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L’Italia rischia di perdere €800 milioni con Trump presidente. Ecco perché
mercoledì 25 gennaio 2017, di
Italia a rischio 800 milioni con Trump presidente. L’elezione di Donald Trump a presidente degli Stati Uniti potrebbe costare all’Italia una perdita di circa 800 milioni di euro. L’azienda di consulenza e ricerca economia Prometeia ha infatti redatto un report che mostra come l’export italiano potrebbe pesantemente subire gli effetti di una eventuale politica protezionistica annunciata da Donald Trump nelle ultime settimane.
Il presidente degli Stati Uniti sarebbe infatti intenzionato a varare misure di politica economica volte a creare posti di lavoro all’interno dei confini americani e rilanciare l’economia a stelle e strisce. Oltre ad aver annunciato guerra a tutte le aziende americane delocalizzatrici, Trump ha poi fatto riferimento a una futura imposizione di dazi doganali di quasi il 50% sui prodotti provenienti dalla Cina e dagli altri mercati.
Prometia ha quindi cercato di passare in analisi le ripercussioni che una svolta protezionistica degli Stati Uniti potrebbe avere sul mercato e sulle esportazioni italiane. Di seguito vediamo alcuni dati.
Gli effetti del protezionismo trumpiano in Italia
Ad oggi gli Stati Uniti, per l’economia italiana, rappresentano il terzo mercato di sbocco (dietro a Germania e Francia), facendo registrare alle casse italiane un valore delle esportazioni che si aggira attorno ai 35 miliardi di euro. L’annuncio di Donald Trump di essere intenzionato a intraprendere politiche protezionistiche, come potrebbe ripercuotersi sul mercato e le imprese italiani?
Per capire quale scenario potrebbe figurarsi nel caso di una svolta protezionistica degli Stati Uniti Promenia, all’interno del suo rapporto, ha ipotizzato un ritorno alle tariffe doganali di fine anni 80. Dalla simulazione è emerso che un’eventuale imposizione negli Stati Uniti di dazi doganali in entrata costerebbero alle imprese italiane esportatrici circa 800 milioni di euro di perdite, ovvero il 2% dell’intero valore delle esportazioni dall’Italia agli USA.
Non tutti i settori del made in Italy subirebbero gli stessi effetti. A risentirne maggiormente sarebbero le aziende produttrici di beni “tradizionali”, ovvero moda, calzature, design e cibo. Su questi una chiusura a riccio degli Stati Uniti peserebbe per circa 350 milioni di euro. Altri 216 milioni di euro peserebbero invece sulla meccanica e i mezzi di trasporto. 62 milioni sui prodotti per materiali da costruzione. 43 milioni sull’industria metallurgica e 32 su quella chimica-farmaceutica.
L’imposizione di dazi doganali da parte degli Stati Uniti non avrebbe ripercussioni solo sui singoli mercati nazionali, ma bensì scatenerebbe un effetto a catena su tutto il mercato europeo, e in particolare sulla catena della distribuzione internazionale. Il che potrebbe significare che gli Stati Uniti, e di conseguenza le multinazionali americane, alla fine possano finire vittima delle politiche trumpiane.
Al Sole24Ore il responsabile delle practice Strategie Industriali e Territoriali di Prometeia, Alessandro Lanza, ha comunque spiegato:
"è più probabile che una politica ’muscolare’ da parte della nuova amministrazione Usa passi per iniziative per lo più interne: spesa pubblica, immigrazione e dollaro forte. Dollaro forte che, in particolare, potrebbe non avere un effetto sfavorevole, a breve, sugli esportatori italiani. Un apprezzamento del dollaro sull’euro ci renderebbe, infatti, più competitivi. Anzi nell’immediato una politica economica espansiva è destinata a rafforzare la domanda interna, offrendo occasioni di fornitura alle imprese internazionali".