fa sempre più riferimento all’adozione del modello francese, con apertura del corso di laurea a tutti gli aspiranti medici per il solo primo anno, i quali verrebbero selezionati successivamente. Una strada che sembra non convincere particolarmente il mondo universitario italiano, ma sulla quale si accendono inevitabilmente i riflettori di quanti – nel corso degli anni – si sono dovuti arrendere davanti al test di medicina.