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Italia: ritorno alla Lira? Ecco cosa accadrebbe

giovedì 21 giugno 2012, di Daniele Sforza

Cosa accadrebbe se l’Italia ritornasse alla lira? In molti, sul web, auspicano un ritorno alla vecchia moneta, mentre altri tendono a sottolineare le conseguenze negative che una rivoluzione del genere comporterebbe.

Tornare alla lira, perché no?

La proposta di Silvio Berlusconi di uscire dall’euro e tornare alla lira, prima dichiarata a gran voce e poi smentita e definita come una provocazione, segue la scia della domanda del momento: se ciò che sta accadendo in Grecia capitasse a noi? Come ci comporteremmo? E, soprattutto, cosa accadrebbe se l’Italia uscisse dall’euro, e quali conseguenze deriverebbero da un ritorno della lira?
Saremo sicuramente catapultati in un altro mondo, se migliore o peggiore difficile dirlo. Certo è che, soprattutto all’inizio, anche da noi come in Grecia ci sarebbero forti disagi e tensioni sociali.

Arginare la crisi, uscire dall’economia che conta (ma per quanto ancora?) e tornare alla vecchia moneta: sembra un processo facile, detto a parole, che potrebbe perfino funzionare, ma tra l’uscita dalla moneta unica e l’eventuale riavvio dell’economia ci sarebbero molti problemi su cui ragionare, problemi che non verrebbero affrontati (e superati) facilmente.
Insomma, facile parlare, soprattutto in un Paese in cui 60 milioni di commissari tecnici sono stati sostituiti da 60 milioni di economisti. Certamente quella che fino a poco tempo fa era considerata poco più che una boutade, o una proposta folle e assurda, sta prendendo sempre più quota, specialmente se la troika continuerà a perseverare nella sua politica di austerity e rigore fiscale, che prima o poi investirà come un ciclone anche il nostro Paese.
Anche su Facebook e Twitter gli utenti dicono la loro, e mentre sul social network di Zuckerberg sono già in 23 i gruppi a favore di un ritorno alla lira, su Twitter si scorge anche della buona ironia, in chi vorrebbe tornare addirittura al sesterzio.

Cosa accadrebbe se l’Italia uscisse dall’Euro

Sicuramente, un ritorno dell’Italia alla lira è difficilmente prevedibile, non solo nel senso che a oggi è uno scenario ancora impensabile, ma anche nel senso che non si possono fare previsioni certe. Sarebbe un bene o un male? Forse sarebbe un bene, a lungo termine, ma chi può dirlo al 100%? Tutto dipenderebbe anche dal nuovo panorama economico che si profilerebbe, con una eventuale disgregazione dell’Ue (con tutti i Paesi che ritornano alle loro vecchie monete nazionali) o una sua continuazione (ma differente rispetto a come la conosciamo oggi).

Con un’uscita dell’Italia dall’euro, muterebbe insomma il clima economico generale, dall’Europa agli Stati Uniti, che nel frattempo continuano a denunciare la troika per le sue assurde misure di austerity che provocano solo disoccupazione e recessione, mentre avrebbero la meglio le economie emergenti, soprattutto la Cina. I nuovi leader dell’economia mondiale, dunque, sarebbero loro. Non sarebbe necessariamente un male, se lo si vede da un’ottica esterna (anche l’economia vive di cicli e spodestamenti), ma sicuramente dovremmo cambiare abitudini di vita, usi e consumi. Cosa che dovremmo fare se uscissimo dall’euro e tornassimo alla lira.

Cosa accadrebbe? Scordatevi i prelievi a tempi di record: i bancomat non funzionerebbero e le banche resterebbero chiuse per un po’ di tempo; a questo punto sarà necessario rompere il bussolotto e acquistare i beni di prima necessità con i nostri risparmi reali, in attesa della riapertura delle banche. Banche nelle quali troveremo la sorpresa di vedere svalutato il nostro patrimonio: il ritorno alla lira significherebbe infatti anche svalutazione, variabile in base all’esistenza o meno dell’euro.

Un altro fattore da non sottovalutare sarebbe il riadattamento al consumo: i prezzi dei prodotti esteri sarebbero raddoppiati, mentre anche i prodotti interni avrebbero un forte rincaro. Ricordate il confronto del rapporto tra euro e lira all’inizio del Duemila sui prodotti acquistabili? Beh, ci sarebbe anche ai primi tempi di questo "nuovo mondo", ma stavolta l’occhio dovrebbe cadere sulla lira e non sul rimpianto euro. Utilizziamo il termine "rimpianto" apposta, perché in breve rimpiangeremmo la moneta unica e come vivevamo quando le cose andavano bene: un momento difficile ci sarà, eccome, ma il modo di superarlo anche.

Le banche verrebbero nazionalizzate per far fronte a un debito verso l’estero raddoppiato, mentre le piccole imprese chiuderebbero perché non riuscirebbero a fronteggiare i costi. A gioire sarebbero le imprese esportatrici, poiché venderebbero prodotti a un prezzo dimezzato e verrebbero pagate con valuta estera, certamente molto più forte della nuova lira. E forse sarebbe proprio questo fronte a incrementare una nuova crescita economica per il nostro Paese, che tuttavia dovrebbe abituarsi a non vivere più in un mondo "economicamente" globalizzato, almeno nei primi tempi.
Ciò che mina queste certezze, tuttavia, è l’incombere delle economie emergenti, e la competitività del nostro mercato potrebbe non essere sufficiente.

Quindi, l’uscita dell’Italia dall’euro e il ritorno alla lira sarebbe un bene o un male? Molto difficile fare previsioni certe: sicuramente ci ritroveremmo a vivere in un mondo del tutto diverso da come lo conosciamo oggi. E dovremmo avere la forza di affrontarlo e, soprattutto, andare avanti senza più guardarci indietro.

Finalmente, direbbe qualcuno.

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