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L’Europa attende le parole di Draghi, mentre i sondaggi prevedono il Quantitative Easing

lunedì 17 novembre 2014, di Vittoria Patanè

C’è grande attesa per le parole che il Presidente della BCE Mario Draghi pronuncerà oggi nel corso dell’audizione trimestrale davanti al comitato per gli Affari economici e monetari del Parlamento europeo a Bruxelles.

Nessuna decisione verrà presa in giornata, ma il Governatore potrebbe dare qualche indizio sulle decisioni che l’Eurotower adotterà tra qualche settimana sulla politica monetaria europea.

Le misure intraprese sinora si sono dimostrate inefficaci e il quadro macroeconomico continua a peggiorare. A dimostrarlo sono i dati pubblicati la settimana scorsa che, oltre a palesare la grande difficoltà dell’Italia, dimostrano nuovamente un rallentamento della crescita delle principali economie dell’Eurozona, Germania in primis. Per non parlare dell’inflazione che continua a mantenersi ben lontana dal target di riferimento del 2% (Eurozona 0,4% - Italia 0,2%). Insomma l’Europa continua a stagnare e Draghi potrebbe decidere di mettere in atto quelle "misure non convenzionali" che lo staff della BCE sta preparando nel corso di queste settimane.

"Misure non convenzionali" che per i mercati corrispondono a un programma ben definito: il Quantitative Easing. Nonostante l’avversione di alcuni membri del board, il tedesco Weidmann in particolare, il Presidente dell BCE sembra sempre più intenzionato ad adottare un piano di acquisto di titoli di Stato volto ad immettere liquidità nel sistema per nutrire la fame delle economie continentali.

A pensarla così sono molti analisti: secondo un sondaggio realizzato dall’agenzia di stampa Reuters infatti, il 50% degli economisti europei ( la percentuale a ottobre) si era assestata al 40% pensa che l’Eurotower varerà presto il tanto agognato Quantitative Easing, sottoscrivendo denaro per un totale di 500 miliardi di euro. Nel corso dell’ultima conferenza stampa del 7 novembre infatti, il Governatore della Banca Centrale Europea ha non solo annunciato l’incremento di bilancio da mille miliardi, ma ha anche dichiarato di aver dato mandato al suo staff di preparare provvedimenti non convenzionali.

A frenare le intenzioni di Draghi però, potrebbero essere anche i dati arrivati ieri sul Giappone. Il PIL nipponico è sceso nel corso dell’ultimo trimestre dello 0,4% e dell’1,6% su base annua, entrando in una fase di recessione tecnica, avallata anche dal il crollo del trimestre scorso (-7,3%). L’Abenomics sembra dunque non essere più un esempio da seguire per l’Europa, mentre anche la FED, che ha deciso di interrompere l’acquisto di titoli di Stato, smette di essere un punto di riferimento.

Cosa dirà Mario Draghi? Forexinfo seguirà per voi il meeting che comincerà alle ore 15.00.

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