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Licenziato per abuso di internet: il controllo del boss è lecito

giovedì 22 giugno 2017, di Vittorio Proietti

Essere licenziato per abuso della rete internet aziendale è la nuova causa di licenziamento ammessa dalla Corte di Cassazione. Nella Sentenza 14862/2017 viene però anche ammesso il controllo da parte del boss sulla rete internet, a differenza di quanto stabilito dall’Art. 4 della Legge 300/1970.

Lo Statuto dei Lavoratori, infatti, proibisce di effettuare un controllo delle attività del lavoratore, a meno che non sia necessario per garantire la sicurezza nel luogo di lavoro e che il dipendente abbia confermato il consenso.

L’abuso di internet non rientra nella fattispecie dell’Art. 4 secondo la Corte di Cassazione, controllare le attività dei dipendenti quando ledono l’integrità patrimoniale dell’azienda è lecito, poiché mina il normale funzionamento dell’azienda stessa.

Vediamo cosa prevede lo Statuto dei Lavoratori nei riguardi della privacy dei dipendenti e cosa ha sancito la Sentenza della Corte Costituzionale.

Il controllo del boss è lecito: per abuso di internet o cattiva condotta

Essere licenziato per abuso di internet aziendale è ammesso dalla Legge, come è ammesso il controllo da parte del boss sull’integrità del patrimonio dell’azienda e degli strumenti che essa utilizza per la produzione.

L’Art. 4 dello Statuto dei Lavoratori sancisce un divieto ferreo nella registrazione video, o comunque ogni forma di controllo dell’attività lavorativa, a meno che essa non abbia il consenso dei dipendenti.

E’ lecito controllare i dipendenti se essi ne sono informati e se è giustificato dall’attività svolta. Il datore di lavoro infatti deve rispettare la privacy dei dipendenti, ma deve anche assicurarsi che essi effettivamente svolgano le loro attività durante l’orario di lavoro.

Il Garante della Privacy è infatti intervenuto con un provvedimento datato 18 ottobre 2012 per ricordare la necessità di controllo.

Il controllo del boss sul dipendente non è un totem da rifiutare a prescindere, in quanto molto spesso accade che i dipendenti non siano onesti, oppure che commettano un abuso come nel caso della citata Sentenza di Cassazione 14862/2017.

Licenziamento lecito con abuso di internet

La Sentenza di Cassazione ha decretato lecito un licenziamento per abuso di internet da parte di un dipendente poco onesto. Dati alcuni accertamenti sull’effettivo uso della rete aziendale da parte del lavoratore.

L’abuso di internet aziendale sarebbe stato perpetrato per 27 volte nell’arco di 60 giorni, con una durata di collegamento di circa 45 ore complessive. Il licenziamento è stato perciò confermato dalla Corte di Bologna come recesso per giusta causa, anche se il danno effettivamente è stato esiguo.

La vera novità della Sentenza 14862/2017 è quella di aver ammesso la possibilità di controllo da parte del lavoratore sull’attività del dipendente a prescindere da quanto prescritto nell’Art. 4 dello Statuto dei Lavoratori. L’abuso d’altronde è stato palese, inevitabili le conseguenze.

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