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Spagna e Germania confermano: l’inflazione torna a scendere nell’Eurozona

giovedì 30 marzo 2017, di Giulia Mirimich

Rallenta l’inflazione in Spagna per la prima volta in quasi un anno, ed anche in Germania, preannunciando un indebolimento dei prezzi al consumo in tutta la zona euro.

L’inflazione in Germania dal 2,2 annuo di febbraio questo mese è scesa all’1.6%.
Per uno sguardo più generale sulla situazione, attendiamo i dati sull’inflazione dell’Eurozona venerdì sul Calendario Economico, per la quale si prevede una riduzione dal 2,2% all’1,8% a/a.

Questo mese la stima preliminare dell’inflazione in Spagna ha registrato una flessione al 2,3%, in calo rispetto al 3% di febbraio e sotto le previsioni degli analisti. Il tasso, tuttavia, è ancora più in alto di quanto non fosse un anno fa grazie alla ripresa del prezzo del petrolio.

Il calo dei prezzi al consumo non ha colto di sorpresa la Banca di Spagna che giovedì scorso aveva dichiarato di aspettarsi un fenomeno simile, considerato il tasso d’inflazione da record raggiunto nei primi mesi del 2017. Ora il calo potrebbe arrivare anche al 2,6% nell’anno 2017 e all’1,5% nel 2018.

La Banca di Spagna a tal proposito cita poi il calo dei prezzi petroliferi e spiega:

“L’evoluzione dei prezzi di greggio nel corso del 2016, che ha influenzato la componente energia dei prezzi al consumo, spiega largamente la crescita nei prezzi annuali nei primissimi mesi del 2017, ma ci si attende un rallentamento per il resto dell’anno”.

Con il rallentamento inflazionistico di marzo cala anche il rendimento dei titoli di stato tedeschi e francesi, stando ai dati e alle statistiche diffuse dall’INE.

Inflazione in calo non solo in Spagna: uno sguardo all’Eurozona

Il rallentamento dell’inflazione era atteso dalla BCE, che aveva previsto nel primo trimestre del 2017 un picco probabilmente proprio per l’aumento dei prezzi che aveva interessato anche l’Italia per via di quei componenti volatili quali cibo - frutta e verdura in particolare - ed energia.

La situazione però, a causa dei forti rialzi nei mesi di gennaio e febbraio, aveva innescato una discussione sulla politica monetaria della zona euro, in particolare della BCE che parlava di una “fiammata temporanea” dei prezzi.

Anche in Italia nei mesi scorsi, soprattutto a causa dell’ondata di gelo del mese di gennaio, i prezzi di beni di prima necessità, in particolare di frutta e verdura erano aumentati in modo considerevole e l’inflazione era in salita.

A tal proposito in molti si erano scagliati contro la politica monetaria della BCE di Draghi avanzando la richiesta di un cambio di strategia da parte della Banca, in primis Jeans Weidmann, presidente della Bundesbank tedesca:

“L’attuale politica monetaria espansiva è ancora appropriata. Ci si può chiedere se la BCE debba lentamente iniziare a considerare un’uscita dalla politica molto accomodante e rendere la propria comunicazione in un qualche modo più simmetrica”.

Il presidente Mario Draghi però al momento non si sbilancia e si limita ad attendere ulteriori rassicurazioni prima di poter parlare di un miglioramento effettivo.

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