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Germania imbufalita: Draghi userebbe il quantitative easing come ’’scusa per aiutare il sud Europa’’. Domani la sentenza sull’OMT

martedì 13 gennaio 2015, di Vittoria Patanè

La Germania non vuole il quantitative easing, questo ormai lo hanno capito pure i muri. Nel corso degli ultimi mesi i più importanti banchieri del Paese hanno espresso la loro contrarietà nei confronti del programma di acquisto di titoli di Stato che Mario Draghi vorrebbe varare per far ripartire l’economia e salvare l’Europa dalla deflazione.

Da Jens Weidmann, governatore della Bundesbank, all’economista Peter Praet (per fare due esempi eclatanti, ma i nomi sono tanti) sono in molti ad aver usato parole pesanti nei confronti del presidente della BCE. L’ultimo in ordine di tempo è Hans -Werner Sinn, numero uno dell’Ifo, l’ istituto economico tedesco che pubblica mensilmente l’omonimo indice. Le parole di Sinn non lasciano spazio ad interpretazioni trasversali:

"Il rischio di una deflazione è soltanto un pretesto per il QE, per dar vita a un programma di salvataggio per il sud Europa"

Secondo gli esperti tedeschi infatti, l’attuale deflazione sarebbe solo una conseguenza del crollo del prezzo del petrolio. Una situazione che dunque non rende necessario un intervento della Bce ma che, al contrario, potrebbe addirittura favorire la crescita di alcuni Stati Membri, Germania e Italia compresi.

Il parere del responsabile dell’Ifo si allinea dunque a quello espresso in precedenza dai suoi compratrioti, il Quantitative Easing anzi:

"conferirebbe alla Bce la funzione di prestatore di ultima istanza verso stati individuali"

Inoltre il programma OMT, annunciato dalla Banca Centrale Europea nel 2012, rappresenterebbe l’ennesimo fattore di rischio per l’unità dell’Eurozona dato che l’Europa potrebbe andare incontro a un enorme problema costituzionale nel caso in cui la Corte Ue decidesse domani di dichiarare la legalità della sentenza della Corte Costituzionale tedesca arrivata l’anno scorso.

Quest’ultima ha infatti sancito che, attraverso il lancio del programma OMT, Draghi avrebbe travalicato quello che è il mandato della Banca Centrale e ha richiesto alla Corte di Giustizia europea di dire la sua sulla legalità del piano.

Nel caso in cui la Corte UE confermasse la decisione dei giudici tedeschi, la Germania potrebbe essere costretta (per vincoli costituzionali) a lasciare la moneta unica:

"Qualcuno deve arrendersi e quel qualcuno dovrebbe essere la Bce, che dovrebbe rinunciare all’OMT volontariamente".

Nel frattempo, mentre si avvicina il meeting del board della BCE, previsto per il 22 gennaio, i contrasti sul Quantitative Easing continuano.

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