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Eurozona: aumento QE e taglio sui tassi in arrivo con il crollo del petrolio?

venerdì 15 gennaio 2016, di Livio Spadaro

I deboli segnali di ripresa dell’inflazione, la deludente produzione industriale ed una crescita lenta dell’Eurozona (oltre che l’andamento dell’economia globale e del petrolio) hanno riacceso il dibattito tra gli analisti riguardo alla possibilità che la BCE torni a dare nuovi segnali di stimolo monetario nella prossima settimana, quando si riunirà nella consueta riunione riguardanti i temi di politica economica dell’istituto centrale.

BCE: in futuro arrivo di nuovi stimoli monetari?

La debole ripresa dell’Eurozona, il ribasso del petrolio e la stagnazione dell’economia globale possono far in modo che la BCE torni a mettere mano sulle politiche monetarie attuali? Questa è la domanda che serpeggia tra gli analisti, che stanno cercando di capire se l’istituto centrale europeo rafforzerà il Quantitative Easing attuale cercando di riparare alle delusioni di Dicembre.

Nel mese scorso infatti la BCE ha deluso le aspettative di mercato focalizzate su un aumento monetario del QE, optando piuttosto per un’estensione della durata dello stesso, ad un taglio dei tassi e ad un aumento delle tipologie di bond oggetto di acquisto.

Durante la conferenza stampa del 3 Dicembre il presidente della BCE, Mario Draghi, ha difeso tali scelte definendole “adeguate” precisando che la grandezza e la composizione del QE vigente sono state calibrate accuratamente dalla BCE.

Nonostante le precisazioni del presidente, quel giorno si verificò un pesante sell-off sui mercati azionari europei, delusi dal mancato aumento monetario del QE.

Pochi giorni dopo, la BCE ha nuovamente difeso la propria politica attraverso le parole del vice-presidente della Banca, Vitor Constancio, che ha rispedito al mittente le accuse di perdita della credibilità da parte della BCE sostenendo che i mercati avessero commesso un errore di valutazione delle aspettative.

Constancio ha anche fatto notare come nella riunione di Ottobre, non sia mai stato discusso un QE2 o qualcosa di simile.

Nonostante questa resistenza dell’istituto centrale ad aumentare in maniera più aggressiva la politica monetaria, i minutes relativi alla scorsa riunione della BCE hanno segnalato che qualche membro dell’istituto ha sollecitato lo stesso ad agire più profondamente, richiedendo un taglio dei tassi di deposito di 20 punti base anziché di 10 (come poi è stato deciso).

Il consiglio direttivo della BCE ha reso noto che sul fatto di aumentare il volume mensile di acquisti al momento vi è una larga maggioranza che non vuole attuare tale manovra ma che piuttosto sia aperta a farlo in momenti congiunturali più adatti.

Questo significa comunque che la BCE non ha abbandonato l’idea di aumentare lo stimolo monetario del QE se ve ne fosse bisogno.

L’istituto centrale europeo potrebbe tenere d’occhio l’ambiente macroeconomico globale che potrebbe dare necessità di un nuovo stimolo monetario. Il crollo dei prezzi del petrolio, che quest’oggi sono scesi fortemente al di sotto di quota 30$, rendono molto più in salita la strada che porta al raggiungimento del target del 2% di inflazione dell’Eurozona.

La produzione industriale dell’area euro è scesa nel mese di Novembre. L’Eurostat ha reso noto che la produzione è scesa dello 0,7% a Novembre rispetto al mese precedente, evidenziando come il calo sia dovuto al ribasso della produzione di energia, beni durevoli e beni strumentali. Questo dato potrebbe avere un impatto sulla crescita totale dell’ultimo trimestre.

Intervento BCE: per analisti stimolo arriverà dopo Gennaio

La BCE deciderà dunque di intervenire a breve? Gli esperti di Jp Morgan hanno dichiarato che al momento non si aspettano un aumento della politica monetaria ma i minutes sulla prossima riunione potrebbero far rivedere la posizione delle previsioni future.

Gli analisti della casa d’affari hanno spiegato che le dichiarazioni recenti del membro esecutivo della BCE, Peter Praet, suggeriscono che l’istituto centrale possa in qualche modo accettare un rallentamento dell’inflazione dovuto alla debolezza delle materie prime e questo complica il calcolo del timing su un futuro stimolo di politica monetaria

Della stessa lunghezza d’onda gli strategist di Nordea che sottolineano comunque di aspettarsi un ulteriore accomodamento monetario per quest’anno da parte della BCE anche se con ogni probabilità non arriverà nella prossima settimana.

Secondo gli esperti di Nordea il mese più opportuno per un prossimo intervento della BCE è quello di Marzo, sostenendo che le aspettative di lungo termine sull’inflazione non hanno raggiunto nuovi minimi nonostante il calo dei prezzi del petrolio. Tuttavia, secondo gli analisti della casa d’affari, a Marzo la BCE potrebbe agire anche se in maniera non troppo aggressiva.

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