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Jürgen Stark: BCE nel panico, agisce al di fuori del suo mandato

lunedì 24 settembre 2012, di Daniele Sforza

Jürgen Stark, ex capo economista della BCE, punta il dito contro Mario Draghi: “La BCE è nel panico, agisce fuori dal suo mandato”, ha dichiarato al quotidiano austriaco Die Presse.

Stark e Weidmann contro la BCE

Già qualche settimana fa, Jürgen Stark aveva difeso il governatore della Bundesbank Jens Weidmann, accusando la BCE, neppure troppo velatamente, di praticare del mobbing. Le dichiarazioni di Weidmann relative alla sua sfiducia sui possibili interventi sui bond da parte di Mario Draghi, aveva spiegato Stark, erano assolutamente credibili e convincenti e provenienti da una voce autorevole, leader di un istituto che è tra i migliori del mondo.

“Fino al 2010 andava tutto bene, poi le cose sono cambiate”: Stark si dimise nel 2011 dopo contrasti con il presidente Jean-Claude Trichet, soprattutto per quel che riguardava il programma di acquisto dei bond. Ora, che il copione si ripete, il suo posto lo ha preso Weidmann, l’unico esponente della Banca Centrale Europea che si è opposto al piano presentato da Draghi a inizio settembre. Il risultato? Un isolamento di Weidmann, “ai limiti del mobbing”, ha tenuto a specificare Stark.
Uno Stark ancora irretito dal corso che sta intraprendendo la BCE e che non perde tempo a spiegare la sua posizione a riguardo, in un’intervista al quotidiano austriaco Die Presse.

La BCE è andata nel panico

La BCE agisce al di fuori del suo mandato, è l’affermazione più ricorrente. “Io non voglio sopravvalutare la mia persona. Il segnale che volevo dare con le mie dimissioni alla Banca Centrale Europea era: Stai andando dalla parte sbagliata! In breve tempo una base significativa dell’attività dell’Unione economica e monetaria, il no-bailout, è stato semplicemente messo da parte”.

Quello che stupisce, per Stark, è il fatto che sia i membri della Banca Centrale sia i politici stiano spiegando che quello che la BCE intende fare rientra nel suo mandato. Eppure il giudizio di Stark è opposto: “Con la decisione presa all’inizio di questo mese, la BCE ha agito al di fuori del suo mandato”.

Il motivo? “La Banca Centrale è sotto un’enorme pressione. È nel panico”. “Si dice che possono farlo, possono stampare denaro”, prosegue Stark nell’invettiva. “Ma che questo non risolverà i problemi economici è chiaro. Al contrario: con l’inondazione globale dei mercati attraverso la creazione di condizioni che potrebbero portare a eccessi, potrebbero nascerne di nuovi”.

In conclusione, anche una stoccata agli Stati Uniti: “Fino al 2010 andava tutto bene. Poi la BCE ha cominciato ad assumere un ruolo non suo ed è andata nel panico. Ha ceduto alle pressioni esterne. Soprattutto a quelle che dicevano: ‘Voi europei dovete prendere una decisione e prendere un sacco di soldi in mano entro metà maggio 2010’”, ha affermato riferendosi al finanziamento “una tantum” per salvare la Grecia dal fallimento. “Ora questo ha preso piede”.
E alla domanda del giornalista: “Con pressioni esterne si intendono quelle provenienti dagli Stati Uniti?” Stark ha risposto così: “Pressioni al di fuori dell’Europa”.

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