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Lavoro: qual è il modello spagnolo?

martedì 9 settembre 2014, di Valentina Pennacchio

Nel portare avanti con entusiasmo e convinzione il suo pacchetto del lavoro, l’ormai famoso Jobs Act, il Premier Renzi ha più volte sottolineato che il modello da seguire è la Germania della Riforma Hartz e dei mini jobs (sarà vero?).

Il Paese da cui dobbiamo invece stare alla larga è la Spagna, che ha il tasso di disoccupazione tra i più alti d’Europa, insieme alla Grecia. La Spagna di Rajoy ha messo in atto una riforma di deregolamentazione del mercato del lavoro, forte del fatto che la causa principale della disoccupazione fosse la rigidità.

Rajoy ha seguito la strada tracciata da Zapatero, ma quali sono state le conseguenze della Riforma?

Riforma lavoro Spagna

In breve i punti principali della riforma del lavoro spagnola:

  • indebolimento dei ccnl a vantaggio dei contratti aziendali (hanno la priorità), con la conseguenza che le aziende possono modificare le condizioni di lavoro dei dipendenti (dai salari ai turni di lavoro), in ragione di motivazioni economiche e organizzative;
  • licenziamenti meno costosi e quindi più facili, anche quelli collettivi dal momento che non è più necessaria l’autorizzazione amministrativa. Viene decurtata l’indennità di licenziamento (a 33 giorni contro i precedenti 45 per ogni anno di anzianità nell’azienda e con una soglia massima che non può andare oltre 24 mensilità di retribuzione) e, se l’azienda dimostra una situazione economica avversa (diminuzione del fatturato per 3 trimestri consecutivi), il licenziamento diventa per giusta causa;
  • incentivi per le assunzioni per le PMI con meno di 50 dipendenti che non hanno licenziato nei 6 mesi precedenti;
  • contratto di apprendistato fino ai 30 anni fin quando il tasso di disoccupazione non si ridurrà del 15%;
  • nuovo contratto a tempo indeterminato: un anno di prova e una detrazione fiscale di 3.000 euro se il dipendente è un giovane under 30. Sono previsti anche altri bonus:
     fino 3.600 euro per l’assunzione di un disoccupato;
     fino a 4.500 euro se il disoccupato è un over 45 e di lunga durata.

Quali sono stati i risultati della riforma? Guardando i numeri:

  • il tasso di disoccupazione è tornato a crescere dopo 6 mesi consecutivi di diminuzione (+0,18% ad agosto);
  • la precarietà è aumentata;
  • la competitività del costo del lavoro è aumentata.

I numeri premiano la Germania, ma come vi abbiamo raccontato negli articoli precedenti, non è tutto oro quello che luccica...

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