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Elezioni USA 2016, Hillary vs Donald: Bloomberg e Sanders con Clinton contro Trump

lunedì 25 luglio 2016, di Fiammetta Rubini

Elezioni USA 2016 sempre più al veleno: i toni tra Hillary Clinton e Donald Trump si fanno più accesi e il fronte anti-Trump si allarga. Infatti, mentre all’interno del Partito Democratico il clima si fa più teso per via della fuga di email della presidente Wasserman Schultz, che annuncerà le dimissioni, la Clinton ottiene l’appoggio ufficiale di Michael Bloomberg e Bernie Sanders.

Al via la Convention democratica in cui Hillary Clinton viene nominata candidata alla Casa Bianca e viene annunciato il fronte anti-Trump. La kermesse democratica, che durerà 4 giorni e si terrà a Philadelphia, vedrà salire sul palco i sostenitori di Clinton contro lo sfidante Donald Trump, ma a poche ore dall’apertura dei lavori sono emerse tensioni a seguito dello scandalo delle email.

Tante le voci a sostegno della politica di Clinton contro il repubblicano in corsa alla Casa Bianca Donald Trump, tra cui quella della First Lady Michelle Obama. La moglie di Barack, recentemente protagonista di uno show televisivo in cui ha cantato per promuovere la sua iniziativa benefica Let Girls Learn, affronterà temi bollenti di questi giorni e di tutta la campagna Hillary vs Trump, come discriminazione razziale e tensioni tra afroamericani e forze dell’ordine. Facendo una (quasi) sonora pernacchia all’aspirante al suo ruolo, Melania Trump, che in occasione del suo discorso ha ben pensato di plagiare quello di Michelle di 8 anni fa.

Saliranno sul palco del Wells Fargo Center anche il presidente in carica Obama, Michael Bloomberg che ufficializzerà il suo sostegno all’ex segretario di Stato, e Bernie Sanders, che ottenute le dimissioni di Warrerman è pronto ad assicurare a Clinton i voti dei progressisti. L’ultimo giorno di Convention Chelsea Clinton farà come Ivanka Trump e introdurrà la madre, Hillary, e il suo vice Tim Kaine.

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Elezioni USA 2016, Bloomberg e Sanders con Hillary contro Trump

Presidenziali USA 2016, il fronte anti-Trump si allarga anche con Michael Bloomberg. L’ex sindaco di New York e fondatore dell’omonimo impero di informazione finanziaria aveva inizialmente confermato le voci che volevano la sua discesa in campo alla corsa per la casa Bianca come candidato indipendente contro Trump, poi sfumate. Ma ora Bloomberg torna a far parlare di sé ufficializzando il suo appoggio a Hillary.

La Convention democratica mostra al mondo il fronte americano anti-Trump, ma porta alla luce anche delle ferite aperte all’interno della campagna democratica. La presidente del Democratic National Committee, Debbie Wasserman Schultz, ha annunciato che rinuncerà all’incarico e si dimetterà alla fine della Convention.

La decisione è stata presa in seguito allo scandalo email che ha rivelato favoritismi del partito per Clinton a scapito di Sanders. Infatti è stato proprio Bernie Sanders - che avrà un ruolo chiave per portare a Clinton i voti della sua coalizione progressista - a chiedere le dimissioni. Wesserman non aprirà e chiuderà formalmente la Convention e non gestirà l’agenda dei lavori: al suo posto la deputata dell’Ohio Marcia Fudge.

Elezioni USA 2016, Trump non ha il sostegno dei repubblicani?

Anche Trump, dopo diverse “porte in faccia” e risposte mai arrivate, ha scelto il suo candidato vicepresidente. Si tratta di Mike Pence, repubblicano ultraconservatore di origini irlandesi. Nella lista dei candidati alla vicepresidenza di Trump c’erano 16 nomi, tra cui anche 5 donne.

Tra i più conosciuti comparivano Ted Cruz che ha negato l’endorsement, il senatore Marco Rubio, il governatore dell’Ohio John Kasich, il senatore del North Carolina Richard Burr e il governatore del Nevada Brian Sandoval.

Tra le quote rosa in lista c’erano Condoleeza Rice, ex segretario di Stato sotto George W. Bush, la governatrice dell’Ariziona Jan Brewer e quella dell’Oklahoma Mary Fallin. Trump aveva addirittura pensato anche a Susan Martinez, governatrice del New Mexico, accantonando per un momento le promesse del “famigerato” muro USA-Messico per accattivarsi le simpatie dell’elettorato ispanico. La Martinez non ha mai (giustamente) risposto alle chiamate dello staff di Trump, così lui ha lasciato perdere.

Lo stesso discorso vale però per gli altri papabili candidati: tra una cosa e l’altra Trump ha ricevuto il Sì soltanto da Pence, dimostrando di non essere riuscito a trovare il sostegno degli esponenti più di spicco del Partito Repubblicano e mettendo in luce la disorganizzazione della sua campagna elettorale.

Elezioni USA 2016, Trump: Europa responsabile degli attentati

Parole forti quelle di Trump nei confronti dell’Europa e degli attentati terroristici, anche se non stupiscono. Durante un’intervista il tycoon ha affermato che “Francia e Germania sono compromesse con il terrorismo perché hanno permesso a tutta questa gente di entrare nei loro territori”. ha anche sottolineato che, se vincerà le presidenziali, i suoi piani prevedranno controlli estremi per chi vuole entrare negli Stati Uniti.

E continua imperterrito a tirare in ballo il muro tra Messico e Stati Uniti che verrà costruito per “fermare i clandestini e i criminali che entrano nella nostra società per spacciare e delinquere”: Sull’Isis rincalza: “Sconfiggeremo quei barbari e lo faremo rapidamente”, senza però illuminarci sul come.

Così, dopo le dichiarazioni di Al Baldasaro, stretto collaboratore del tycoon, il quale ha detto “Hillary Clinton è come la Jane Fonda del Vietnam e dovrebbe essere portata davanti a un plotone di esecuzione e fucilata per alto tradimento”, l’ex First Lady usa le stesse armi del suo avversario nel momento in cui ha annunciato il suo candidato alla vicepresidenza, Tim Kaine. “Donald Trump è come un despota e un dittatore, ha la visione autoritaria di chi dice che può risolvere tutto da solo” ha detto al candidata democratica in corsa alla Casa Bianca.

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