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Eurozona: come incideranno le elezioni tedesche sull’euro? Possibilità e prospettive

lunedì 6 maggio 2013, di Erika Di Dio

Si avvicina la data del 22 Settembre, fondamentale per conoscere le sorti dell’area euro, in quanto si terranno le tanto temute elezioni tedesche. Ancora adesso rimane in testa ai sondaggi il partito di Angela Merkel, CDU (Unione cristiano-democratica) al 42% contro il 27% dei socialdemocratici della SPD. Ma intanto avanza sempre di più il partito anti-euro, Alternative für Deutschland, di cui abbiamo parlato a lungo nel corso di questi mesi e del quale abbiamo redatto un accurato identikit.

Verso l’eliminazione dell’euro?

Il partito AFD propone il ritiro della Germania dall’UEM e, entro il 2020, un ritorno al marco o, in alternativa, ad una moneta separata con altri paesi del Nord Europa, come Paesi Bassi, Austria, e Finlandia. Nel frattempo, per procedere gradualmente propone l’uscita immediata dall’euro di: Cipro, Grecia, Portogallo, Italia, Spagna e Francia; un euro da utilizzare in parallelo con altre monete nazionali per circa 4 o 5 anni. Poi, entro il 2020 appunto, si potrebbe procedere alla disgregazione completa dell’attuale eurozona.

L’austerità continuerà?

E se invece vincesse ancora la Merkel? C’è il grande rischio che, davanti a questa prospettiva, il partito vincitore della Merkel tornerebbe all’attacco con una serie di misure di austerity che per il momento sono state accantonante, anche e soprattutto in vista delle elezioni appunto della Germania, perché una continuazione di tale politica potrebbe minare la delicata situazione della cancelliera e quindi ridurre i voti a suo favore.

Questo atteggiamento nei confronti dell’austerity si è visto anche in seguito alla decisione della proroga sul deficit/Pil concessa ai paesi che superano il 3%, ossia Francia, Olanda, Slovenia e Spagna e, non da ultima, la decisione di tagliare di 25 punti base il tasso di rifinanziamento principale, ora quindi allo 0,5%.

Quali prospettive?

La parola agli esperti.

Secondo Giordano Beani, Direttore Investimenti BNP Paribas Investment Partners SGR,

A dispetto del successo per ora mediatico di questo partito e dei molti e pericolosi dubbi nella politica europea di Berlino, per la maggioranza dei tedeschi gli interessi europei del Paese hanno avuto finora la meglio sulla paura di un futuro troppo incerto. Credo che l’evoluzione della congiuntura economica tedesca sarà decisiva nell’orientamento dell’elettorato. Se le concessioni della Merkel e gli interventi della Bce avranno dato i loro risultati prima di settembre, la probabilità di un’avanzata anti-europeista scenderà.Giordano Beani, intervista Ilsole24 ore, 6 Maggio 2013

Ma il vero problema dell’Europa rimane la possibilità di crescita, come spiega Marco Dall’Ava, Head Of Research presso X Trade Brokers

La situazione economica europea rimane molto complessa e oltre ai problemi della Slovenia, Paese tuttavia davvero troppo piccolo per creare tensioni all’Eurozona anche in caso di default, o del Portogallo che dopo la bocciatura da parte della Corte Costituzionale di alcune misure decise da Lisbona rischia ora un nuovo default, il vero problema per L’Europa è tornare a crescere. Negli ultimi mesi abbiamo più volte verificato come le attese di crescita per i mesi a venire siano state regolarmente disattese a causa anche, ma non solo, dei nuovi problemi sorti in qualche paese europeo. Sicuramente i mesi a venire saranno di vera e propria campagna elettorale in Europa dovuta alle elezioni tedesche e dove avremo la Merkel in prima linea per far rispettare l’austerity imposta da Berlino negli ultimi mesi.Marco Dall’Ava, intervista Ilsole24 ore, 6 Maggio, 2013

Dall’Ava conclude dicendo che ora si spera solo che le decisioni della Germania non vadano ad incidere troppo sulla situazione europea e per quanto riguarda l’Italia, pensa che sia di fondamentale importanza rivedere i parametri sul fiscal compact, in quanto attualmente prevedono "una riduzione di 50 miliardi all’anno, una cifra insostenibile per il nostro paese che porterebbe inevitabilmente l’Italia in una recessione duratura allontanando così sempre più le possibilità per un ritorno alla crescita".

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