Il trattamento IVA dei servizi di catering

Francesco Oliva

11/11/2017

11/11/2017 - 17:12

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Servizio di catering: regole fiscali e aliquota IVA applicabile.

Il trattamento IVA dei servizi di catering

La somministrazione di alimenti e bevande, ai fini Iva viene inquadrata dall’articolo 3, comma 2, n. 4 del DPR n. 633/72 fra le prestazioni di servizi.

Per quanto riguarda l’aliquota applicabile alle stesse, bisogna far riferimento alla Tabella A, parte III, allegata al D.P.R. n. 633/72. Tale tabella assoggetta all’aliquota del 10% le seguenti operazioni attinenti alle somministrazioni di alimenti e bevande:

somministrazioni di alimenti e bevande; prestazioni di servizi dipendenti da contratti di appalto aventi ad oggetto forniture o somministrazioni di alimenti e bevande.

In pratica, affinché le operazioni inerenti all’attività di somministrazione di alimenti e bevande possono essere classificate nelle prestazioni di servizi e rientrare nella tabella A, parte terza, allegata al D.P.R. n. 633/72, è necessario che i servizi devono essere diversi da quelli che necessariamente accompagnano la commercializzazione dei beni.

Di conseguenza, se l’attività in questione si risolve in azioni sommarie e standardizzate, che non risentono di specifiche indicazioni del cliente, come accade per la vendita in chioschi di ristorazione o nei cinema, di alimenti pronti per essere immediatamente consumati caldi, l’elemento preponderante non è il servizio ma la cessione, e quindi, si applica l’aliquota prevista della cessione da determinarsi in funzione dei beni impiegati.

Attività di catering: IVA e prestazioni di servizi

In ordine, invece, alla qualificazione dell’attività di catering, l’esercente può essere chiamato a fornire piatti ordinati dai clienti, mettendo a disposizione, anche stoviglie, posate, tavoli e personale di servizio.

Tale attività deve essere inquadrata nella prestazione di servizi e quindi nella somministrazione di alimenti e bevande, in quanto possono essere previste più combinazioni di operazioni che vanno dalla mera preparazione e consegna di pasti pronti alla prestazione completa, dalla presentazione dei pasti, alla decorazione, alla messa a disposizione di personale incaricato del servizio e di consigli per la composizione del menu e, se del caso, della scelta delle bevande.

Ciò posto i servizi di buffet e i rinfreschi, aventi ad oggetto, a titolo esemplificativo, al fornitura di panini, piatti caldi e freddi, bibite, risultano soggetti ad aliquota agevolata del 10% a condizione che la somministrazione sia effettuata, all’interno o all’esterno del pubblico esercizio.

Ne deriva che la fornitura di tali prodotti al cliente finale dovrà essere fatturata con aliquota del 10% a condizione che il servizio di buffet venga effettuato con prodotti di proprietà dell’azienda, nonché con personale e attrezzatura (tavoli, sedie, ecc) della stessa società.

Infatti, per quanto attiene i pasti forniti a domicilio da un esercente attività di catering si deve rilevare che essi non sono in generale il risultato di una semplice preparazione, ma contengono una componente di prestazioni di servizi nettamente più importante.

Ove, invece vengano meno le caratteristiche peculiari della somministrazione che giustificano l’agevolazione, legata all’inquadramento dell’operazione come prestazione di servizi e non come cessione di beni, dovrà essere applicata l’aliquota propria dei beni oggetto di vendita.

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