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Elezioni presidenziali Russia: vittoria Putin scontata, quali ripercussioni per gli investimenti?
sabato 17 marzo 2018, di
Domenica 18 marzo si terranno in Russia le elezioni presidenziali. La vittoria di Vladimir Putin è data per scontata vedendo le previsioni dei sondaggi della vigilia. L’ex funzionario del KGB dovrebbe essere rieletto per altri 6 anni, prolungando il suo mandato fino al 2024. Le ultime rilevazioni vedono la popolarità dell’attuale Presidente all’80% e oltre il 65% delle preferenze di voto. I due sfidanti più forti, Vladimir Zhirinovsky e Pavel Grudinin, sono accreditati di un 5-7% ciascuno.
Senza contare, come evidenzia Markus Schneider, economista Eastern Europe e Middle East di AllianceBernstein, che “lo spostamento, voluto, del discorso annuale del presidente Putin da dicembre a marzo, con l’aggiunta di particolari riferimenti alla politica fiscale e a specifici promemoria sulla valenza militare del Paese, potrebbe aver dato un’ulteriore spinta dell’ultimo secondo alla popolarità del numero uno di Mosca”. Le tensioni degli ultimi giorni sul fronte geopolitico potrebbero in tal senso rappresentare un ulteriore fattore capace di rafforzare la figura di Putin.
I voti però non vanno solo contati, vanno anche interpretati. “Specie in uno stato autoritario che si affida pur sempre a un processo elettorale per avere un certo grado di credibilità”, sostiene Craig Botham, Emerging Markets Economist di Schroders, secondo cui “per questo le oscillazioni nei voti porteranno probabilmente a cambiamenti nelle politiche da adottare e, come in altre democrazie, le elezioni possono portare allo stallo alcuni progetti complicati”.
In caso di vittoria, per Putin questo sarà il secondo mandato consecutivo, il quarto non consecutivo ma anche l’ultimo come Presidente. Proprio per questo l’attenzione degli investitori internazionali è rivolta a capire chi sarà il delfino dello Zar del Cremlino nei prossimi 6 anni. I piani futuri di Putin sono ancora poco chiari, il nome del successore prescelto ancora da decifrare.
“Per quanto riguarda la scelta del Primo Ministro è probabile che sarà chiesto di restare a Medvedev ”, ipotizza Federico Garcia Zamora, gestore BNY Mellon Emerging Markets Debt Local Currency Fund, motivando l’attesa “poiché Putin non ha ancora sostenuto le riforme più radicali suggerite dal suo consigliere Kudrin, e non sembra che si imbarcherà in riforme strutturali durante il mandato finale”.
Da suo canto Botham ricorda come “secondo la visione più ottimistica, Putin starebbe semplicemente aspettando che le elezioni vengano superate per iniziare a promulgare una serie di riforme dolorose ma necessarie”. I sostenitori di questa tesi ritengono che Putin non avrebbe dato istruzioni a Kudrin su come tracciare il programma di riforme se non avesse voluto farne uso.
Circa il successore di Putin alla guida del Cremlino nel 2024, per Markus Schneider “la roulette sarà tra i membri del circolo più prossimo al Presidente, come Igor Sechin, numero uno di Rosneft che ha tutte le carte per essere il nuovo candidato alle presidenziali”.
Russia: stabilità politica e prospettive macroeconomiche convincono
Per l’economista di AllianceBernstein, da un punto di vista finanziario l’appuntamento elettorale russo, così come le questioni politiche domestiche, non dovrebbe avere alcun impatto nel breve termine. “Nel 2018 a mantenere acceso l’interesse degli investitori continueranno ad essere gli sviluppi geopolitici e le possibili oscillazioni del prezzo del petrolio”.
In un clima internazionale particolarmente surriscaldato, per Schneider “anche se importanti per i mercati, è altamente improbabile che ulteriori sanzioni o nuovi tracolli del petrolio intacchino il potere del presidente Putin. Anche in questo caso possiamo dire che politica e finanza, in prospettiva russa, non sono positivamente correlate”.
La recente destabilizzazione delle relazioni tra Regno Unito e Russia non dovrebbe dunque danneggiare la performance di Putin al voto. Semmai secondo Craig Botham di Schroders “ad oggi sembra che la risposta russa sia di forte sostegno nei confronti dell’attuale Presidente”.
Analisti e sondaggi convergono dunque su una stabilità politica in Russia, anche sul fronte monetario. Per questa ragione Federico Garcia Zamora di BNY Mellon non si aspetta “reazioni significative dai mercati finanziari”.
Il gestore ritiene che “le obbligazioni russe in valute locali sovraperformeranno i mercati poiché la Banca Centrale potrebbe adottare una posizione più accomodante di quanto attualmente incorporato nelle valutazioni dei bond”. La casa di gestione di New York ha una visione positiva di lungo termine sui dati fondamentali macroeconomici della Russia.